NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Ciak! Mai dire Corea

Cosa spinge una produzione asiatica ad ambientare un telefilm d’azione tra i monumenti di palladio e cosa un vicentino a diventare comparsa per la tv coreana

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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comparse

Dopo le avventure di un casanova formato australiano, vedi alla voce Heath Ledger, Vicenza torna ad essere un set cinematografico a cielo aperto, la caccia alla comparsa è ufficialmente aperta.

Questa volta, nessuna stella hollywoodiana all'orizzonte, è stata, infatti, una produzione coreana, e almeno per questo meno nota, a scegliere come location la città del Palladio.

L'undici luglio al via le riprese di "Athena", spin off (ossia film che conclude o continua una serie) del telefilm Iris, spy story d'oriente seguita da più 200 milioni di spettatori e mai giunta sui nostri schermi.

La magia del cinema non ha confini, e così sono in molti, circa 250 persone, ad aver risposto all'annuncio della società veneziana "Mestiere cinema" incaricata dalla produzione del film di trovare 150 figuranti.

Lungo l'accettazione del jolly Tiepolo Hotel, hanno sfilato le aspiranti comparse, per lo più giovani a caccia dei famosi dieci minuti di celebrità, curiosi e appassionati, pronti per la selezioni.

Camicia a quadri, gel sui capelli e foto tessera alla mano, Stefano, 20 anni, racconta: «Non si sa mai... sono venuto qui perché un po' ero curioso di conoscere questo mondo, ma anche perché vale la pena provarci, a chi non piacerebbe fare l'attore».

Tommaso studente, delle superiori, si mostra più realista: «Ovvio che fare l'attore mi piacerebbe, loro, però mi hanno chiesto se so fare il cameriere, serviva una comparsa che sapesse tenere in mano un vassoio, io ho detto si. Sono venuto un po' per curiosità un po' perché è un lavoretto, poi certo la visibilità non guasta mai».

Dello stesso avviso Elisabetta, tecnico amministrativo in una scuola superiore della città e allo stesso tempo "veterana" dei provini: «Non è la prima volta che provo, ho fatto teatro, e ho partecipato ad alte selezioni per alcuni film, anche con Casanova, ma quella volta non mi hanno presa. Lo faccio un po' per curiosità e un po' per passione. Ma senza aspettarmi grandi cose per il futuro, è più un gioco».

Tra i candidati, tutti indaffarati nel rispondere ad un questionario dalle domande impertinenti: numero di scarpa, taglia dei vestiti, altezza. Sono in pochi ad aver mai visto il telefilm coreano, quasi nessuno conosce il nome dei protagonista, ma a guardar bene, qualche appassionato c'è.

«Io sarei venuta anche se fosse stato gratis, ho seguito su internet alcuni episodi, quelli sottotitolati,

e mi è piaciuto. Il telefilm è strano, ma anche abbastanza romantico» spiega Alessandra, quindicenne studentessa ed aspirante comparsa. Le fa eco l'amica Elisa, studentessa di un istituto turistico: «Diciamo che uno dei personaggi è molto interessante, mi piacerebbe conoscerlo, spero d'incontrarlo, sono qui anche per questo, anche se non è la prima volta che partecipo a dei provini. Da piccola andai ad un programma della Rai condotto da Carlo Conti, ma non mi ricordo molto di quella esperienza».

Ancora più misteriosi, almeno per le comparse, io motivi che hanno spinto una produzione Asiatica in quel di Vicenza.

Di certo, si sa solo che nella trama del film, la protagonista, tra le altre cose studentessa di architettura, nutre una certa passione per le opere del Palladio, motivo che giustificherà la sua presenza, nella fiction, in città.

Più semplice, ma non del tutto esplicativa, la risposta di Manuela Massimi, presidente dell'accademia teatrale veneta e addetta al casting: «Credo che la passione per il Palladio sia solo un espediente per giustificare la storia. Non conosco le reali ragioni per cui il regista abbia deciso di girare qui, certo potrebbe essere un appassionato di architettura, ma credo che più che altro sia una questione di paesaggi e sceneggiature offerti dal territorio, oltre ovviamente a qualche accordo economico».

 

nr. 26 anno XV del 10 luglio 2010

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