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È ben nota la chiarezza progettuale ed esecutiva di Flavio Albanese che, designer/architetto vicentino (il titolo professionale se l'è conquistato sul campo, ma sarebbero maturi i tempi anche per un riconoscimento honoris causa da parte di qualche Università), circa un mese fa è stato eletto, dal rinnovato Consiglio di Amministrazione, Presidente della Fondazione Teatro Comunale: non senza qualche perplessità da parte dei rappresentanti della Regione, più favorevole ad un secondo mandato dell'ex Sindaco Enrico Hüllweck ed ora primo collaboratore del Ministro Bondi. "Una nomina a sorpresa" è stata definita quella di Albanese, certamente fuori dagli schemi politici, ma più che giustificata dalla sua professionalità manageriale (fino a qualche mese è stato anche direttore della più prestigiosa rivista di architettura Domus) e dalla sua passione per il mondo dello spettacolo, della prosa in modo particolare nell'ambito della quale ha realizzato originali strutture e intessuto rapporti con attori e registi di alto livello.
Un professionista quindi apprezzato in Italia e all'estero che, anche nelle gestione del nuovo Teatro Comunale, sta dimostrando efficienza progettuale e operativa: pur non avendo ancora potuto ridefinire la nuova struttura con la nomina di un segretario e di un ufficio stampa (programmata per fine mese con una procedura diversa da quella applicata in passato, basata sulla valutazione "pubblica e trasparente" dei curricula degli aspiranti), è stato comunque in grado di presentare i contenuti della nuova stagione «di transizione, con un budget ereditato e alcune cose già definite», ha precisato, ribadendo che «non è un uomo di teatro, ma un osservatore della città che nel nuovo teatro deve riconoscere se stessa».
Problemi acustici: la trattativa con lo Studio Valle
Nei vari interventi da perfetto conduttore della conferenza stampa del 19 luglio, il nuovo Presidente, protagonista dell'architettura contemporanea e appassionato frequentatore di teatri italiani e stranieri, con molta decisione e competenza ha affrontato il problema dell'acustica, riferendo del recente incontro con l'arch. Pietro, figlio di Gino Valle che ha progettato nel 1984 un teatro che personalmente ha sempre criticato in fase di progettazione; pronto però, una volta costruito, a valorizzarlo come cittadino e ora come primo responsabile della gestione, per farlo divenire non solo una "cerniera" fra il centro storico e la prima periferia, ma anche punto di riferimento dell'intera provincia. Un vero luogo culturale di tutti i cittadini, da segnalare però opportunamente già nelle principali vie di accesso alla città. In attesa di riprendere le trattative con lo studio di progettazione per una soluzione delle difficoltà acustiche, per la stagione prossima si provvederà all'amplificazione adeguata soprattutto per gli spettacoli di prosa.
Un ricco cartellone; no alla lirica
Puntuale e deciso Albanese anche sui "rimpianti" lirici: "un teatro all'americana" qual è quello vicentino, non è adatto alla lirica per la quale, anche per ragioni economiche, ha consigliato ai vicentini di sopportare qualche veloce trasferimento (a Venezia, Verona, Milano...), per godere di spettacoli qualitativamente validi.
Si presenta comunque ricco e affascinante il cartellone delle oltre 40 giornate di programmazione, ispirato sì ai filoni tradizionali e ben consolidati dall'affezione del pubblico (il Nuovo Teatro, in termini di abbonamenti e di presenze occasionali, risulta essere il più "gettonato" fra i teatri del Veneto, in particolare per la danza e la musica cameristica), ma con alcune interessanti novità.
