«Sulla presenza di attività commerciali e di locali pubblici, gestiti da stranieri, ho chiesto agli uffici dell'assessorato di fare un attento monitoraggio per capire la vera dimensione del fenomeno. Voglio avere una mappa sulla densità degli insediamenti nelle varie zone della città, ma capire non solo quanti sono, ma anche di che tipologia di commercio si occupano. Non vorrei che in qualche caso la situazione "invasione straniera" fosse ingigantita e non corrispondesse alla realtà, come nel caso degli acconciatori-estetisti, visto che in città sono 800 gli artigiani attivi e 4 sono le botteghe cinesi, pari all'0,5%. Comunque su questo fenomeno, continua l'assessore Ruggeri, il Comune si è già attivato muovendosi su due fronti: prima di tutto verificare, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, la lecita provenienza dei capitali utilizzati per acquistare o affittare i locali, e poi promuovere attraverso la polizia locale e in collaborazione con l'Ulss, controlli sui prodotti utilizzati, sulla merce venduta e sul trattamento del personale impiegato, ma questo tipo di attenzione interesserà non solo i negozi gestiti da cinesi, ma tutti quegli esercizi che non sembrano rispettare le regole. Altro come amministrazione non possiamo fare, anch'io da cittadino mi chiedo come alcuni commercianti nei cui negozi si vendono solo articoli a prezzi molto, molto bassi possano reggere il peso di certi affitti, ma ciò che mi preme, come assessore, è insistere sulle verifiche anche, se non prima di tutto, a garanzia dei cittadini-clienti. L'altro aspetto su cui intendo lavorare, sempre in tema di rilancio del centro storico, è, conclude l'assessore Ruggeri, tentare di convincere i titolari dei negozi chiusi a mantenere un decoro anche quando ci sono le serrande abbassate per non evitare che si crei un danno sull'attrattiva di quelle strade dove la "desertificazione" commerciale sta emergendo, quella sì, come un problema».
nr. 32 anno XV dell'11 settembre 2010