Occorre, dunque, essere cautamente ottimisti. Dati alla mano, però, per qualcuno quello appena trascorso è stato uno dei peggiori agosto di sempre.
Era da diciassette anni, infatti, che nel mondo dell'automobile, non si vedevano dati così allarmanti.
In particolare alla voce vendite, il piatto piange.
Precipita il mercato dell'auto in Italia che registra una flessione del 19,27%: la bellezza di 68.718 mila unità vendute in meno rispetto all'anno precedente. Dati resi noti da una nota del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture che precisa, anche, un calo delle immatricolazioni del 25,97%.
La crisi del settore colpisce, anche, le concessionarie Vicentine: «Noi abbiamo un calo delle vendite del 30%- spiegano gli addetti commerciali della concessionaria Nuova Fergia- Gli unici incentivi sono stati in qualche modo assorbito dalla casa madre. Fortunatamente, assistiamo ad un piccolo aumento dell'usato, tuttavia il calo delle vendite c'è e si vede».
La crisi, dunque punge anche le concessionarie di Vicenza e c'è anche chi prova a darsi qualche spiegazione: «Il Calo delle vendite si sente, ma bisogna anche tener conto che veniamo da tre anni di incentivi statali- spiega il dottor Rigoni, titolare della concessionaria Renault di Vicenza- Il mercato si sta riassestando sui suoi livelli normali. Nei tre anni precedenti, infatti, avevamo una spinte esterna a quella del mercato stesso. Bisogna poi dire che molte concessionarie all'oggi sono ridotte al lumicino. Noi abbiamo tenuto aperto tutto agosto e così facendo siamo riusciti a mantenere i livelli dell'anno precedente, però non è facile. Sicuramente ci sono meno persone che entrano nei nostri saloni, meno persone predisposte a comprare, ed è sempre più difficile garantire prezzi scontati mediante il km zero. L'usato, per fortuna vende sempre, anzi è, forse, in aumento».
I dati economici, in effetti, parlano di un rialzo dell'8% del mercato italiano dell'usato, aumento che però non copre le perdite generali del settore. Più rivendute le auto straniere che spesso, a torto o a ragione, sono sinonimo di una maggior sicurezza. Su tutti spicca la Ford, seguono Opel e la tedesca Volkswagen.
Ogni capo famiglia, del resto lo sa: in tempi di crisi occorre tirare la cinghia e dove possibile eliminare gli sprechi.
Meglio, dunque, ignorare i rumorini allarmanti che provengono dall'auto e tirare avanti fin che si può. Nessun lifting, sembra essere concesso, alle "vecchie carrette", che fedeli, continuano a trovare un posto nei nostri garage. Al massimo, proprio per rinviare l'ora del distacco forzato dal veicolo, si passa un po' più spesso dal meccanico. «Non ho dati precisi- afferma Maurizio Petris capo area servizi meccanici di Confartigianato- ma posso certamente dire che la categoria dei meccanici non ha molto risentito della crisi. La tendenza è senza dubbio quella di spendere in riparazioni piuttosto che in auto nuove. Inoltre va tenuto conto che tra bollini blu e controlli, il settore ha delle entrate assicurate. Ovviamente lo stesso discorso non si può fare per i carrozzieri. La gente preferisce tenersi le macchine più ammaccate rispetto a qualche anno fa. Non si va, cioè, più dal carrozziere per le classiche "bottine" ed è anche questo un segno della crisi».
Le stime nazionali parlano di una flessione del mercato al Nord rispetto al resto d'Italia, ma la situazione appare comunque pesante.
I tempi restano duri, meglio, dunque, attendere con pacato ottimismo, vedi dichiarazioni di Barroso, il prossimo anno, alla guida, ovviamente, della nostra vecchia auto.
nr. 33 anno XV del 18 settembre 2010