NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il popolo dello skate chiede altri spazi

La pista di parco Fornaci richiama ragazzi da tutto il Veneto ma non è per principianti, servirebbero piccoli impianti per chi vuol fare pratica

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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skate

Un colpo secco, poi il brusio delle rotelle che grattano sull'asfalto, la velocità della tavola che scende dalla rampa, la salita, e, infine, la magia di imbrigliare per qualche attimo le leggi della fisica e dell'equilibrio. «Spingi il tuo skate e chi se frega degli altri» cantava una vecchia canzone punkrock.

Un po' come a dire fai quello ti viene meglio che il resto in qualche modo si sistema. Tutto facile? Non sempre. Anche oggi che lo skate sembra aver raggiunto l'apice della popolarità, la vita degli appassionati resta, talvolta, difficile.

Non basta che la moda strizzi sempre più l'occhio alla cultura dello skateboard, che in edicola si trovino e portachiavi a forma di tavola, che perfino la Big Bubble abbia scelto questo mondo per le proprie campagne pubblicitarie; essere uno skater resta, in qualche modo, difficile.

Pochi i luoghi dove mettersi alla prova, divieto quasi assoluto di utilizzare lo skateboard per strada e ancora molta diffidenza da parte di chi intravede in questo sport uno stile di vita a tratti troppo ribelle.

Lo sanno bene gli skater di Carmignano, dove rischia di chiudere un pezzo di storia dello skate Veneto.

Dopo dieci anni di onorato servizio il park cittadino, uno dei più grandi e famosi della regione, sembra essere diventato indigesto alla cittadina padovana.

«Noi qui abbiamo un contratto d'affitto con la parrocchia che scade tra due anni- dicono i gestori della struttura- ma ci è stato detto che non verrà rinnovato. Dispiace molto, perché fino ad ora non abbiamo mai pesato sulla comunità, facendo sempre tutte le cose in regola. Il comune non ha mai speso un soldo per le rampe e le altre strutture, ci siamo sempre autofinanziati. Dall'assicurazione alla manutenzione, abbiamo sempre provveduto a tutto noi tramite i contest e le nostre attività. Ma lentamente c'è stato costruito un fossato intorno. Ci è stato detto che questo spazio servirà ad altro. Quello che, però, fa pensare è che a fronte di molti progetti comunali per lo sport, non si voglia trovare una soluzione per noi».

In due anni, molte cose possono cambiare, ma il campanello d'allarme risuonato al contest annuale di Carmignano, tenutosi l'8 e il 9 settembre, riecheggia anche a Vicenza. La spada di Damocle dell'affitto non pende sulla testa degli skater vicentini, che dispongono da poco più di un anno di un loro spazio all'interno del parco delle Fornaci, tuttavia la notizia fa discutere, se non altro per quello strano rapporto che sembra esister tra skater ed istituzioni.

Attorno alle cinque del pomeriggio, ogni giorno, la vasca di cemento collocata in mezzo al verde del parco si affolla di giovani skater.

Uno spettacolo che nei week end attira molte famiglie. Una situazione idilliaca che, però, a sentire gli skater nasconde qualche amara verità.

«Questo di Vicenza è un bell'impianto - racconta Davide, tra un trick e l'altro - io sono di Venezia e ci vengo una volta settimana, di solito nel primo pomeriggio perché così c'è meno gente. Mi faccio volentieri quaranta minuti di treno, lavoro permettendo per venire. L'unico problema è che da un punto di vista tecnico questo percorso è piuttosto difficile, vengono, anche, bambini che stanno imparando».

Dello stesso parere Massimo, un altro degli habitué del park: «Uno che vuole imparare, non dovrebbe certo venire qua, rischia di farsi male. L'ideale sarebbe che mettessero qualcosa di più semplice qui attorno, per chi non è ancora pratico. Così rischia di essere pericoloso, perché oltre a cadere, uno che non sa bene come muoversi non capisce, magari, cosa sta facendo uno più bravo. Il rischio è che se io sono in un punto magari gli finisco addosso o che la tavola, se sbaglio, lo colpisca».

Questioni tecniche, forse, un po' come nelle piste da sci dove principianti ed esperti finiscono, talvolta, per scontrarsi.

«Il problema - dice Luca - è che i posti dove fare skate restano sempre pochi. Una volta sia andava a piazza San Lorenzo, anche per imparare, ma adesso appena ti vedono con una tavola ti fanno una multa. Io ne ho presa una circa un mese fa, 20 euro, non tanto, però scocciano. Nel resto del mondo queste cose non succedono, e va bene che le nostre città non sono delle metropoli, ma a me sembra esagerato».

La soddisfazione per il nuovo Skatepark cittadino ha, dunque, placato solo in parte il popolo della tavola. Restano alcuni mugugni di sottofondo. La città del Palladio è ancora distante dal modello delle città americane, dove anche i banchieri, e gli impiegati in giacca e cravatta, si recano a lavoro sullo skateboard. Qualche anno fa, tuttavia, su molti muri della città appariva la scritta: "Skatebording is not a crime". Un monito che appare oggi, almeno a Vicenza, solo un pezzo di storia urbana.

nr. 34 anno XV del 25 settembre 2010

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