NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Storia di un “maledetto” talento della musica rock

Massimo Del Papa pubblica per Meridiano Zero “Happy - L’incredibile avventura di Keith Richards” storico solista dei Rolling Stones ed icona indiscussa di un fenomeno catalizzatore che dura da quasi mezzo secolo - Le altre novità della casa editrice padovana inventata e diretta da un vicentino

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Storia di un “maledetto” talento della musica rock

(g. ar.) - In vena di nostalgie autobiografiche, Keith Richards, che dei Rolling Stones è stato ed è il vero leader musicale, più ancora di Mike Jagger, qualche anno fa si fece intervistare da una delle grandi emittenti americane e diede segno di nervosismo solo quando dall'altra parte del microfono gli arrivò un accenno piccolo piccolo a Santana, quello di Europa, per intenderci. L'intervistatore chiese a Keith se era al corrente del fatto che Santana si era definito magari un po' incautamente il miglior chitarrista della storia del rock e la risposta arrivò con la potenza e la tragica cacofonia di una strisciata di gesso sulla lavagna: «Domandagli se ha mai ascoltato Jimi Hendrix...». Ora Keith Richards torna a parlare di sé, ma l'autobiografia non è frutto di un ritorno romantico o nostalgico attorno al proprio pianeta: si tratta di un libro di Massimo Del Papa che del rolling parla fornendone una specie di lastra leggi tutto, scoperta e perfino impietosa, dove quello che viene ritenuto un vero e proprio fuorilegge salvato dalla sua stessa musica viene raccontato senza veli o sordine. Marco Vicentini, l'editore che pubblica questo bel libro di Del Papa, aggiunge una perla a quella sua linea intonata inequivocabilmente a scelte di preziosa attualità ed il cui interesse, proprio in quanto forma un organico progetto senza indebolimenti o pentimenti di sorta, non accenna a diminuire da parte di un pubblico sempre più convinto. In questo racconto su Keith Richards non si va soltanto a ripescare nelle fibre più profonde tutto un periodo di grande musica rock che il rock ha innovato, rivoluzionato e stravolto radicandosi però sempre fedelmente nel blues, ma si allarga lo sguardo a tutta una generazione che rimane checché se ne dica alla luce di quanto è successo dopo- un unicum inimitabile per ispirazione e forza espressiva. Chi all'epoca ha equivocato optando per il controaltare di allora, i Fab Four, cioè i Beatles, oggi sa bene di aver commesso un errore madornale. Perchè i Rolling Stones furono e sono ancora oggi tutt'altra faccenda. Questa confessione quasi senza respiro di uno come Keith Richards è qui a dimostrare inequivocabilmente quanto tutto ciò sia sempre vero.


Un vero fuorilegge salvato e rigenerato dalla sua chitarra


Questa "Mappa musicale" di Massimo Del Papa è per tutti i fan dei Rolling Stones -ma crediamo non solo per loro- un libro imperdibile, che racconta la vita agitata di Keith Richards, vita di denunce, arresti, episodi macabri, retroscena inconfessabili: la vita dell'unico vero pirata del rock. Oltre la banale biografia e la critica musicale, Del Papa racconta la storia completa di un fuorilegge salvato dalla musica, la prima e la più importante di tutte le sue droghe. Dai primi anni a oggi, una fuga in crescendo, oscura ma "felice", zeppa di contraddizioni, di arrembaggi e naufragi, di morti e rinascite, in cui l'unico punto fermo è la spietata e geniale fedeltà di Richards alla sua musica.

Un libro, come detto, imperdibile e non solo per i fans e gli specialisti, ma anche per tutti gli altri, perché si tratta di un documento che descrive mezzo secolo di musica rock e di rivoluzioni indotte o inventate di sana pianta, ma che tuttavia mai hanno neppure sfiorato i volumi e le qualità di quelle dei Rolling.

Ma tra le novità che Marco Vicentini mette nel conto autunnale della sua Meridiano Zero, c'è anche altro. Ad esempio, "Il vento del Texas" di James Reasoner, un vento che scuote i rami degli alberi mentre le foglie cadute danzano ipnotiche nell'aria. Ritrovare Mandy, figlia di un ricco uomo d'affari di Fort Worth: questo è l'incarico di Cody. Investigatore privato, con un debole per i dipinti western di Frederic Remington, Cody è un uomo tutto d'un pezzo, ultima bandiera di una terra che sta cedendo il passo a cactus artificiali, discoteche e corna finte di longhorn. La storia ruota attorno a Mandy, la cantante di un giovane trio che si esibisce nei locali texani. Potrebbe essere scappata con Jeff, il chitarrista del gruppo, anche se Lisa, la pianista, giura di no. O invece è stata rapita? Quello che era cominciato come il più classico dei casi di persona scomparsa assume ben presto colori più crudi. Fra macabri avvertimenti e pestaggi all'ultimo sangue, Cody si ritrova a fare i conti con uno spietato gangster della mafia locale, mentre compaiono cadaveri e pallottole, pallottole che cominciano a fischiare troppo vicine. Solo l'amore per Janice gli darà la forza di sciogliere i nodi di un gioco ormai mortale.

Con uno stile teso e asciutto che ricorda "Tobacco Road" di Erskine Caldwell e una trama fitta di tranelli e sorprese, Reasoner racconta un superbo giallo a tinte noir, pescando a piene mani dalla tradizione americana. Tratteggia un Texas intenso e spietato, molto vicino a quello di James Crumley, fondendo mito e poetica del quotidiano, onore e sofferenza, in un affresco vivido ed emozionante, intelligentemente sospeso fra ballata e melodramma. La forza di questo romanzo, già pubblicato da una piccola casa editrice newyorkese nel 1980 e subito esaurito, a lungo introvabile oggetto di discussione tra fan e infine ripubblicato vent'anni dopo, risiede nel descrivere un mondo credibile - un mondo reale - al di là dei cliché del noir. Il Texas di Reasoner, freddo e battuto dal vento, dove niente riesce a restare fermo e a crescere solido, emerge con forza e precisione, grazie a una moltitudine di minimi tocchi capaci di creare una struttura perfetta nella sua essenzialità e nella sua classicità.

Ma il Texas non si limita a essere mera scenografia: è l'orizzonte irrinunciabile in cui si specchiano in ogni momento i protagonisti del romanzo, impregnati della poesia e della tragedia del mondo che li circonda. Tragedia amplificata dalla verità dei personaggi che lo abitano, dal loro essere assolutamente umani, autentici nella loro disperazione, incomprensibili nella loro follia, modesti nella loro normalità. Questo romanzo, come fa notare lo scrittore Ed Gorman, riesce a raccontare «quello di cui la gente normale si occupa, senza cercare la tragedia a ogni costo», e nel farlo si allontana da quella tendenza, sempre più diffusa nella narrativa contemporanea, che cerca di portare nella letteratura i caratteri e le strutture narrative proprie della fiction televisiva. Di fronte a tanta stereotipata finzione contemporanea, questo libro è una piccola gemma proprio perché si sviluppa all'interno della concreta realtà del delitto. Una realtà abitata da personaggi che non si propongono come calchi dal piccolo e grande schermo, ma che possono essere stupidi o acuti, poveri o ricchi, colmi di risentimento o paura, e che proprio nella loro esistenza quotidiana trovano la strada per scivolare nel delitto. Il protagonista non è solo un investigatore alle prese con un caso da risolvere, ma un uomo che cerca di capire com'è possibile che nell'universo ordinato delle vite comuni faccia irruzione l'orrore, che cerca di aggrapparsi alla propria umanità, alla giovinezza, all'amore, per non sprofondare in un vortice di caos.

Se, come sosteneva Raymond Chandler, il vero noir dev'essere in grado di soddisfare le aspettative del lettore anche in assenza dell'ultimo capitolo, questo è senz'altro il caso di Reasoner, che conquista per la sua capacità di scavare in una storia e di raccontare l'odio, l'amore, la paura, la follia e il rimorso, mettendo il lettore di fronte alla parte più intensa della sua umanità.

nr. 36 anno XV del 9 ottobre 2010

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