NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Un parroco vicentino in Guatemala scrive un libro che è molto filosofico

In “Il momento e l’elemento” don Sebastiano Crestani raccoglie una collezione di “articoli sul tempo costruiti nello spazio” con diversi riferimenti a luoghi di Vicenza

di Laura Campagnolo

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Un parroco vicentino in Guatemala scrive un libro

«Forse Dio mi vorrà in Terra finché non riuscirò a riabilitare il mio Cartesio», scherza così il parroco di Longare, laureato in Filosofia dopo gli studi classici al liceo A. Pigafetta di Vicenza, scettico alla cartesiana, passando per l'esperienza della sua missione apostolica in America come docente di metafisica all'Universidad Rafael Landivar de Guatemala. Il suo libro Il Momento e l'elemento, dato alle stampe nel 1987, durante il suo viaggio apostolico, raccoglie una collezione di "articoli sul tempo costruiti nello spazio" in cui si sale un percorso a spirale fra i vari argomenti del suo pensiero filosofico.

Ci parli della sua esperienza in Guatemala: durante la sua missione in America lei ha rischiato la vita... che cosa ricorda?

«Posso dire di essere sopravvissuto per miracolo. Fui coinvolto in un'imboscata provocata dall'esercito per intorbidire le acque durante una visita di Kofi Annan. Mi raggiunsero cinque pallottole. Ancora oggi porto i segni di quelle ferite: non vedo da un occhio e l'orecchio vicino è rimasto completamente sordo. Nonostante i colpi, rimasi in piedi, lucido. Chiesi di essere trasportato subito nel primo ospedale perché stavo perdendo molto sangue. Fu così che riuscii a salvarmi, mentre altri innocenti morirono. Il vero miracolo in Guatemala però fu un altro».

Quale?

«Quello della Virgen del pan, la vergine del pane. Accadde ad una coppia che voleva una figlia. La donna era cattolica, mentre il marito veniva da una famiglia mormona. Un giorno, il 12 dicembre, giorno dedicato alla Vergine di Guadalupe, mentre un corteo religioso passava davanti alla loro casa, la donna chiese al marito di pregare insieme, in ginocchio, per chiedere l'intercessione di Gesù affinché concedesse il miracolo di avere un altro figlio. Il marito accettò di inginocchiarsi e di pregare la Vergine in processione. Fu così che il 7 luglio 1985 nacque loro una figlia. In segno di gratitudine, la bimba venne chiamata Lupita. Una sera d'estate, il 18 giugno 1997, Lupita stava preparando la cena, prese il pane dal cestino per mangiarlo, e si accorse che il pane stava prendendo le sembianze di una sagoma, quella della Vergine. La madre si precipitò e vide che Lupita teneva in mano, senza dubbio, l'immagine della Vergine apparsa nel Corpo di Cristo pane. L'aspetto di questa pagnotta si conserva ancora oggi tale e quale. Si tratta di un miracolo oggettivo. La mia missione sarà di fare in modo che anche questo miracolo venga riconosciuto».

Lei è anche autore di testi filosofici. Nel suo libro "Il momento e l'elemento. Ordinalità e cardinalità", composto durante il viaggio in Guatemala, qual è il valore simbolico dei numeri?

«I numeri si dividono in due serie: i numeri cardinali appartengono alla scienza, i numeri ordinali sono della filosofia. L'intelligenza è come le due corna della lumaca: una serve per lo spazio rappresentato dai numeri cardinali, l'altra per la filosofia e per i numeri ordinali. L'esempio che si può portare è quello di un treno che viaggia senza ultimo vagone: l'ultimo vagone si può sganciare e correre indietro lungo la pendente! Citando Cartesio si può dire che egli tracci la via dell'esistenza: con l'ordinalità si va a Dio che è il primo, se qualcosa è primo allora è anche più grande di tutte le altre cose».

Nei capitoli finali si trovano nominate Porta S. Croce, Porta S. Bortolo e i corsi d'acqua del Retrone e del Bacchiglione. In che modo viene descritta Vicenza?

«In apertura del libro sta scritto: "Non saprò mai dire se quel ponte, posto su sponde alberate, obbligava la mia mobilità o se l'acqua sorgiva liberava la mia fissità". Risale infatti al 1958 il mio sacello alla sorgente del Bacchiglione. Ora quell'area è diventata parco regionale... Sicuramente anche sotto altri aspetti posso dire di aver fatto conoscere Vicenza a livello internazionale, ma lo era già in parte nell'antichità. Si pensi che il Concilio di Trento doveva tenersi a Vicenza, proprio mentre il Palladio stava strutturando la Basilica! Anche Dante parla di una città sul Bacchiglione. Vicenza è poi la seconda città di S. Ignazio. Io ci porto anche Cartesio interpretandolo in una certa maniera vicentina».

Uno dei suoi ultimi libri, "Il grifone scaligero e le cinque frecce", raffigura in copertina Porta Nuova, l'arco di ingresso alla città dove si trovano le statue di S. Ignazio e di Cartesio, quest'ultima  in parte  deturpata. Che cosa pensa?

«Per me Porta Nuova rappresenta un monumento di grande importanza filosofica. Nella foto in copertina si leggono due citazioni: la prima è di S. Ignazio: "L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e, mediante questo salvare la propria anima", mentre alla fine compare il testo di Cartesio: "Allora abbandonandoci completamente alla sua volontà ci si spoglia dei nostri interessi, e non si ha altra passione se non quella di fare quel che si crede riuscirgli gradito". Alcuni vandali hanno colorato di nero il volto della statua di Cartesio, come se volessero mettergli una maschera, dipingerlo di falso. Cartesio invece va difeso: egli sostiene che la verità deriva dal senso comune e va certificata. Il metodo quindi è proprio quello cartesiano, quello del dubbio metodico. Alla fine l'unica cosa certa è che anche il dubito è un pensare».

nr. 37 anno XV del 16 ottobre 2010

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