NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Lo scioglimento dei ghiacciai

di Giancarlo Marchetto

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Lo scioglimento dei ghiacciai

Montagne, che sembravano indistruttibili, immutabili ed invece si sbriciolano, laghi alpini che si prosciugano e ghiacciai, chiamati eterni che spariscono nel giro di pochi anni. Cambiamenti epocali causati dall'uomo, questa la diagnosi inequivocabile. Una evoluzione inesorabile che ha portato alla quasi totale scomparsa dei ghiacciai dolomitici ed anche quello della Marmolada versa in condizioni tragiche esposto, come un gelato, alle radiazioni solari. Fenomeno comune a tutti i ghiacciai del pianeta (che raccolgono il 70% dell'acqua dolce terrestre) compreso il Perito Moreno della Patagonia la più grande distesa d'acqua dolce della Terra. Gli effetti oltre che sul piano paesaggistico si misurano anche a livello ambientale con le montagne che soffrono di siccità. Gongolano soltanto gli speleologi perché dove un tempo c'erano i ghiacciai si aprono spettacolari cavità carsiche, paleontologi e archeologi (la scoperta della mummia Oetzi in val Senales ed i ritrovamenti di soldati e materiale bellico del primo grande conflitto sull'ormai ex-ghiacciaio dell'Adamello).
Un fenomeno in crescita esponenziale che lascia allibiti. In meno di un secolo i ghiacciai dolomitici ed alpini si sono dimezzati e sugli Appennini, l'ultimo rimasto, quello del Gran Sasso, oramai è quasi un ricordo. In Africa le nevi perenni del Kilimangiaro sono diventate delle chiazze nerastre. Il surriscaldamento del pianeta causerà enormi problemi di approvvigionamento idrico di milioni di persone che più o meno direttamente dipendono dalle riserve idriche dei ghiacciai. Ad inizio agosto del 2007 a quota 2700 metri s.l.m. sulla Marmolada la temperatura dell'aria era di +18° e sopra il ghiaccio di ben 9°. Il 2003, anno infernale per il clima, i ghiacciai alpini si assottigliarono di ben 3 metri, il doppio della media degli anni a seguire. Nel  2100 secondo un rapporto del Servizio di monitoraggio mondiale dei ghiacciai dell'Università di Zurigo e pubblicato sul Geophysical Research Letters, i ghiacciai delle Alpi saranno azzerati. Dal 1850, il volume complessivo dei ghiacciai alpini è diminuito di due terzi. Il tasso medio di scioglimento dal 1980 in poi è invece dell'1%.

Quali le conseguenze. Le più evidenti saranno di natura economica ma anche quelle geomorfologiche avranno un grosso impatto. Peserà il calo del turismo poi i cambiamenti per la formazione di bacini idrici effimeri, s'intensificheranno i fenomeni di crolli rocciosi perché il ghiaccio non farà più da collante ed anche in pianura sorgeranno problemi idrogeologici a causa delle piene improvvise dei fiumi per lo scioglimento delle nevi non più condizionate dai ghiacciai.

Un palliativo anche la "soluzione" escogitata dagli svizzeri che per difendere dall'irraggiamento solare l'importante stazione sciistica di Andermatt hanno avvolto il ghiacciaio con grandi teli in PVC. Servono interventi radicali, correttivi strutturali che limitino il rilascio nell'atmosfera dell'anidride carbonica e dei gas serra e politiche di contenimento dell'attività antropica nelle aree a rischio ma anche studi specifici che aiutino a comprendere i cambiamenti ambientali in atto.

nr. 37 anno XV del 16 ottobre 2010

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