NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La cucina povera va all’Expo di Milano

Le ricette della tradizione vicentina più antica riprese e raccolte in un libro di Francesco Soletti, sponsorizzate dalla Biblioteca La Vigna e già sistemate sulla rampa di lancio che porta alla notorietà internazionale - Invitati a partecipare, i 121 Comuni sono già presenti: Recoaro guida un drappello di una trentina che hanno presentato i propri piatti

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La cucina povera va all’Expo di Milano

(g. ar.) - Vicenza nel piatto, ovvero: la storia vera e non certo occultabile di una cucina provinciale che mantiene saldamente le sue radici e le sue tradizione facendo perno sull'unico vero puntello disponibile, vale a dire sul ricordo perenne e sull'utilizzazione perenne di ricette e modi di cucina che si mantengono vivi soltanto a patto che vengano praticati più o meno quotidianamente. C'è un nuovo libro che descrive minuziosamente questo mondo ancora ben presente. Contribuirà a portare in chiave di promozione tutto questo materiale all'Expo di Milano in programma tra cinque anni. Perché questo obiettivo? Per il semplice fatto, rispondono alla Biblioteca La Vigna, che si è fatta co-sponsor di questa pubblicazione dovuta ad un esperto tra i migliori della materia, Francesco Soletti, riassumere ricette e sapori della tradizione, anche la meno apparentemente ricca, significa rituffarsi in una questione che prima di tutto è culturale, descriverne i particolari, ritrovare perfino i sapori magari meno vivi nel ricordo, ottenere così una vera e propria mappa descrittiva di una terra nel suo complesso. La vera novità che si affianca al libro di Soletti è quella che vede già ora i Comuni, tutti e 121 i Comuni della provincia di Vicenza, capoluogo compreso, impegnati a contribuire fattivamente all'iniziativa portando la propria testimonianza con la scelta del proprio piatto tipico. Non per nulla, a bocce praticamente ancora ferme, sono già una trentina le amministrazioni che hanno aderito ufficialmente; il che lascia intendere quanto sia gradito questo invito e quale sia la disponibilità a fornire le risposte richieste. Un'operazione che serve anche a far uscire Vicenza ed il suo territorio dalla prigionia, per quanto gradevole, di un cliché precostituito e abbondantemente sfruttato: non solo baccalà, non solo polenta, non solo tutto ciò che si conosce ed è sicuramente affermato. L'aggiunta importante offerta ora è quella di una riscoperta a panorama completo di quelle tradizioni contadine che non si sono mai eclissate ma che certo hanno continuato a vivere su un piano diverso di notorietà. Molto più ristretto. Ora c'è un'opportunità in più per ristabilire certi valori e per trasformarli all'occorrenza in una potente autopromozione anche sul terreno del turistico. Dove si potrà scoprire che in fin dei conti questa cucina semi oscurata è tutt'altro che povera.

La "prigionia del baccalà" e le nuove prospettive


Come non partecipare ad un invito così allettante? La domanda se la rivolge Mario Bagnara, presidente della Biblioteca La Vigna, ed è naturalmente retorica. La risposta, scontatissima, viene in realtà perfino anticipata dalla risposta che la stessa Biblioteca, in compagnia dei 121 sindaci, dei presidenti di Proloco e di VicenzaÈ, braccio operativo della Camera di commercio nel settore del turismo e della promozione dei prodotti tipici vicentini, hanno fornito appena ricevuto il libro di Francesco Soletti.

Dire che l'opera di Soletti si occupa direttamente della "terra vicentina nel piatto", è come descrivere già di principio il materiale ricercato studiato e poi descritto, nonché la destinazione più logica e i destinatari del messaggio.

Lo descrive bene lo stesso Mario Bagnara quando dice che si tratta di un vero e proprio progetto culturale compiuto sulla falsariga di una documentazione precisa, di ricette specifiche descritte minuziosamente perfino con immagini, oltre che con l'apporto degli ingredienti e delle quantità utilizzate: «L'obiettivo è di avere un prodotto caratteristico e unico della cucina di ciascun Comune vicentino in modo da poter costruire un quadro completo. I Comuni si sono già mossi, quelli che hanno aderito all'invito sono una trentina, da Recoaro a Montorso, da Rotzo a Creazzo, da Lusiana a Lugo, a tanti altri che sicuramente saranno seguiti dalla totalità dei 121 perché si tratta di un progetto anche promozionale, che finisce con l'interessare davvero tutti».

La garanzia della buona partenza è proprio nella qualità del libro che Francesco Soletti ha scritto dopo una lunga e approfondita ricerca dei modi della cucina vicentina, delle sue specialità, della sua tradizione: «Soletti è un vero esperto nel settore della enogastronomia, mantiene rapporti importanti di collaborazione con la Bocconi di Milano ed è autore di altre pubblicazioni interessanti. Sono le migliori premesse per dire con sicurezza che questo lavoro e l'operazione di raccolta delle informazioni relative alla cucina della terra vicentina saranno alla fine uno strumento ottimo per l'attivazione di una iniziativa di promozione che mira appunto a raggiungere il traguardo dell'Expo di Milano in programma nel 2015. Sarà un vero e proprio piano strategico che attraverso la prospettiva culturale e la relativa promozione anche di taglio turistico potrà contribuire a creare una nuova vetrina dei prodotti vicentini in campo nazionale e internazionale».

Il ruolo della Biblioteca La Vigna, a parte quello di aver da subito accolto l'opera di Soletti come un benvenuto contributo al patrimonio già ricchissimo, è anche nell'aver di fatto costituito per l'autore il punto di riferimento principale e privilegiato proprio per quella massa imponente di notizie dalle quali si può attingere se si vogliono trattare temi specialistici come i prodotti della terra, della cucina e del gusto della tavola. Soletti ha dunque attinto proprio dagli scaffali della Vigna molti dei testi che gli sono serviti a studiare e approfondire ed infine a riversare i suoi appunti in un testo organico ora a disposizione dei lettori.

È davvero un modo, quello proposto da questa interessante iniziativa, per rendere la conoscenza della civiltà vicentina, in tavola e nelle sue molteplici colture, assai più larga e di prospettiva di quanto non risulti fino a questo punto. La cosiddetta prigionia del baccalà non è una favola, anche se ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo un prodotto tipico e molto apprezzato. Sempre di un recinto si tratta e come tale ci pare quanto mai auspicabile che il perimetro si allarghi: quando si parla di piatti tipici come il broccolo fiolaro di Creazzo, delle patate e marroni di Lugo, di gnocchi e fioretta di Recoaro, di carne secca mele e pere di Lusiana, oltre che di altre centinaia di piatti tradizionali, tradizionalmente legati al mondo contadino e ancora presenti nella cucina casalinga di tante famiglie, non si parla solo di mettersi a tavola, ma anche e soprattutto di andare ad indagarne particolari e origini e alla fine riportarli sotto gli occhi di tutti con il massimo della valorizzazione. In tutto ciò consiste l'operazione che si allungherà fino all'Expo di Milano, per proseguire, crediamo, anche molto oltre.

nr. 38 anno XV del 23 ottobre 2010

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