NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Mense: e se fosse vera fame?

Vertice in comune sulla questione mense, cresce la protesta dei genitori soprattutto per la grammatura, l’assessore Moretti: “Miglioreremo la scelta delle porzioni fatta con Usl e ministero”

di Luca Ancetti
ancettil@tvavicenza.it

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Mense: e se fosse vera fame?

I ragazzi tonano a casa da scuola e hanno fame! Cresce il numero di genitori di scolari che frequentano le scuole di Vicenza che in questi giorni in varie forme, anche attraverso facebook, manifestano il loro disagio riguardo la situazione mensa. Le proteste non riguardano tanto la filosofia del bilanciamento degli alimenti, introdotta dal piatto unico, quanto, ad esempio, sulla scelta di alcune pietanze, che, inesorabilmente, quasi nessun ragazzo mangia. Del resto alzi la mano chi ha visto un bambino mangiare finocchi o biete lesse, e non è una questione di educazione alimentare. Tra le segnalazioni giunte all'attenzione dell'assessorato, retto da Alessandra Moretti, in primo piano c'è il problema delle porzioni: non sono pochi i bambini, rilevano i genitori, che di fronte ad un pezzetto, sottomisura come direbbero i pescatori, di pizza o a un pugno di riso o pasta non reggono. Risultato: la dieta bilanciata studiata a tavolino da dietologi e pediatri dell'usl finisce disattesa subito dopo mensa, quando i ragazzi o prendono d'assalto i distributori di merende o mangiano quelle gelosamente tenute dal mattino nello zaino. Non manca poi tra i genitori chi lamenta che il rapporto qualità, quantità, prezzo non convince, tra ticket familiare e contributo del comune si superano i 5 euro non poco. La questione mense, che di giorno in giorno sta montando in città, è al centro di una interrogazione presentata dai consiglieri comunali del PdL, Valerio Sorrentino, Arrigo Abalti, Maurizio Franzina, Gerardo Meridio e Lucio Zoppello, che parlano di servizio disastroso e chiedono al sindaco se non ritiene che due mesi siano più che sufficienti per poter dare ai ragazzi un pasto decente? A contorno di tutto ciò mettono sul piatto della polemica politica le proteste espresse mercoledì sera direttamente all'assessore Moretti dai presidenti di diversi consigli di istituto.
«Ho chiesto io il vertice, precisa la responsabile del referato all'istruzione che ha fortemente voluto l'introduzione del "piatto unico" in mensa, convocando anche i dirigenti delle scuole cittadine e i medici pediatri, le dietiste e i responsabili del settore igiene degli alimenti dell'ospedale di Vicenza con i quali sono stati decisi i menù serviti nelle scuole. Riguardo le lamentele per le pietanze servite non a temperatura ideale, pur comprendendo che la situazione sia presente in quegli istituti dove in mensa si fanno i doppi turni, ho già richiamato ad una maggiore attenzione le tre ditte che gestiscono il servizio, così come sulla annotazione circa lo scarso condimento per le verdure crude ho inviato la segnalazione. Per quanto riguarda la grammatura, ossia la quantità delle porzioni, si sappia, rileva l'assessore Moretti, che è in linea con le indicazioni del ministero della salute che tengono conto di un dato allarmante, ossia che in Veneto il trenta per cento degli scolari è obeso. Il cosiddetto "bis", ci ha spiegato il medico dell'Usl responsabile del sevizio di scienze dell'alimentazione, è diseducativo dal punto di vista alimentare. Mi rendo conto che il servizio del piatto unico rappresenta una rivoluzione, mi conforta che praticamente nessuno tra i genitori metta in discussione la nuova proposta, non ho visto richieste a tornare al menù tradizionale. Posso assicurare che miglioreremo le criticità anche grazie alla collaborazione dei genitori, stiamo monitorando scuola per scuola circa l'andamento del servizio, il 25 novembre si riunirà nel mio assessorato il comitato mensa, da lì arriverà la prima seria, oggettiva verifica».

nr. 38 anno XV del 23 ottobre 2010

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