NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Con Albertazzi all'Olimpico Shakespeare e Duke Ellington

Grazie al regista e attore quasi novantenne due ore di buon teatro con brani del bardo inglese intervallati da intermezzi jazzistici

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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Con Albertazzi all'Olimpico Shakespeare e Duke Ell

Eccezionale autore, regista e attore Giorgio Albertazzi nel far rivivere per quasi due ore ininterrotte di recitazione, a 87 anni compiuti lo scorso mese di agosto, importanti protagonisti di drammi shakespeariani con l'accattivante musica di Duke Ellington in uno spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Veneto - Associazione Culturale Shake.it per il 63° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico.

In una specie di revival della sua lunga esperienza teatrale, fin dall'inizio egli ha voluto sottolineare il suo profondo legame con lo splendido teatro palladiano, iniziato ancora nel 1952, quando, quasi trentenne, interpretò Ilio, figlio di Eracle (Salvo Randone) nelle Trachinie di Sofocle, per ritornarvi nel 1967 da grande protagonista dell'Agamennone di Vittorio Alfieri e come regista poi di Adriano VII di Peter Luke nel 1972. Trionfale, per otto recite tutte esaurite, come ricorda Remo Schiavo nel suo contributo nel Diario 2010, fu il successivo ritorno nel 1977 come coprotagonista insieme con Anna Proclemer di Antonio e Cleopatra di William Shakespeare e quindi nel 1984 nel duplice ruolo di regista e interprete (il re di Castiglia) del Cid di Jean Vilar e Gérad Philipe. All'Olimpico nel 1993 rese omaggio a Carlo Goldoni, nel secondo centenario della morte, come regista de Les Memoires. A sancire questo suo feeling con Vicenza anche la consegna della seconda penna "Palladio d'oro" da parte del Sindaco E. Hüllweck.

Il ritorno di Shakespeare

Grazie ad Albertazzi è stato un felice ritorno al Teatro Olimpico anche della poesia drammatica del Bardo inglese che, dopo la prima esperienza del 1953 con Amleto, interpretato da Vittorio Gassman nella traduzione di Luigi Squarzina ("nuovo strappo alla tradizione" definì l'evento Gino Nogara nel suo volume degli Spettacoli Classici), viene "ammesso" ufficialmente e autorevolmente fra i classici dell'Olimpico dopo il Convegno sul Teatro Elisabettiano del 25 e 26 marzo 1972, giungendo ad essere interpretato addirittura con allestimenti in lingua originale dallo stesso Globe Theatre di Londra nel 2000 (Hamlet) e nel 2001 (Macbeth).

 

Gli intermezzi jazzistici di Duke Ellington

Per comprendere la scelta degli intermezzi jazzistici per lo spettacolo proposto all'Olimpico a conclusione degli Spettacoli Classici del 2010, bisogna anche ricordare che, come racconta nello stesso Diario 2010 lo specialista Riccardo Brazzale, direttore artistico del Vicenza Jazz Festival, Albertazzi è stato il primo a «portare in scena e far conoscere in Italia», con la collaborazione di Giorgio Gaslini, il rapporto tra Shakespeare ed Ellington, come frutto maturo, nella seconda metà del secolo scorso, della collaborazione del jazzista americano con lo Shakespeare Theatre di Stratford, nell'Ontario. Ne derivò nel 1957 la suite capolavoro Such Sweet Thunder in dodici parti, ispirate ai più famosi personaggi shakespeariani, che all'Olimpico Mario Raja ha eseguito al sax, intercalando gli affascinanti interventi di Albertazzi, pronto a suggerire con perfetta intonazione i vari motivi musicali, dopo aver fatto vibrare intensamente le voci di Otello, Marcantonio, Romeo, Riccardo III e infine, dialogante amorevolmente con il teschio di Yorick, il prediletto Amleto.

Un Albertazzi particolarmente divertito e appagato, addirittura colloquiale e simpatico con il pubblico, ben diverso da come siamo stati abituati ad apprezzarlo nelle sue magistrali performances: pronto, anche improvvisando, a raccontare se stesso e il suo profondo amore per il teatro.

A dialogare con lui nei ruoli shakespeariani di Desdemona, Cleopatra e soprattutto di Giulietta una magnifica e avvenente Roberta Caronia, giovane attrice siciliana diplomatasi all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, in questi ultimi anni acclamata interprete di personaggi classici nei teatri antichi di Segesta, Taormina e Siracusa.

 

Olimpico freddo

Unico inconveniente di una bella serata, molto animata anche da una buona presenza di studenti, il freddo, lamentato dallo stesso Albertazzi.

Perché non programmare spettacoli e concerti all'Olimpico al massimo fino alla metà di ottobre? Dopo questo limite il rischio di una temperatura inadeguata è pressoché certo. Con il Laboratorio Olimpico quest'anno si osa toccare persino la data del 12 novembre con Rumore di acque (testo e regia di Marco Martinelli); il secondo spettacolo proposto dal Teatro delle Albe dopo il successo di Rosvita del 22 ottobre. Gli appassionati sfideranno anche il freddo.

Ma non dimentichiamo che l'Olimpico, pur rimanendo sempre visitabile come monumento, come teatro ha bisogno del "letargo" autunnale-invernale. Anche per questo è stato costruito un nuovo Teatro Comunale, comodo e riscaldato.

 

nr. 40 anno XV del 6 novembre 2010

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