NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Quando si incontrano versi e pittura

Al museo Casabianca di Malo rassegna dedicata ad Andrea Zanzotto per il suo 89º compleanno - Testi originali accompagnati da incisioni artistiche, rassegne e un video promosso dalla Regione Veneto - Intanto prosegue l’iniziativa delle “esercitazioni in progress”

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Quando si incontrano versi e pittura

(g. ar.) - Dati anagrafici alla mano, Andrea Zanzotto affonda le sue origini culturali in quell'area a lui certo precedente, ma altrettanto certamente non estranea, che ebbe in Montale e Ungaretti in special modo gli esponenti più visibili e memorabili. L'opera di Zanzotto è lunga, articolatissima e spazia nell'arco di decenni che coincidono con la storia italiana dall'inizio della seconda guerra mondiale fino ad oggi. Si tratta di oltre 70 anni in cui il mondo ha vissuto un'avventura senza precedenti, violenze e rivolgimenti senza precedenti, una vera irresistibile ed incontenibile frustata per la consapevolezza all'esistenza di un intellettuale. È così che il poeta trevigiano vive e compone secondo una sua linea che non ha mai dimenticato o tradito, sia pure al mutare della chiave di lettura della realtà. Negli anni la critica lo ha etichettato in vario modo: Zanzotto sperimentalista, Zanzotto ermetico, eccetera. La verità è che Zanzotto è rimasto sempre e profondamente se stesso. Oggi la critica dice che «malgrado sia presto per apportare una critica alle ultime opere di Zanzotto, è certo che nelle sue ultime raccolte di poesie dal titolo Sovrimpressioni (2001) e Conglomerati (2009) il poeta, nella distruzione del paesaggio e nelle trasformazioni ambientali e antropologiche, vede sì i segni del degrado della propria terra e di chi la vive, ma trova ancora momenti di apertura affettuosi e ricchi di speranza, misti di ricordi ma anche di sopravvivenze. In questo modo, da quel grado zero che sembrava fase finale con Idioma, si sviluppa ancora, trovando nuove collocazioni sui sempre nuovi territori di una modernità in continuo progresso». È a questo personaggio che la Casabianca di Malo ha dedicato un'attenzione particolare mettendo in relazione i suoi versi all'altra manifestazione artistica che del museo di Malo è pane quotidiano: l'arte pittorica, la grafica internazionale moderna. La parola e il concetto faccia a faccia con il segno e il colore.

 

Riconoscimento ad un grande della poesia europea

In occasione degli ottantanove anni di Andrea Zanzotto, il Museo Casabianca ha preso l'iniziativa di organizzare una mostra molto particolare che si inserisce però nella logica di quel percorso che rinnovando il legame fra Poesia e Arti Visive indaga nel materiale raccolto da Giobatta Meneguzzo in oltre 50 anni di collezionismo e ne approfitta per riflettere sulle motivazioni che spingono un collezionista a rendere palesi le sue scelte.

Tutto il museo è stato messo a disposizione di questa nuova rassegna che ha visto l'esposizione di tre cartelle in "Omaggio ad Andrea Zanzotto per il suo ottantanovesimo compleanno" materiale che conteneva la riproduzione di quattro testi poetici accompagnati da altrettante incisioni dell'artista Paolo Gubinelli. Accanto alla parte dedicata a Zanzotto, il "dispiegamento" realizzato da Meneguzzo con un'opera dal titolo "Turbine 1988" di Stefano Arienti, l'artista scelto da AMACI come testimonial di questa sesta giornata dell'arte contemporanea, che ha fatto da sfondo a tutta l'iniziativa. Dopo di che è stato presentato un video sul collezionista Giobatta Meneguzzo dal titolo: "New York, Milano, Malo", promosso della Regione Veneto e realizzato nel 2010 dal Museo Etnografico della Provincia di Belluno e dal Museo Nazionale Dolomiti Bellunesi. È il titolo del video-documentario promosso dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Belluno, con l'apporto tecnico-scientifico del Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Museo Nazionale Dolomiti Bellunesi coordinato dalla direttrice Daniela Perco, con l'assistenza di Iolanda Da Deppo e Michele Trentini. Il video presenta una lunga conversazione avvenuta a Malo al Museo Casabianca con il collezionista, fondatore e direttore del Museo, Giobatta Meneguzzo e lo staff preposto alla realizzazione. Condensato in trenta minuti il documento rappresenta uno spaccato del lavoro svolto dal collezionista, suddiviso in testi e brani. Sotto l'aspetto tecnico-scientifico- operativo c'è una suddivisione nei seguenti capitoli: 1)- parte operativa con la selezione dei brani di Iolanda Da Deppo e Michele Trentini, la ricerca, le interviste ed i testi di Iolanda Da Deppo Regia, le riprese ed il montaggio di Michele Trentini. Il coordinamento scientifico è a cura di Daniela Perco; 2)- parte promozionale del Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi con la partecipazione della Regione Veneto.

Nella parte degli ex granai, infine, continua l'avvio delle "esercitazioni in progress" con l'esposizione di alcune opere ed oggetti di artisti e personaggi legati al Nouveau Realisme, movimento che quest'anno festeggia il 50º anno di fondazione, oggetto di "un'esercitazione" che si svolgerà nel prossimo autunno alla Casabianca.

Nato nel 1921 a Pieve di Soligo in provincia di Treviso, Andrea Zanzotto è giudicato il più importante poeta italiano vivente. La sua storia personale e quella degli studi sono un chiaro segnale di come una vita destinata alla letteratura dia i suoi segnali molto presto e risulti sempre corrispondete alla vocazione autentica di chi vi è impegnato. Iscrittosi alla facoltà di Lettere dell'Università di Padova nel 1939, Zanzotto ebbe come insegnanti, tra gli altri, Diego Valeri e il grande latinista Concetto Marchesi. Sotto la guida di Valeri approfondì la lettura di Baudelaire e scoprì Rimbaud, mentre, grazie a Luigi Stefanini, lesse per la prima volta Hölderlin, nella traduzione di Vincenzo Errante. Iniziò intanto lo studio del tedesco giungendo così a leggere in lingua originale grandi poeti come Hölderlin, Goethe e Heine. Nel 1940 ottenne la sua prima supplenza a Valdobbiadene. Nel 1941 la supplenza a Valdobbiadene non gli fu rinnovata, ma riuscì ad ottenerne una a Treviso presso una scuola media come laureando. Nell'ottobre del 1942, con una tesi sull'opera di Grazia Deledda, Zanzotto si laureò in letteratura italiana avendo come relatore il professor Natale Busetto.

 

nr. 40 anno XV del 6 novembre 2010

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