NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Un campo nel fango

Gli scout sono stati tra i primi a rispondere all’appello del comune di Vicenza che cercava volontari

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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Cronache dal fango

Sotto un cielo ancora butterato dalle nuvole, cessata la pioggia, la macchina degli aiuti riparte.

Dopo l'emergenza acqua, che almeno all'interno delle mura del centro non è più tale, la città fa il conto dei danni e prova, anche grazie all'aiuto dei volontari, a ritrovare un aspetto, nel limite del possibile, normale. C'è da levare il fango dalle case, dalle strade, dalle auto. Un lavoro enorme, che non può essere affidato solo alla protezione civile o all'esercito. Per questo squadre di volontari si sono messe a lavoro, coordinate dalle autorità competenti.

Tra i primi ad accorrere, fedeli al motto "estote parati" (state pronti), gli scout della zona Vicenza Berica.

«Già lunedì sera, insieme alla protezione civile, abbiamo allestito un centro di accoglienza all'interno dell'istituto Rossi grazie ad alcuni capi scout volontari che hanno dato la loro disponibilità in queste notti, mentre, oggi, daremo una mano ai lavori sulle strade insieme anche ai ragazzi», spiega Stefano, capo scout di vecchia data, prima di mettersi al lavoro in un mercoledì mattina che si preannuncia faticoso. Camicia blu e fazzolettone, senza paura di sporcarsi, gli scout hanno aiutato la protezione civile e la popolazione nelle zone limitrofe a Ponte degli Angeli dove l'acqua, aveva raggiunto il soffitto dei primi piani sommergendo auto, case e negozi.

«Abbiamo aiutato a pulire le strade e a levare il fango in contrà Torretti e in via IV Novembre, ma anche a portare fuori scatoloni dalle case. La situazione era impressionante, ad un certo punto un signore ci ha aperto i cancelli di casa, aveva un giardino in ciottolato, c'era fango ovunque», racconta Anna, scout del Vicenza 3 (Aracoeli), osservando la camicia azzurra sudicia di fango, mentre si concede una pausa a mezzogiorno.

«Sono stanchissima e ho male alle braccia e alla schiena», le fa eco Chiara sorridendo sconsolata.

I rinforzi arrivano all'una, quando in piazza Matteotti, 160 volontari per lo più giovani, hanno raccolto l'appello delle autorità e della protezione civile e sono corsi per ricevere istruzioni e materiale. Una pala ogni due persone, guanti, stivali, passano di mano in mano, il materiale appare da subito poco, ma nessuno  sembra lamentarsi.

«Sono di Polegge -spiega Federico- ho molti amici che se la passano male nella zona di Rettorgole e Cresole, ma lì era tutto inagibile così sono venuto in centro. Adesso andremo con i mezzi delle Aim, dove serve. Domani si vedrà, ma credo che nei prossimi giorni occorrerà l'aiuto di tutti».

Tra i volontari anche alcuni extracomunitari, cittadini da molti considerati di "serie b" eppure pronti a fare quanto serve.

«Vengo dal Ghana, ma non significa niente, vivo qui  da cinque anni ho degli amici che hanno la casa piena di acqua perciò voglio fare qualcosa», spiega Sara prima di entrare dentro un autobus destinato alla zona delle piscine.

Sull'autobus degli scout, destinazione viale Diaz, sale anche il vice Sindaco Moretti, sarà lei a coordinare alcuni degli aiuti e a raccogliere le segnalazione dei commercianti. «Come amministrazione siamo orgogliosi e ringraziamo quanti si sono messi a disposizione per aiutare. Orgogliosi in particolare dei molti giovani, come gli Scout, che si sono resi disponibili. Il mio appello è di unire le forze in questo momento di bisogno, occorre che tutti facciano il possibile. Ad esempio, penso, che sarebbe bello, e in questo senso faccio un appello alle scuole superiori della città, che riservassero il tempo, normalmente dedicano alle assemblee d'istituto, per dare una mano».

Al di là delle dichiarazioni, però, anche tra i volontari è chiaro a tutti che serve ben altro che un pugno di uomini armati di pala. Oltre al fango, girando di casa in casa, di negozio in negozio, il conto mentale dei danni cresce, anche a spanne, ben sopra le centinaia di migliaia di euro. «I magazzini sono pieni d'acqua ed è tutto da buttare, anche i macchinari, io ho dodici dipendenti e per loro non c'è nemmeno la cassa integrazione, ci vorranno mesi per riprendere il lavoro», spiega ai volontari un'imprenditrice, armata anche lei di stivali e pala.

Oggi, però, l'urgenza è levare la melma marrone dalle case, salvare il salvabile.

«Io ho un'amica che ora è sfollata, ma non sono qui solo per questo, è che credo sia un dovere fare quanto si può», racconta Emma, scout del Vicenza 5 (Debba).

La buona volontà, però, non basta, perché come notano in molti manca, ancora un certa organizzazione negli aiuti.

Troppo poche le vanghe distribuite ai volontari, pochissimi i mezzi disponibili per spostare il fango e i rifiuti, la lotta dei volontari appare impari, anche se nessuno si dispera.

«Questo pomeriggio ci hanno messo a pulire un parcheggio, a parte che se non lo chiudono e la gente ci mette le macchine diventa difficile fare un buon lavoro, ma credo che noi saremmo più utili dove le ruspe non arrivano, in mezzo alle case», spiega Francesco, uno dei volontari.

Sono le cinque del pomeriggio, quando gli autobus delle Aim, riportano in Piazza Matteotti i volontari. Qualcosa è stato fatto, lungo il centro, come in altre zone residenziali il grigio del cemento torna a prendere il posto del marrone argilla che prima lo ricopriva.

Il ritorno alla normalità, però, è ancora distante, per questo, anche nei prossimi giorni, i volontari, gli scout, torneranno ad impugnare la pala, pronti a fare del loro meglio.

 

nr. 40 anno XV del 6 novembre 2010

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