NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Dalle parole ai fatti

Lettera ai massimi vertici istituzionali del presidente della Repubblica dopo la sua visita nelle aree alluvionate

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Dalle parole ai fatti

«Ringrazio il presidente Giorgio Napolitano per questa iniziativa non frequente con la quale ha voluto interessare i massimi vertici istituzionali esecutivo e legislativo dell'esito della sua visita nelle nostre terre alluvionate». Con queste parole il sindaco di Vicenza Achille Variati, imitato in questo anche dal governatore Luca Zaia, ha espresso l'apprezzamento verso il Capo dello Stato che, dopo aver fatto visita alle aree alluvionate del vicentino alle sue parole di impegno ha voluto immediatamente far seguire i fatti.

Per questo riteniamo doveroso pubblicare il testo integrale della lettera inviata il 16 novembre dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, al Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani e al Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, che è ora all'attenzione delle Commissioni parlamentari competenti per l'esame dei relativi provvedimenti.

«Ritengo utile rappresentarle l'esito degli incontri da me tenuti il 10 e 11 novembre a Padova, Vicenza e Verona - oltre che con le autorità regionali e provinciali - con i Sindaci dei Comuni veneti maggiormente colpiti dai recenti eventi alluvionali. Gli interventi dei Sindaci sono stati ispirati - nel descrivere l'inaudita violenza dei fenomeni succedutisi a partire dal 31 ottobre u.s. e la vastità e gravità dei danni subiti - al massimo senso di responsabilità, nel riconoscimento e nel rispetto del contributo offerto dalle forze dello Stato per fronteggiare quelle drammatiche emergenze e nel ribadire sentimenti di profonda appartenenza alla comunità nazionale, di pieno ancoraggio al quadro delle istituzioni repubblicane.

È emersa innanzitutto la straordinaria portata degli sforzi messi in atto dai Sindaci e dalle popolazioni locali, anche con l'apporto di una magnifica mobilitazione di giovani volontari e in uno spirito di solidarietà, in primo luogo tra le famiglie, che non ha conosciuto confini. È dunque assolutamente giusto che i protagonisti di questa autonoma risposta sentano che ad essa corrispondono l'apprezzamento e la valorizzazione - forse carenti nei primissimi giorni - da parte del paese in tutte le sue rappresentanze ed espressioni. In effetti, non c'è stato, dinanzi alla prova da affrontare, né attesismo né un semplice rivendicare l'aiuto dello Stato nazionale; si è agito con le proprie forze e nel modo migliore.

Naturalmente, l'aiuto nazionale è indispensabile per riparare i guasti (al di là della insanabile perdita di vite umane) e favorire la ripresa della vita civile e dell'attività economica nei luoghi colpiti. Dopo l'annuncio dello stanziamento deciso dal governo, negli incontri da me tenuti si è sottolineato come vengano ritenute indispensabili ulteriori provvidenze, con la garanzia - su cui da parte dei Sindaci e delle altre autorità venete si è credibilmente insistito - che la ricognizione e quantificazione dei danni sarà compiuta col massimo rigore, e che con altrettanto rigore si impiegheranno le risorse provenienti dall'aiuto statale. Ma i punti che sono apparsi in questo quadro essenziali possono riassumersi nell'esigenza di poter immediatamente disporre dei fondi stanziati e di non dover sottostare a procedure defatiganti di carattere burocratico per poterli utilizzare innanzitutto a vantaggio del rilancio delle aziende che rischiano di non potersi sollevare dalle devastazioni subite.

Infine, è stata in tutti gli incontri posta con forza la questione di una seria riconsiderazione, anche sulla base di studi e progetti avviati nel passato e rimasti disattesi, di un consolidamento e rinnovamento del sistema idraulico in una condizione innanzitutto a vantaggio del rilancio delle aziende che rischiano di non potersi sollevare dalle devastazioni subite.

Infine, è stata in tutti gli incontri posta con forza la questione di una seria riconsiderazione, anche sulla base di studi e progetti avviati nel passato e rimasti disattesi, di un consolidamento e rinnovamento del sistema idraulico in una condizione che per varie zone è ormai esposta al pericolo di fenomeni ricorrenti di dissesto, sotto l'urto di crescenti emergenze climatiche.

Confido che da una riflessione su questi temi possano scaturire, innanzitutto sulla base dell'ordinanza già adottata, efficaci risposte congiunte, da parte dello Stato e degli Enti locali, alle attese delle popolazioni venete».

 

nr. 42 anno XV del 20 novembre 2010

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