NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Tutti a teatro arrivano i Momix

Gli atleti ballerini di Moses Pendleton emozionano e stupiscono grazie allo spettacolo Remix, il meglio di trent’anni in scena

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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momix

Stupore: la chiave stilistica per interpretare uno spettacolo dei Momix è sempre la stessa e non poteva essere diversamente con questo ultimo spettacolo Remix che, volendo celebrare i trent'anni della compagnia, ne ripercorre i brani più belli. Stupore è il sentimento che coglie lo spettatore alla vista di macchine sceniche rotanti, corpi che rimangono sospesi, figure intrecciate delle quali non si capisce, all'inizio, il vero significato. Ogni singolo brano contiene in sé e si sviluppa attorno ad una visione destinata a far fare un salto sulla poltrona allo spettatore. E del resto non può essere un caso se nei tre giorni che il Comunale ha dedicato alla compagnia di Moses Pendleton non si trovava un singolo posto a sedere vuoto. Non è un caso e non è nemmeno una esperienza comune per uno spettacolo di balletto contemporaneo. L'arte coreutica vive un periodo strano: a fronte dei grandi numeri fra i praticanti, e soprattutto le giovani e giovanissime praticanti, spesso i teatri rimangono poco frequentati dal grande pubblico. C'è diffidenza verso una forma di spettacolo a torto considerata difficile, di ostica comprensione. Non è così per gli spettacoli dei Momix. Il loro stile atletico, a metà fra il balletto e lo stile circense rilanciato dall'esperienza del "Cirque du Soleil", richiama una platea vasta ed eterogenea e soddisfa ogni tipo di palato artistico.

Dice bene Eleonora Tedeschi quando afferma che uno spettacolo dei Momix non rappresenta «niente che abbia a che fare con le normali coreografie di danza. Tutto è studiato per colpire, affascinare e lasciare il pubblico incollato sulla sedia». E non è nemmeno strano pensare a quanto, nell'ultimo periodo, siano diventate popolari le cerimonie di apertura di Giochi Olimpici, estivi o invernali. Il nome Momix - acronimo di MO, come Moses, e Mix, come miscellanea di sperimentazioni - nasce assieme al celebre a-solo creato da Pendleton in occasione dei giochi olimpici di Lake Placid nel 1980.

Lo spettacolo attuale si apre con un pezzo, "Solar Flares" visto recentemente anche nella prima assoluta di Bothanica proprio a Vicenza, ma prosegue con "Tuu", tratto da Momix Classics: Rebecca Rasmussen e Steven Marshall si esibiscono in un duo di bellezza straordinaria. I corpi si uniscono, quasi fossero due esseri in simbiosi. Si staccano solo per qualche secondo per poi unirsi ancora, in un brano di rara poesia.

Sembrano fiammelle alimentate da gas metano, invece, le leggerissime gonne bianche che vengono usate e mosse nella nuova creazione studiata proprio per Remix: il brano è "Baths Of Caracalla". In scena tutte le interpreti femminili in un pezzo che ammicca sensuale e stupisce per il movimento di questi indumenti, corte e leggerissime gonne bianche.

Da Supermomix arriva invece "Sputnik": qui i corpi si sollevano, privi di peso e di gravità, grazie ad una delle macchine sceniche studiate da Alan Boeding e Marty Ponte. Gli stessi tre lunghi pali, già visti in "Pole Dance", si innestano in una struttura centrale e vengono fatti ruotare dagli interpreti. Una macchina che consente movimenti e sospensioni che strappano applausi a scena aperta.

Ci sono elementi classici: le ombre cinesi, i corpi illuminati da lampade fluorescenti per trasformare braccia e gambe in qualcosa di diverso, quasi in un disegno animato che rappresenta altro e ci sono attrezzi da palestra, come la fit-ball, reinterpretata e rivista in funzione scenica.

Su tutto è imperdibile "Dream Catcher", il brano che vede in scena Heather Magee e Sam Beckman assieme ad una macchina fatta di sfere di metallo inserite una dentro l'altra. Gli artisti la usano per ruotare, arrampicarsi, passare al suo interno. E proprio quando il pubblico è convinto che l'interprete sarà travolto dal movimento di questa ruota asimmetrica, ecco lo stupore, il passaggio attraverso lo spazio vuoto. È come vedere un film di Charlie Chaplin, la scena nella quale la parete della casa crolla e lui rimane in piedi, passando miracolosamente attraverso l'unico spazio aperto di una finestra. È lo stupore, la solita chiave stilistica.

Detto delle capacità atletiche di Brian Simerson in scena con un tavolo in "Table Talk" e della poesia di Nicole Loizides nella ipnotica "Aqua Flora", lo spettacolo si chiude con un esilarante divertissment: è ancora una volta una nuova creazione, "If You Need Some Body". La compagnia di presenta in scena con una serie di manichini che scuote, lancia, utilizza per movimenti incredibili e sinceramente divertenti.

E sugli applausi, lunghi, convinti e unanimi ecco arrivare la musica di "Happy Birthday", già perché questo Remix, dedicato all'amico Pi Keohavong, nasce anche dalla necessità di celebrare i trent'anni di attività di Momix. Tanti auguri, Momix!

 

nr. 45 anno XV dell'11 dicembre 2010

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