NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il segreto di uno scrittore talentuoso nell’ultimo libro di Sebastiano Zanolli

“Dovresti tornare a guidare il camion, Elvis” è il titolo di una pubblicazione in cui si insegna a “puntare sul proprio talento quando tutto sembra non funzionare”

di Laura Campagnolo

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Il segreto di uno scrittore talentuoso nell’ultimo

Manager di professione, scrittore per passione, queste le doti che rispondono al nome di Sebastiano Zanolli. Bassanese d'origine, da sempre innamorato della scrittura, nei suoi libri ha cercato di raccogliere i consigli che nella vita egli stesso avrebbe voluto ricevere. Un'ascesa letteraria rapida e brillante, accentuata da una personalità che ha reso Sebastiano unico nel panorama della formazione nel campo della motivazione e della crescita personali. L'appuntamento è in libreria con il suol ultimo libro, "Dovresti tornare a guidare il camion Elvis", pubblicato dall'editore Franco Angeli, con nota introduttiva di Donatella Rettore. Una riflessione viscerale su come coltivare le proprie attitudini individuali.  

La scrittura e la lettura sono sempre state una sua grande passione. Com'è nato questo amore e l'idea di redigere i suoi libri?

«Io, come molti scrivo prima di tutto per me stesso. Scrivere manuali o saggi significa eseguire un esercizio di responsabilità e non potere più dire "non sono parole mie". Quindi ti costringe a rimanere congruente o ad ammettere di avere sbagliato. Ecco prima di tutto scrivo per questo. Poi scrivo perché mi piacerebbe lasciare traccia delle mie esperienze, errori, successi ed insuccessi in modo che potessero essere utili a qualcuno».

Nella vita privata lavora come manager di successo, una carriera in salita che le ha permesso di realizzare una serie di esperienze positive. Con quali consigli si rivolge al lettore per affrontare le responsabilità personali?

«È una domanda grande. Ma per circoscrivere e semplificare se potessi permettermi di suggerire tre attività da mettere in pratica direi:

-          Non siamo poi così messi male come cercano di farci credere, guardiamo agli eventi chiedendoci cosa c'è di buono e come possiamo usarli.

-          Nella insoddisfazione agiamo, ma muoviamoci. Qualsiasi azione è meglio che nessuna azione.

-          Approfondiamo e conosciamo gente. Si cresce solo aprendosi».

I suoi quattro saggi rappresentano una dispensa di consigli da aprire anche a caso. Qual è il segreto di un tale successo di vendita (20 mila copie)?

«Credo che le chiavi siano state essenzialmente tre.

  1. Sono semplici da leggere e brevi.

  2. Riportano solo consigli e suggerimenti frutto di esperienza e rifuggono dalla teoria.

  3. Trattano di argomenti che tutti dobbiamo affrontare».

C'è anche chi, dopo aver letto i suoi libri, ha deciso di cambiare decisamente vita. La sente come una colpa o un merito?

«Né uno né l'altro. Sono felice di attivare cambiamenti positivi, ma il merito o la responsabilità non è di chi scrive, ma di chi fa. Le indicazioni su come cambiare ciò che va cambiato sono ovunque. Sappiamo tutti cosa fare per migliorare la nostra salute, le nostre finanze o la nostra serenità, ma il vero ostacolo sta nel farlo. Mettere in pratica. Quindi, si, mi fa piacere sapere di questi cambiamenti, ma l'artefice non sono io. Al massimo posso essere la levatrice».

Pur non essendo docente universitario, è stato chiamato a tenere lezioni in alcuni atenei d'Italia sull'organizzazione e sulla motivazione in ambito professionale. Com'è andata?

«Molto bene, è stato davvero interessante. A dire la verità contaminare l'ambiente universitario con qualcuno che arriva dalla azienda è sempre proficuo. I ragazzi sono sempre molto curiosi, o meglio, molti di loro sono curiosi. Alcuni no. Ma il bilancio è ampiamente positivo, le mail di ringraziamento e i contatti via facebook che ho ricevuto sono state centinaia».

Ma allora, qual è la chiave di volta per affrontare tutte le situazioni che si presentano nella vita?

«Eheheh... la chiave di volta per affrontare tutte le situazioni della vita? Se lo sapessi probabilmente vestirei una tunica e camminerei sulle acque. Non posso permettermi di dare una risposta a questo quesito. Posso però dare delle premesse, leggi di natura che non variano e che sono da tenere presenti quando si affrontano le situazioni. Non c'è un effetto senza una causa. Quindi se non fai nulla non succederà nulla. Non esiste nulla di umano che prima non sia stato immaginato in tutto o in parte. Quindi sogna e progetta. Le energie vanno dove va la concentrazione. Quindi occhi a quello che pensi e su cui ti focalizzi. Fa che sia quello che hai a cuore. Poi in ultima, ricordarsi che non saremo qui per sempre, vada come vada, questa vita rimane una esperienza con un inizio ed una fine. Sprecarla è un peccato».

Tenendo presente anche della crisi economica degli ultimi anni, come vede il futuro?

«Il futuro non è molto bene da quello che conosciamo già. Se legge un giornale degli anni '70 ci ritroverà, mutatis mutandis gli stessi titoli, le stesse paure e le stesse angosce. Aggiungi un appuntamento per oggi molte più persone nel mondo vivono meglio di 40 anni fa. La domanda problematica è come vedo il futuro per noi italiani. In questo caso direi che visto che non saremo più parte della razza dominante ci conviene raddoppiare i nostri sforzi per essere individualmente capaci, simpatici, ospitali, in gamba, innovatori, cultori del buon gusto, dell'arte, della cultura... Il nostro futuro dipende sempre di più dalle scelte individuali. Ed è un bene che sia così. Dovremo diventare tutti più bravi e più buoni».

 

nr. 03 anno XVI del 29 gennaio 2011

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