NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il mistero del plico Fogazzaro

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Il mistero del plico Fogazzaro

GIOCARE COL TEMPO

Del resto, ad essere intaccato dalla Galassia della Rete è tutta la "galassia Guttemberg"... Quanto a Fogazzaro, aveva ragione il suo maestro Zanella a trovargli un deficit di quella fantasia creatrice, che è dei grandi scrittori. Fu letterato, tardo-romantico e decadente, ma piuttosto linfatico. Acuto lo era, ma non largo e profondo. Molto atteggiato. Spesso le sue macchiette e anche personaggi di spicco, come il Commendatore (Lampertico), sono calchi dotati di vita apparente. Ha momenti alti, quando meno vuole scrivere "alto": a volte il suo impressionismo (vedi scena notturna sul lago, in Piccolo mondo antico) dà le prove migliori. L'impalcatura ideativa e ideale è nulla, o quasi: non lo prendo sul serio, come non prendo sul serio d'Annunzio, grandissimo artista d'altronde: al suo confronto il Fogazzaro è uno stenterello. Ma oggi serve alla Chiesa, serve ai celebranti, che hanno di che occuparsi, può servire, con Piccolo mondo antico a ripercorrere, per scene ed emozioni la nostra vilipesa epopea nazionale. Mi compiaccio se qualche decina di lettori giovani lo scopriranno. Ma preferirei che leggessero, che so? Maupassant: o, se vogliamo parlare di Cattolicesimo, Chateaubriand o, di cent'anni più giovane, Chesterton. E il suo successo mondiale come si spiega? Come quello della Delly: confezionava romanzi edificanti di intrattenimento, buoni per i filistei di tutto il mondo. Forse Morbiato ha ragione, ma, in ogni caso, non mi pare si tratti di cosa importante per noi, oggi. Fogazzaro amava "giocare col tempo", che è quello che ognuno fa nell'atto di dettare il proprio testamento: proiettandosi paradossalmente oltre il Limitar di Dite. Dunque egli propose con molta serietà al figlio Mariano di scrivere una lettera al se stesso futuro: cioè al Mariano di dieci anni dopo. Ma la cosa non portò bene, perché, come sai, Mariano morì a vent'anni, non so se di colera o di tifo. Conosco altri casi di questa perversione.

 

COME IL PETRARCA

Oltre a un mio amico, c'è quella di Petrarca, che scriveva "ad posteros", e di Ermolao Barbaro che, in certe glosse marginali ad Aristotele, dava appuntamento a se stesso, di anno in anno, nello stesso giorno. Perché non pensare che nel pacco ci sia una lettera ai posteri? Ma Fogazzaro, se vive, vive ormai per quel che resta di Malombra, di Piccolo Mondo Antico, di qualche parte di Piccolo mondo Moderno. Ancora un ricordo. Il cantante oggi dimenticato Al Jonhson, popolarissimo negli anni Trenta, lasciò al figlio il contenuto di una cassetta di sicurezza, da aprirsi cinquant'anni dopo la sua morte. Si pensava a gioielli o titoli preziosi, o segreti inconfessabili. Risultò che c'era solo qualche registrazione inedita di certe canzoni, che, nella sua vanità, il testatore credeva sarebbero valse una fortuna. Ma il gusto era terribilmente mutato: ormai il divo dell'ugola era Frank Sinatra, e non se ne ricavò niente. Qualsiasi cosa ci sia, sarà priva di importanza, rispetto ai nostri problemi dell'oggi: comunque, non muterà la nostra immagine di Fogazzaro, come le sue virtù, e i suoi limiti - il vezzo di giocare, da narciso, con l'amore altrui, e un certo suo dilettantismo teologico.

 

nr. 04 anno XVI del 5 febbraio 2011

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