NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L’ombra inquietante nelle foschie di Venezia

Presentato nella biblioteca civica di Caldogno il nuovo libro di Francesca Sarah Toich che racconta di un ragazzo alleato al filosofo da cui è assistito nella sua guerra alla “mente nera” - Suggestivi i riferimenti a lontane avventure letterarie in questo lavoro dedicato senza esclusioni, in stile Calvino, a ragazzi ed adulti

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L’ombra inquietante nelle foschie di Venezia

(g. ar. ) - Dell'isola di San Servolo, da sempre, si era parlato solo tra pochi intimi, quelli che abitavano nei dintorni. E "dintorni", a Venezia, significa altre isolette più o meno identificabili salvo abbiano un campanile a corredo; ragion per cui sentir nominare improvvisamente questo... san Servolo fu un po' come girare l'angolo e retrocedere per la sorpresa. Nel caso, la sorpresa pareva sulle prime ben poco aggressiva; mal gliene incolse a chi pensò una sciocchezza del genere: l'isola fu la primissima epifania del nuovo corso psichiatrico in Italia promosso dal prof. Basaglia, disseppellita da una storia di sporcizia, abusi, oblii più o meno coscienti, vere e proprie prigionie. E San Servolo raccontò tutto di sé, si mostrò alla fine per quello che era, un mezzo mistero in mezzo ad una laguna fatta di mezzi misteri, di nebbie, di orizzonti offuscati, tutto il bagaglio della venezianità che i turisti nemmeno percepiscono e che invece è il cuore stesso della città e della sua storia. Venezia dei misteri, dei silenzi, del grido improvviso di non si sa chi, Venezia dei fantasmi, le grigie presenze che la accompagnano da ben prima della Serenissima quasi alla stregua di un coro accattivante. Perchè tirare in ballo Basaglia e San Servolo, la psichiatria e i fantasmi, le ombre che gravitano su Venezia e la rendono ancora più fitta di sussurri e di fascino? Perchè Francesca Sarah Toich presenta nella biblioteca comunale Caldogno il suo libro di "avventura filosofica tra i fantasmi di Venezia" dal titolo L'Ombra; il quale libro, spiega, è una favola per ragazzi e adulti ambientata in laguna e nelle sue isole immaginarie in cui "un giovane con il dono di vedere i fantasmi si fa da loro aiutare per sconfiggere la mente nera, guidato dall'ombra del filosofo. Francesca Sarah Toich benché giovanissima vanta un'ampia serie di benemerenze artistico-letterarie-poetiche di cui diamo un cenno nelle conclusioni di questo interveto. Il delirio dell'immaginazione ha la potenza di uno scenario spalancato a tutto orizzonte. Tra Calvino e Bulgakov con un riferimento geografico culturale come Venezia, che da Giordano Bruno a Mann, da Ludwig a Fortuny a Wagner ha ispirato secoli di cultura e di suggestioni, L'Ombra per così dire "gioca in casa" ed estende largamente il suo raccontare anche oltre limiti che parrebbero difficilmente valicabili. Ma la fantasia e l'affabulazione per fortuna non conoscono confini e permettono la più completa espressività. Francesca Sarah Toich ne approfitta fino in fondo ed è così che arriva a questo suo libro.

Thrilling tra isole vere e immaginarie in mezzo a suoni e odori

Evocare i fantasmi e le ombre veneziane è come andare a ripescare una bibliografia tanto ricca quanto popolata di personaggi la cui fama ha saputo polverizzare le insidie del tempo. Da Visconti a Mahler, da Giordano Bruno a Thomas Mann, Ludwig di Baviera, Peggy Guggenheim, e via citando, i chiaroscuri di Venezia sono stati celebrati nel modo più vario. Qui piace ricordare un paio di riferimenti molto più vicini nel tempo: ne sono stati autori Antonio Stefani, con un libro di poesia che di Venezia tracciano una mappa in verso di rarissima bellezza ed efficacia, e il prof. Lionello Puppi il quale nella sua ricerca storico-artistica ha pescato negli archivi la fondazione e l'inaugurazione di un teatro Foscari che Venezia conobbe per pochi anni e che subito parve dimenticare.

Suggestiva, partendo da Stefani, la domanda che pone a se stesso prima che agli altri: che cosa si può mai dire su Venezia? E da lì parte il viaggio che conduce il lettore, anche non necessariamente troppo incline alla lettura in versi, a capire come è stato possibile pensare seriamente di mettere in fila pensieri e versi quando i precedenti sono tutti lì a schiacciarti come un moscerino? E, proprio volendo -scrive Stefani- quale chiave dovrà impugnare questo nuovo invasore della privatezza della città più bella del mondo per metterne in moto la serratura più importante, che spalanca la porta e ti accoglie anziché respingerti? La diabolicità del disegno tiene conto opportunamente di tutte queste insidie, visibili e invisibili. Ripetere non si può, imitare non si può. Impossibile pensare di presentarsi con il manoscritto in mano ad un veneziano di anagrafe sicura come Lino Toffolo e sperare che te lo controfirmi senza leggerlo, o che di riga in riga manifesti una qualsiasi debolezza autolesionista. Da queste considerazioni e da questi pensieri è nato quel libro di Stefani, una vera e propria cartolina indimenticabile che mette assieme fumi e nebbie, acque chete e insidiose, perfino puzza compresa.

Per quanto invece riguarda l'altra storia veneziana, quella scritta da Lionello Puppi, ripercorre la vicenda non proprio fortunatissima dell'inaugurazione di un teatro, quello di Palazzo Foscari, aperto e in attività per alcuni anni, ma poi letteralmente ingoiato dall'instabilità politico culturale che i secoli attribuirono alla pur granitica vita della Serenissima fino all'avvento di Napoleone. Un'altra storia torbida e inquietante alla quale bene si attribuiscono tutti gli aggettivi specialmente e continuamente connessi con l'ombrosità storico vocazionale di Venezia, delle sue isole e della sua stessa lunghissima vicenda istituzionale e civile. Questa storia di Lionello Puppi mette sotto fuoco tra l'altro un nobiluomo vicentino dell'epoca, Vincenzo Arnaldi, che commissionò la fabbrica del teatro nientemeno che ad Andrea Palladio il quale rispose fedelmente in quanto architetto, ma con lamenti infiniti per tutti i guai che questa operazione gli aveva procurato a quanto pare, giorno dopo giorno, dal punto di vista della fattibilità e delle soluzioni tecniche in un contesto davvero poco favorevole a nuove costruzioni. Tutto questo e anzi molto altro si trova nel fedele diario personale di un altro vicentino, Fabio Monza, che all'avvenimento fu testimone oculare avendo in diligenza raggiunto appositamente la laguna per lo spettacolo inaugurale e descritto poi l'avvenimento dimostrando di condividere quasi tutte le desolate perplessità di Andrea Palladio.

Per tornare infine a questo ultimo e suggestivo libro di Francesca Sarah Toich, di rilevante c'è da riferire anche il curriculum dell'autrice; nata a Vicenza nel 1980, oggi vive tra Irlanda e Italia, ha scritto molti testi sia racconti che pezzi teatrali, e non fa della scrittura la sua attività preferita essendo anche attrice ed insegnante di recitazione e teatro. Per due volte ha vinto il Lauro Dantesco, riconoscimento che viene assegnato dal centro relazioni culturali di Ravenna come miglior giovane interprete della Divina Commedia, un premio internazionale. L'anno scorso le è stato assegnato il primo premio per il concorso internazionale di scrittura abbinato al Premio Goldoni Opera Prima con la tragedia Diotallevi. Francesca Sarah Toich è anche fondatrice e presidente dell'associazione culturale Ubikteatro che ha sede a Venezia.


nr. 06 anno XVI del 19 febbraio 2011

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