NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Due storie: la artistica e la esistenziale nelle acqueforti di Bonizza Modolo

L’artista vicentina espone fino al 20 marzo al Museo della Stampa – Casa stampatori di Soncino presso Cremona una serie di incisioni che costituiscono la sua opera più recente

di Resy Amaglio

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Due storie: la artistica e la esistenziale<BR>
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Bonizza Modolo espone dal 27 febbraio al 20 marzo, al Museo della Stampa-Casa Stampatori di Soncino, Cremona, una raccolta di incisioni recenti, già in mostra ad Este lo scorso autunno, per la cura di Maria Lucia Ferraguti.

L'approdo allo spazio espositivo lombardo, di notevole importanza per tradizione e livello culturale, rappresenta un'ulteriore tappa nel percorso artistico dell'autrice vicentina, impegnata sul doppio versante della grafica e della pittura, ma che nel dominio del segno esprime in maniera peculiare gli aspetti più significativi della propria personalità.

Le nuove opere, datate in prevalenza dal 2009 al 2010, costituiscono un'assai valida prova della sua variegata capacità espressiva, di cui danno ampia e coinvolgente lettura.

Concettualmente, l'idea dominante del suo operato rimane quella sorta di alterità che ne connota il carattere sin dagli esordi, permeandone sensibilmente la forma, aperta all'urgenza di molteplici istanze interiori. Si innervano di un tale sentimento creazioni dai titoli emblematici, Ricordando, Differenti orizzonti, ma esso risulta egualmente intuibile in pagine di apparentemente diverso sentire, Lagune, Spazio violato. Su tutte riverbera il senso di una realtà intima rivissuta con determinazione, fino a costruirne una narrazione complessa, cui funge da tramite una scrittura emotiva di matrice espressionista, capace però anche di decantarsi con leggerezza.

Particolarmente interessante al riguardo è la cartella Vola alta parola, dove l'acquaforte si accosta con bella misura a una lirica di Mario Luzi. Siamo al 2006 e da allora ad oggi il cammino dell'artista progredisce a passi regolari, con esiti via via più sicuri e apprezzabili.

Bonizza Modolo si avvale di un linguaggio composito e sensibile ad opposte forze, l'evoluzione lessicale procedendo a specchio di una costante riflessione esistenziale. Dialogo e contraddittorio, armonie e dissonanze cadenzano questi fogli, dove il pathos delle tracce dei neri si allaccia molto liberamente all'asciuttezza del segno, esaltato da stralci di superficie immacolata. Alla complessità di problematiche recondite risponde la continua alternanza dei fattori espressivi, mobili e molto differenziati: sono gli scarti improvvisi di luce e oscurità, perfettamente leggibili nelle Possibili convivenze quanto nel drammatico Fuori luogo, o il porsi contrastivo delle Strutture, ma anche la lievità chiaroscurata di Gioco di reti, che il bulino evidenzia con pacato equilibrio in una fantasiosa filigrana di segni.

Sulla lastra s'incontrano dunque due storie, l'artistica e l'esistenziale. Spetta al segno comporre e scomporre sensazioni e pensieri, per intrecciare un discorso trasmigrante di opera in opera e sotteso da una labirintica impellenza sentimentale: pagine dense, sorrette da una imprescindibile necessità espressiva, a volte disorganiche, altre invece di meditata accuratezza.

Così, allo scompaginarsi dei piani delle acqueforti raccolte sotto il titolo non casuale di Spazio violato si contrappone la fluidità strutturale delle già citate Lagune, nelle quali l'artista si astiene da ingombranti eccessi espressionistici e controlla la prepotenza del gesto, che raramente l'abbandona anche quando lavora di punta e bulino. L'ordito segnico si fa allora più rigoroso, ad articolare ritmicamente le scansioni dei bianchi e dei neri secondo una sintassi vigile e attenta ai differenti pesi di luce e ombra, tanto problematici da coordinare in un'arte delicata e sorprendente, il cui fascino sta anche nella parziale imprevedibilità dei risultati.

Negli anni, Bonizza Modolo ha affinato conoscenze e metodi incisori con gusto e accortezza, spendendovi intelligenza e volontà e sperimentando anche procedimenti non scontati. Le soluzioni sono in tutta evidenza positive, come documentano le realizzazioni nella tecnica Hayter, di ben calcolato effetto cromatico.

Attraverso l'osservazione di questo variegato insieme, la mostra di Soncino offre, con la nostra autrice, un'esaustiva testimonianza di quanto possa essere interessante un linguaggio artistico non sempre convenientemente compreso nella sua reale ricchezza.

 

nr. 08 anno XVI del 5 marzo 2011

 

Foto in alto: Segni colore forme I (Bulino su rame - Tecnica Hayt)

Foto 1: Different Horizon III (Acquaforte Punta secca)

Foto 2: Spazio violato I (Acquaforte punta secca, 2009)

Foto 3: Ricordando I (Acquaforte, 2009)

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