NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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In occasione del premio letterario “Zanella”, pubblicate le sue lettere con Fogazzaro

A Cavazzale la 6^ edizione del riconoscimento a livello nazionale, che quest’anno ha visto una grande partecipazione con oltre 300 racconti. La cerimonia ha offerto anche l’opportunità di presentare il libro di Italo Francesco Baldo dal titolo “Lettere di un’amicizia”

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Premio letterario Zanella

Si è svolto a Cavazzale, nella sala Giovanni Bressan, la sesta edizione del premio nazionale Zanella, che quest’anno ha visto una partecipazione quasi tripla rispetto all’edizione dell’anno scorso, con l’invio da tutta Italia di oltre trecento racconti. Il tema era “Scelta o destino”. Il concorso organizzato dal comune di Monticello Conte Otto quest’anno ha visto come vincitrice una quarantenne disabile di Ferrara, Barbara Cannetti che è rimasta invalida per un incidente sul lavoro. «Quando la giuria esamina i lavori – ha detto la presidente Maria Luigia Michelazzo, assessore alla barbara cannetti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)cultura – sono anonimi e identificati solamente con un numero. La vittoria della Cannetti è stata nettissima, con oltre 30 voti di scarto. L’emozione che abbiamo provato leggendo la biografia dell’autrice è stata forse pari a quella dataci dal racconto “Così è la vita” che ci ha inviato». È la storia di una emigrante che rimasta vedova a Milano è costretta a prostituirsi per crescere i tre figli. Saputa la verità i figli la rinnegano e la madre è contenta che sia così perché questi sono i valori che lei ha loro inculcato, valori che lei stessa ha appreso dalla comunità da cui proviene. Ora la madre vecchia vive di elemosina lungo la strada e prova una grande gioia quando i suoi figli, facendo finta di non riconoscerla, le gettano distrattamente una moneta: «Solo quando si sono allontanati, alzo lo sguardo su di loro e sorrido. Di questo e dei ricordi della mia terra che s’incendia in un tramonto infuocato e respira di un vento che spazza via tutto lo sporco, sopravvivo».

 Il destino dell’acqua

stefano visonà (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il primo premio è stato ritirato dalla zia della vincitrice [foto sopra, a des.]. Il secondo premio è stato vinto da Stefano Visonà di Lonigo [a sin.] con il racconto “Il destino dell’acqua”, che riporta un episodio di drammatica attualità: la recente alluvione che ha devastato la città e la provincia. Una madre, in una casa invasa dall’acqua, in attesa del soccorso della Protezione Civile, sfinita e al buio, cade a terra e batte la testa sul gradino della cucina. Il figlio all’ospedale deve decidere il destino della madre: «È il destino dell’acqua, scendere e riempire ogni vuoto. Non ha scelta, non puoi farglcristina pivari (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)iene una colpa, mi dico. E noi, invece? Noi una scelta l’abbiamo, sempre. Questo mi ha insegnato mia madre, proprio lei che ora in coma farmacologico, attende una decisione. Se lasciarla così, in attesa del suo destino, o farla affrontare i rischi, alla sua età, di un’operazione estremamente delicata. Io una scelta la devo fare. Mi giro e torno di corsa verso il Pronto Soccorso». Il terzo premio è stato vinto da Cristina Pivari di Trento [a des.] con il racconto “Sul libro del destino”. È una giovane che improvvisamente decide di farsi suora, dopo aver incontrato Paride, il giovane più scapestrato della sua compagnia, che ha scelto di farsi frate. Anche lei entra in convento per un periodo di prova, ma prima di dare i voti viene assalita da tutti i dubbi. Una suora anziana la rassicura: «Io penso che noi scegliamo all’interno di un destino già stabilito da qualcuno che sta sopra di noi. Dio ti ha chiamata, tu l’hai ascoltato perché il tuo cuore sera in sintonia con la sua voce».

Il destino di Yunà e di Giusto

Il quarto premio è andato a Sandra Fringuelli [a sin.] di Perugia con il racconto “Yunà”. Una ragazza Silvia perde il lavoro e va in un mercato cinese e vi compra dei pantaloni. sandra fringuelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dentro vi trova un foglio di quaderno con una scritta: «per la vita di Yunà non comprare questi pantaloni». La madre di Yunà è una cinese clandestina che è costretta a lavorare dentro uno Stato che la sfrutta e le dà uno stipendio da fame. Sua figlia non può studiare perché ai figli di clandestini non è concesso frequentare una scuola. Quel messaggio disperato infilato nella tasca dei pantaloni è l’appello di una donna che ha un sogno: crede che se non ci fosse più nessuno a comprare i prodotti fatti dagli schiavi come lei, anche la schiavitù sarebbe destinata a finire. Silvia promuove una campagna di successo contro i prodotti cinesi e si sente felice perché “dall’altra parte del mondo una donna l’aveva persuasa che un unico filo invisibile lega le scelte e i destini di tutti”. Il quinto premio è andato a Lorenza Farina di Sandrigo con il racconto “Era solo un ragazzo”. È scotolati (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)la storia di Giusto che muore ad Auschwitz e scrive alla madre delle lettere che le vengono recapitate da uno scampato allo sterminio e che le dice: «Suo figlio era giusto di nome e di fatto». «Sono stata io – risponde la madre – a volergli dare quel nome che era appartenuto a mio padre. Ora so che quella scelta è diventata anche il destino di mio figlio». Gli altri venticinque racconti sono stati pubblicati in un libro che è stato messo a disposizione del folto pubblico. Alla fine della premiazione l’assessore Michelazzo ha voluto dare un rinascimento a Scotolati [a des.] per un poster dedicato a Zanella e al suo ambiente.

 
Lettere di un’amicizia

Prima della premiazione il prof. Italo Francesco Baldo [a sin.] ha presentato il suo libro “Lettere di un’amicizia. Giacomo Zanella-Antonio Fogazzaro”. Zanella fu maestro di Fogazzaro e «il valore di questa relazione formativa – scrive nella presentazione la Michelazzo – emerge chiaramente attraverso l’analisi della corrispondenza italo baldo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)di un periodo significativo per la storia personale di Fogazzaro. Si è scelto il fondo Nardi, composto di 14 lettere a cui abbiamo aggiunto una lettera scritta dal Fogazzaro in occasione della raccolta poetica “Astichello” nel 1884. Ne emerge un rapporto profondo, che matura negli anni, uno scambio umano, culturale e civile nonché di formazione poetica che diviene “un’amicizia”, pur conservando sempre il futuro romanziere una venerazione per il proprio maestro, che gli fu sempre vicino anche nelle vicende personali e lo avviò alla comprensione della vita e del suo significato, continuando ed approfondendo quanto lo zio don Giuseppe Fogazzaro aveva insegnato ad Antonio nei suoi anni adolescenziali». «Magister, sempre magister fu Giacomo Zanella per Fogazzaro; – scrive nell’introduzione il prof. Baldo – da quando il giovane gli fu affidato come allievo privato e poi seguendolo come studente dell’Imperial Regio Ginnasio Liceale di Vicenza. Fu lo zio don Giuseppe a compire quella scelta, lui che aveva preferito ritirarsi, dopo i fatti del 1848 a Vicenza e nel Nord Italia, che avevano visto vincente l’Impero Austriaco, nella sua proprietà di Montegalda, anche per trovare quella tranquillità che gli avvenimenti, ai quali aveva attivamente partecipato, avevano scossa. Fogazzaro conosceva fin da bambino l’abate e provava gioia quando gli si annunciava la visita dello Zanella e tale affetto e devozione durarono tutta la vita». La cerimonia si è conclusa con una foto di gruppo della giuria e dei premiati.

 

nr. 14 anno XVI del 16 aprile 2011

 

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