NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il regista Gianfranco De Bosio propone per l’Olimpico una “ciclicità decennale” dell’”Edipo Tiranno”

Secondo le intenzioni dell’uomo di teatro, anche Pirandello con i “Sei personaggi in cerca d’autore” potrebbe trovare collocazione davanti alla scena scamozziana, che per alcune rappresentazioni potrebbe anche essere ignorata

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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Il regista Gianfranco De Bosio propone per l’Olimp

Con l’arrivo della primavera e la fine del letargo serale e notturno del Teatro Olimpico, in vista anche della prossima programmazione teatrale di Spettacoli Classici, si rianima, per iniziativa dell’Accademia Olimpica, il dibattito sul futuro del prezioso teatro palladiano, al centro della cronaca cittadina oltre un mese fa in seguito all’irregolare e pericolosa attivazione, durante la notte, del sofisticato impianto antincendio.

Il regista Gianfranco De Bosio propone per l’Olimp (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La storica Accademia vicentina cui va il merito di avere, poco dopo la sua istituzione nel 1555, ideato e costruito, su progetto del socio Andrea Palladio, un teatro unico al mondo, non è nuova a queste discussioni. Già per l’inaugurazione del 3 marzo 1585 tra gli Accademici ci fu una lunga e animata discussione se privilegiare il dramma pastorale (anche l’Aminta del Tasso) o la tragedia classica. Negli ultimi anni però, preoccupata di mantenere fede agli impegni di vigilare sulla valorizzazione del suo “gioiello”, anche dopo esserne stata espropriata per decreto napoleonico nel 1813 e nel secolo scorso esclusa dalla gestione, in seguito allo scioglimento del Comitato Permanente per le Rappresentazioni Classiche, attivo dal 1934 al 1985, si è fatta promotrice di interessanti iniziative, con il coinvolgimento di registi e attori di fama mondiale, quali Luca Ronconi, Peter Stein, Eugenio Barba, Pippo Delbono, Paolo Puppa e Marco Martinelli. Dapprima autonomamente con il ciclo triennale (dal 2003 al 2005) de “I luoghi del teatro nascente” e quindi negli ultimi due anni, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza, sempre con la direzione di Roberto Cuppone, con il Laboratorio Olimpico.

 

De Bosio, “il patriarca” del teatro italiano

Lo scorso 9 aprile, in una specie di anteprima di quello che sarà il Laboratorio Olimpico 2011 che probabilmente porterà anche alla pubblicazione degli Atti delle edizioni precedenti, ad offrire indicazioni sulla progettualità teatrale dell’Olimpico, Il regista Gianfranco De Bosio propone per l’Olimp (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)tuttora però, per convenzione, gestita dal Teatro Stabile del Veneto, illustre relatore è stato Gianfranco De Bosio, il “mostro sacro”, il “patriarca” del teatro italiano, come l’ha definito il vice presidente dell’Accademia, ideatore con Cuppone del progetto, Cesare Galla: un ottantaseienne che anche nei riguardi del Teatro Olimpico ha conservato l’antico amore giovanile, tanto da aver pensato, per una prossima programmazione pluriennale di una trilogia mozartiana a Budapest, al riutilizzo dell’Olimpichetto, una riproduzione del palcoscenico del Teatro Olimpico, realizzata, in scala un po’ ridotta, nel 1948 per le repliche al “Cambridge” di Londra e al “Sarah Bernhardt” di Parigi del famoso Edipo re dell’impresario e regista Guido Salvini, andato in scena a Vicenza nei primi giorni di settembre.

Ovviamente la circostanza ha offerto lo spunto per rievocare, da parte del giornalista e storico degli spettacoli Galla, anche altri convegni, in particolare quello promosso dal Lions Club Vicenza Host nel giugno del 2006 in cui si è parlato dell’Olimpico anche in vista del futuro Teatro Comunale, inaugurato nel dicembre del 2007.

Irrinunciabili gli accenni nostalgici al vecchio, e benemerito, Comitato Spettacoli Classici, di cui, anche nelle interviste condotte da Giuseppe Brugnoli su queste pagine lo scorso autunno a Fernando Bandini, Remo Schiavo, Lorenzo Pellizzari, Roberto Cuppone stesso, si è colto l’auspicio di un velleitario ripristino. Ora però, visto che è già stata preannunciata da parte dell’Assessore Francesca Lazzari l’intenzione di non continuare la collaborazione con il Teatro Stabile cui l’Olimpico, secondo Cuppone, sarebbe stato “svenduto” a caro prezzo, si preferisce ipotizzare una Fondazione come avviene per il Teatro Comunale, il cui statuto avrebbe dovuto includere anche la gestione degli Spettacoli Classici autunnali.

 

La sua puntuale e concreta progettualità sull’Olimpico

Ebbene l’intervento di De Bosio, di fronte ad un pubblico di pochi appassionati (anche questo è un segnale della disaffezione dei vicentini verso il “tesoro” olimpico) è stato quanto mai puntuale e lungimirante, nel pieno rispetto quindi del titolo scelto “Teatro Olimpico: il futuro della tradizione”. Surclassando quindi, da par suo, tutti i dotti che si sono avvicendati nei dibattiti di in questi ultimi anni.

Il regista Gianfranco De Bosio propone per l’Olimp (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dopo aver rievocato il suo lungo rapporto con il Teatro Olimpico, iniziato ancora alla fine degli anni ’60 durante la gestione del Comitato allora guidato da Neri Pozza e giunto al culmine con l’epocale Edipo Tiranno del 1997 nella versione inaugurale del 1585 e con Il giuoco del palagio nel teatro ligneo allestito in Basilica nel 2004, egli, pur rispettoso della sacralità del capolavoro palladiano, ha osservato che Palladio stesso, autore sì del progetto con l’originale frons scenae (non casualmente scelta per l’ingresso al Padiglione italiano alla recente Expo Universale di Shanghai), realizzato dopo la sua morte, non aveva previsto una scenografia rigida, come appare ora, essendo rimaste fisse quelle che il suo allievo V. Scamozzi progettò solo per la tragedia inaugurale. E allora, nel pieno rispetto dell’evento inaugurale, perché non pensare ad una ciclicità decennale dell’Edipo Tiranno, come avviene per l’Aida all’Arena di Verona?

E poi, a suo giudizio, si può tranquillamente riqualificare il Teatro Olimpico più come autenticamente palladiano che scamozziano, per cui le vie e le architetture tebane, per qualche spettacolo, potrebbero anche essere ignorate o coperte da un tulle. La tradizione va comunque rispettata: sta bene una tragedia greca all’anno, ma potrebbe essere un motivo di particolare interesse, anche per i giovani e i non vicentini, di grande richiamo turistico-culturale, la traduzione di un prestigioso autore contemporaneo.
Ma oltre a quello greco anche il teatro latino può trovare ottima ospitalità al Teatro Olimpico: le opere di Plauto riscuotono successi in vari teatri del mondo. Proprio sul modello del teatro plautino, anche i testi del padovano Ruzante, come ha più volte sperimentato personalmente, all’Olimpico hanno ricevuto e potranno ancora ricevere adeguata esaltazione. Tra i continuatori della tradizione classica da privilegiare il più grande tragediografo italiano, Vittorio Alfieri, nonostante l’eco scolastica negativa e le difficoltà interpretative.

 

Pirandello all’Olimpico

Il regista Gianfranco De Bosio propone per l’Olimp (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Tra gli autori del ‘900, oltre ai già collaudati Brecht, Hoffmansthal…, una sorprendente collocazione vi potrebbe trovare lo stesso Pirandello, magari con I sei personaggi in cerca d’autore. Tra i francesi De Bosio non avrebbe timore di proporre lo stesso Guillaume Apollinaire, anche se testi come Le Mammelle di Tiresia sono molto surrealisti. Ma l’unico teatro assolutamente inadatto alla struttura e all’atmosfera dell’Olimpico è quello veristico. Quanto agli altri generi di spettacolo, l’Olimpico è un “luogo magnifico” anche per la danza e vi starebbe bene, in tarda primavera, un Festival di musica (soprattutto barocca) e danza. Proposte di un sognatore che comunque è ben cosciente delle difficoltà economiche in cui si dibatte la cultura soprattutto italiana?

 

nr. 14 anno XVI del 16 aprile 2011

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