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L’operazione mensa alla ex caserma Borghesi [in basso a sin.] è congelata, da mesi tutto è fermo. «La causa – spiega il presidente della fondazione studi universitari Silvio Fortuna [a des.] – è imputabile al commissariamento dell’Esu, l’ente con sede a Padova preposto ad erogare il finanziamento di 2 milioni di euro, promesso a Vicenza quasi due anni fa. L’impressione è che i tempi per sbloccare l’iter non siano brevi, da qui la decisione di trovare una soluzione provvisoria, visto che l’unica mensa a disposizione degli studenti vicentini, quella allestita all’ex Gil trabocca, gli universitari sono ridotti a sopportare due-tre turni e quotidianamente lunghe file di attesa prima di potersi sedere al tavolo con il loro vassoio. Ho già parlato con il commissario dell’Esu e con il comune di Vicenza – precisa Fortuna – la soluzione, stante l’intoppo, non può che essere quella di allestire un prefabbricato dove ospitare una seconda sala mensa. Resta ancora da individuare un’area, che dovrebbe essere vicina alla sede di viale Margherita per non obbligare gli studenti a lunghi trasferimenti. Posso ipotizzare che debba rappresentare una soluzione per 2-3 anni, ossia per il tempo necessario a sbloccare la situazione dell’Esu e real
izzare il recupero della caserma di Borgo Casale». Purtroppo l’intoppo ha vanificato il lavoro della Provincia, che a tempo record quasi due anni fa aveva votato il comodato per trent’anni a favore dell’università e la nuova destinazione d’uso per la Borghesi. Anche il progetto definitivo è in stand by, bloccato il disegno redatto dallo studio di Flavio Albanese, sarà necessario ripartire con l’idea di riutilizzo del complesso, ferma la necessità di avere a disposizione una sala mensa capace di circa 800 posti, ma anche questa pratica è al palo in attesa di sapere se e quando si potrà contare sul finanziamento dell'ente universitario. «Auspico – conclude Silvio Fortuna – che la mensa provvisoria sia pronta per il prossimo ottobre, gli studenti pagano le tasse universitarie e hanno il diritto di usufruire di servizi adeguati, sarebbe inaccettabile un altro anno accademico con la “sala da pranzo” nelle condizioni organizzative attuali, l’Esu, sebbene commissariato, ha il dovere di dare risposte concrete».
nr. 17 anno XVI del 7 maggio 2011