NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Metti un mattino in fila in viale Venezia

Ogni giorno, complice un attraversamento pedonale, all’altezza della stazione si formano lunghe colone di mezzi nei due sensi. Non ci resta che sperare nella passerella

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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Metti un mattino in fila in viale Venezia

7.30, Viale Venezia: tutti in coda, si procede a passo d'uomo.

Autobus carichi di studenti approdano in stazione, mentre dal centro le carovane dei pendolari si affrettano a raggiungere i binari, in attesa di un treno che, come Godot, non arriva mai. Nel mezzo il traffico, le auto di chi deve raggiungere l'ufficio, portare i figli a scuola, essere nelle proprie faccende, proverbialmente, affaccendato.

Metti un mattino in fila in viale Venezia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Transitare per viale Milano e viale Venezia la mattina è un’impresa ardua, se non impossibile, a meno di non essere portatori sani del germe della pazienza. Questioni di grammatica automobilistica si dirà, niente di che, ma per chi è costretto ad andare per quei viali la questione passaggio pedonale alla rotatoria della stazione – quella appunto tra viale Milano, viale Venezia e viale Roma – resta una spina nel fianco. Roba da perderci il sonno, nel senso letterale del termine, perché gli automobilisti costretti a transitare lungo quelle strade la mattina devono mettere in conto, nel regolare la sveglia la sera prima, una quindicina di minuti – nel peggiore di casi – di nevrosi da traffico.

Difficile capirci qualcosa. Al momento a regolare il via vai, ogni giorno, ci pensa una proverbiale pattuglia di vigili urbani, costretti a scortare i pedoni lungo le strisce che uniscono viale Roma al piazzale della stazione dei treni. Compito ingrato, perché ad ogni attraversata, quindi ad ogni stop forzato delle auto, le maledizioni provenienti dagli abitacoli delle auto (detti o pensati) si sprecano.

«Qui la mattina va così – ci spiega Paola, studentessa del Fogazzaro in ritardo – In teoria potrei restare sull'autobus, c'è la fermata davanti a scuola (contrà Burci), ma alla fine, se non piove, conviene farsela a piedi tagliando per campo Marzio».

Soluzione semplice quanto paradossale, meglio a piedi che su un mezzo a motore, che peraltro significa ancora studenti in attraversamento e quindi altre soste del biscione d'auto.

«La cosa che un po' mi infastidisce – racconta Francesco, studente di legge a Padova – è che se uno guarda le auto, spesso vede che dentro c'è una persona sola. Il traffico qui è inevitabile e bisogna adeguarsi; in altri paesi, però, hanno risolto un po' la questione dividendo le strade in corsie preferenziali, chi ha più di tre passeggeri passa per primo. Potrebbero farlo anche qui, perché il traffico, non solo davanti alla stazione, sta diventando una cosa insopportabile, e noi siamo ancora una città di medie dimensioni...».

L'idea non è male e forse ogni tanto i giovani bisognerebbe ascoltarli, ma non sembra allo studio dell'amministrazione, che nello specifico per viale Venezia ha altri progetti.

Da tempo si discute a vari livelli la possibilità di ricorrere ad un ponte, solo pedonale, per quei punti di alta criticità del traffico. Un modo sicuro e agile di risolvere la questione, forse solo un po' antiestetico.

«Stiamo portando avanti l'idea del ponte pedonale – spiega il consigliere comunale con delega alla mobilità Claudio Cicero – non solo per il passaggio davanti alla stazione ma anche per altri punti critici come via Quadri, dove vorremmo sostituire i semafori con tre rotatorie. Il ponte pedonale garantirebbe, oltre ad un aiuto al traffico, anche la totale sicurezza del passaggio a chi va a piedi. Per questo siamo alla ricerca di fondi e della partecipazione di privati».

Metti un mattino in fila in viale Venezia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La coperta continua ad essere corta e anche dove le soluzioni ci sono, non sempre è possibile fare qualcosa.

Conti alla mano per un ponte pedonale, che per altro dovrà eventualmente avere un altezza tale da favorire il passaggio degli autobus, si spende in media una cifra che lo stesso Cicero definisce onerosa. Tra i 250.000 euro e i 450.000: difficile, senza un progetto specifico, essere più precisi. Una montagna di soldi che, al momento, non sono nella disponibilità di nessuno.

In attesa di soluzioni definitive, però, forse occorrerebbe pensare qualcosa.

«Io di politica non voglio parlare – spiega Vilma, arzilla signora con nipotino a carico – però non si può sempre dire “faremo”. In questo punto della città, ma non solo, il problema del traffico c'è da anni. Perché non è che la stazione dei treni sia spuntata dal nulla, in un giorno. Io non so dire cosa si dovrebbe fare, forse se le scuole iniziassero in orari diversi, sarebbe più facile. Ma la verità è che ci sono troppe macchine. Bisogna adeguarsi».

C'è anche chi, come Bruno, fattorino dalle idee chiare, suggerisce soluzioni più drastiche: «Per me è facile, basta rinunciare a un pezzo di Campo Marzio. Allarghi la strada e lasci che i pedoni passino per il centro. Però, è ovvio che non lo faranno mai, tra ambientalisti e comitati vari. Certo che in questo momento il parco li serve solo per le giostre a settembre e per gli spacciatori».

Meglio non commentare. In attesa del ponte, che al pari di quello sullo stretto di Messina resta indefinito, ma che al momento sembra essere la miglior medicina per i vicentini afflitti dalla nevrosi del traffico.

 

nr. 20 anno XVI del 28 maggio 2011

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