NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Montecchio, e non solo

Ritorniamo sulla vicenda del decentramento dei Ministeri al tempo della Repubblica Sociale Italiana. Montecchio non fu l'unico centro del vicentino coinvolto nell'operazione

di Maurizio Dal Lago
maurizio@dallago.vi.it

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Montecchio, e non solo

Nel continuo, confuso e sciocco ciarlare leghista su possibili trasferimenti di Ministeri al nord, Giuseppe Brugnoli ha opportunamente ricordato nel numero de La Domenica di Vicenza della settimana scorsa che il primo a farlo, senza mai neppure dirlo, fu la buonanima di Mussolini qualche giorno dopo essere stato liberato dai tedeschi sul Gran Sasso. In effetti fu quello il più imponente decentramento mai attuato dall’unità d’Italia in poi e a farlo fu il regime più dittatoriale e accentratore della storia patria.

Montecchio, e non solo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La decisione di spostare al nord l’intero Governo con tutti i ministeri fu presa il 23 settembre 1943 durante il primo Consiglio dei ministri repubblichino. La sede più logica sarebbe dovuta essere Milano, culla del Fascismo, ma i tedeschi non volevano dare a Mussolini una città simbolo da cui ripartire e magari rafforzarsi a spese dell’alleato. Pertanto, complici quelle caotiche settimane, Berlino favorì la nascita di “cento capitali” al nord per mantenere in un’endemica debolezza politica la Rsi. Le disseminarono un po’ a caso, in Lombardia e soprattutto in Veneto, a ridosso cioè dei confini del Reich, che aveva inglobato Bolzano e Trento.

Ma si fa presto a dire Ministeri. Questi sono articolati in Direzioni, Gabinetti, Segreterie, Ragionerie e Uffici vari. Agli inizi del 1944, per esempio, arrivarono a Vicenza le varie Direzioni Generali del Sottosegretariato alla Marina: quelle degli Affari Giuridici ed Amministrativi, delle Armi ed Armamenti Navali, del Commissariato Militare Marittimo, delle Costruzioni Navali e Meccaniche, del Personale e dei Servizi Militari. In febbraio arrivò da Belluno anche il Gabinetto del Sottosegretario. Le citate Direzioni generali si trasferiranno a Montecchio Maggiore nel giugno del 1944 e vi rimarranno fino alla fine della guerra. A loro difesa fu costruito un campo trincerato con più di duecento marinai allo sbocco della valle dell’Agno.

Montecchio, e non solo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ma altri centri del Vicentino furono scelti come sedi di parti di ministeri e di Enti nazionali vari. È da ricordare in modo particolare che mentre Guido Buffarini Guidi [a des.], il Ministro dell’Interno, risiedeva a Maderno sulla riva occidentale del Lago di Garda, a Valdagno fu trasferita la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza con funzionari e famiglie al seguito (circa trecento persone), e che nel centro laniero furono trasportate anche le 4.500 casse contenenti l’archivio e tutto il materiale d’ufficio, compreso il Casellario Politico Centrale e i preziosi fascicoli della Divisione della polizia politica, vale a dire dell’Ovra di cui era responsabile il dr. Guido Leto (alla fine del conflitto i documenti dell’Ovra furono recuperati dai partigiani e consegnati al Cln provinciale. Sono ora consultabili a Roma, presso l’Archivo centrale dello Stato). Il Comando centrale della Milizia della strada e l’Ufficio pensioni del Sottosegretariato alla Marina andarono a finire a Recoaro Terme. L’Ufficio Pensioni fu poi sfrattato dai tedeschi e trasferito a Castelgomberto. A Trissino arrivarono pure i componenti della banda dell’Africa Orientale.

E non è finita: per alcune settimane Bassano del Grappa fu sede del Gabinetto, della Segreteria e della Direzione Generale del Personale del Sottosegretariato per l’Aeronautica, mentre a Thiene furono concentrati l’Associazione Nazionale Enti Economici Agricoltura, l’Ente Economico della Zootecnia, l’Ente Economico della Cerealicoltura, l’Ente Economico della Ortofloricoltura e il Centro Montecchio, e non solo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Mediterraneo Studi sull’Olivo. Sempre a Thiene fu distaccata l’Opera Assistenza Orfani Anormali Psichici A Vicenza città trovarono casa l’importante Opera Nazionale Dopolavoro e l’Ente per la Distillazione Materie Vinose mentre l’Ente Nazionale Cooperazione fu mandato a villa S. Fermo di Lonigo [foto a sin.]. Infine anche Santorso vide arrivare un Ente nazionale, vale a dire la Società Anonima Importazione Bestiame (per ulteriori notizie in materia si veda il fondamentale libro di Marco Borghi, Tra Fascio littorio e senso dello Stato. Funzionari, apparati, ministeri nella Repubblica sociale italiana (1943-1945), Padova 2001).

È sperabile che dopo la micidiale legnata presa in queste elezioni amministrative, Bossi e Calderoli vogliano far dimenticare in fretta la grande “promessa” di avere quassù Ministeri, Direzioni Generali e Uffici centrali vari. Avessero letto un po’ di storia padana recente, forse avrebbero capito in tempo che qui abbiamo già dato e che non si vorrebbe più vedere quello che, a futura memoria, annotò il parroco di Castelgomberto nell’ottobre del 1944, dopo l’ennesimo sfratto: «Triste esodo della sezione “pensioni” del Ministero della marina: con tre carrettini stantii e leggeri e tre asinelli grigio-castani, le casse, i casellari e i documenti vennero trasportati alla stazione per destinazione ignota».

Quella della Lega, invece, è più che nota, se i boss non rinsaviscono in fretta.

 

nr. 21 anno XVI del 4 giugno 2011

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