NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il Veneto chiama, il mondo risponde

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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Il Veneto chiama, il mondo risponde

Che ostacoli ci sono?

Il Veneto chiama, il mondo risponde (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Non è facile riuscire a coinvolgere sempre tutti i comitati nazionali, vista la grandezza della rete. E poi c'è la burocrazia, oltre – è ovvio – alle scelte politiche di chi governa la regione...».

Cosa centra la politica?

«Al centro di tutto c'è comunque sempre la Regione Veneto e gli europarlamentari che la rappresentano, tutto passa per di lì. Per fare un esempio, con l'arrivo della Lega le direttive dei meeting internazionali sono cambiate. Al di là del folclore di qualche rappresentante e di slogan a volte un po' banali, oggi ci viene chiesto di produrre business in maniera più forte di un tempo, e allo stesso tempo si evitano al massimo gli sprechi».

Del resto siamo in un periodo di recessione economica. Parlando della sua esperienza di immigrato, come vede l'Italia da fuori?

«Vengo in Italia spesso, la mia famiglia vive ancora qui, anche se in Australia mi sono sposato: perciò non ho un’esperienza di riscoperta, riesco a seguire abbastanza bene quello che accade qui. Devo dire che nonostante la crisi, in Veneto si vive bene, anche se mi rendo conto che ci sono alcune cose che non vanno...».

Faccia qualche esempio

«Prima di tutto mi sembra che si sperimenti poco. Tramite “Veneti nel mondo” ho conosciuto molti giovani con grande potenziale; mi pare tuttavia che venga dato loro poco spazio. In AustrIl Veneto chiama, il mondo risponde (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)alia c'è meno burocrazia, e anche le aziende nel limite del possibile rischiano di più e anche la politica, per come la seguo dall'estero, ha le sue colpe».

Infatti, molti giovani, oggi sognano di far fortuna all'estero e in tanti se ne vanno. Lei è nato e cresciuto qui: qual è la sua esperienza?

«Nel 2000 ho lasciato Caltrano, il paese dove sono cresciuto, per spirito d'avventura e per scoprire realtà diverse. Ho iniziato lavorando in pizzerie, come fanno in molti, poi sono passato al mondo delle imprese senza mai abbandonarlo, anche se oggi lavoro per la CGIL a Melbourne. La comunità italiana in Australia è molto numerosa, e molti emigrati hanno diritto alla pensione o alle indennità anche dall'estero e per lo più ci occupiamo di questo. Qualche anno fa sono entrato nel mondo dell'associazione “Veneti del mondo”, per passione e perché mi sembrava una bella opportunità. Tra l'altro anche mia moglie ha origini e parenti nelle stesse zone da cui provengo».

Il mondo è proprio diventato piccolo... Come nuovo presidente dei giovani veneti nel mondo cosa si aspetta? Pensa di fare meglio dei suoi predecessori?

«L'associazione lavora molto, ma come sempre si può sempre fare di più rispetto al passato. Lo scorso anno, sebbene ci fossero state alcune idee, non siamo riusciti a presentare nessun progetto, mentre ormai è chiaro che serve dare dei ritorni alla Regione. Anche per questo tengo molto ai progetti di cui prima le ho parlato. In generale vorrei riuscire a far crescere l'associazione coinvolgendo sempre più giovani».

 

nr. 28 anno XVI del 23 luglio 2011

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