NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Stefani ripropone “il martirio di una città”

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Stefani ripropone “il martirio di una città”

Stefani ripropone “il martirio di una città” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Altro momento tragico per la città fu il 18 marzo '45. Un capitolo del libro recita 'Vicenza in fiamme, il risveglio dopo la notte di fuoco'. «Una notte terribile, impossibile da dimenticare. Io abitavo in contrà San Faustino. Le bombe caddero in centro storico e molti palazzi e case presero fuoco. Nonostante l'impegno dei vigili del fuoco, le fiamme provocavano continui crolli e io mi adoperai con tutte le forze per salvare il salvabile. Nel frattempo era sparito mio padre e temevamo il peggio, ma poi lo ritrovammo a S. Corona. Purtroppo morì pochi giorni dopo, l'8 aprile. Lavorava in Comune e io fui assunto al suo posto, provvisoriamente in un primo momento. Ma poi ci rimasi per quarant'anni, fino alla pensione».

Stefani ripropone “il martirio di una città” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Come uscì Vicenza da quella guerra? «Una cosa che ricorderò sempre era il pensiero dominante tra la gente... la speranza che 'stasera no i vien', riferita ai bombardamenti. Oggi ci preoccupiamo di che tempo farà domani, ma allora era questa la preoccupazione maggiore. La fortuna era che con la campagna vicina, da amici e parenti arrivava sempre qualcosa da mangiare e si tirava avanti in qualche modo».

Ma se per l'Italia il giorno della liberazione è stato il 25 aprile, Vicenza dovette attendere ancora tre lunghi giorni prima di festeggiare la fine di una guerra disastrosa. «Il 28 aprile del 1945 era un sabato piovoso. In lontananza si sentivano rombi di cannonate e già dal giorno prima si sapeva che la linea gotica tedesca era caduta e che altre città erano insorte. Nei giorni precedenti lunghe colonne di autocarri e mezzi corazzati erano transitati dalle nostre parti, in fase di ripiegamento verso nord. Quel sabato mattina ero in Municipio, che era stato sistemato a palazzo Chiericati a causa dell'incendio del 18 marzo che aveva colpito anche palazzo Trissino. Intanto il rumore di mezzi motorizzati, accompagnati da colpi di cannone e di mitraglia, diventava sempre più vicino: era in corso l'ultima fase degli scontri armati nella zona di San Felice. Poi, i carri della Quinta Armata Usa, provenienti da Verona già liberata, entrarono in città da Porta Castello, accolti dal tripudio dei primi vicentini che accorsero».

Stefani ripropone “il martirio di una città” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Esplodeva così anche a Vicenza la gioia di una città liberata. «Venivano scambiate le prime sigarette, gli americani regalavano cioccolata e altre cose. Alcuni erano già saliti sui carri e scambiavano le prime battute, più a gesti che a parole, con gli americani. Molti piangevano in silenzio, ma ad un tratto si udì una voce che invitava tutti a correre in Municipio e ad armarsi. Da una cantina furono fatti uscire centinaia di fucili e altre armi, dandole in mano a chiunque. Ma fu un tragico errore: questo fatto provocherà altre vittime per colpi partiti accidentalmente, esecuzioni sommarie, vendette personali. Altri si accaniranno contro case abitate da fascisti, sparando decine di colpi contro le finestre e le porte. Intanto si erano formati camion con una varia umanità: partigiani, ma anche gente qualsiasi. Percorrevano le strade della città sventolando bandiere tricolori, in segno di giubilo. E mentre gli americani prendevano possesso della città, molti sconsiderati giravano per farsi giustizia da soli. Alla fine di quella giornata, che doveva essere una festa, si conteranno una sessantina di morti. Ma, grazie a Dio, anche per noi era finita la guerra».

Stefani ripropone “il martirio di una città” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Il libro è stato presentato il 28 aprile scorso in biblioteca a Dueville. La data dell’incontro non è stata casuale: cadeva infatti nel 67° anniversario dell’ingresso degli alleati a Vicenza, il 28 aprile 1945, con il quale, di fatto, per la città cessò la Seconda Guerra Mondiale. All’incontro, assieme a Walter Stefani, è intervenuto l’editore Graziano Ramina per illustrare gli ampliamenti ai testi e all’apparato iconografico che contraddistinguono la riedizione dell’opera. Una seconda presentazione è in programma prossimamente al Museo del Risorgimento e della Resistenza di villa Guiccioli nei pressi di Monte Berico a Vicenza.

Walter Stefani, noto scrittore e memorialista vicentino è autore di diverse pubblicazioni. Tra le altre, ricordiamo "Cara vecchia Vicenza - Cinquant'anni di cartoline 1890-1940"; "Memorie Vicentine - Un diario per immagini"; "Vicenza e i suoi caduti 1848-1945"; "Vicenza nel tempo - La città di ieri, la città di oggi"; "Vicenza in cartolina - Sessant'anni di cartoline 1890-1950"; "Vicenza in vettura - Storie di cocchieri, autisti, tassisti, tramvieri"; "Carosello vicentino - Comprimari di una città d'autore; Vicenza e la Rua".

 

nr. 20 anno XVII del 26 maggio 2012

Stefani ripropone “il martirio di una città” (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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