NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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IL VIAGGIATORE. Connessi con le voci di tre secoli fa, e con il mondo salito in bus

di Stefano Ferrio

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IL VIAGGIATORE. Connessi con le voci di tre secoli

Connessi. In qualsiasi momento, e con chiunque. Attraverso i secoli.

Connessi con Assisi grazie all’opera fotografica realizzata da un semisconosciuto quanto pregevole artista di Lugo Vicentino. Si chiama Andrea De Giovanni, nasce in quel paesino un secolo fa esatto, nel 1912, e trascorre buona parte della sua vita nella cittadina umbra, immortalandola con una serie infinita di scatti. Istantanee così toccanti e singolari che ne fanno il fotografo ufficiale di Assisi, come riportato nel “San”, il Sistema archivistico nazionale italiano.  

Connessi anche con Sara Marchesini, pregiato contralto dal timbro adatto alle più varie parti. Così la descrivono le cronache narrando della sua memorabile interpretazione, giusto tre secoli fa a Vicenza, della “Peribea a Salamina”. Era quest’ultima un’opera di ambientazione classica lasciataci da Carlo Francesco Pollarolo, raffinato quanto prolifico compositore bresciano trapiantatosi a Venezia. Correva l’anno 1712, e gli echi suscitati dalla Peribea di Sara Marchesini furono così estatici da augurarne di simili al dantesco Paradiso del regista lituano Eimuntas Nekrosius, ormai imminente sulla ribalta dell’Olimpico.

Saltando di altri tre secoli all’indietro, nel 1412 ci si ritrova connessi con il mirabile cavaliere Giampietro De Proti, una sorta di nostrano John Wayne in abiti medioevali. È lui il nobiluomo che anni prima ha guidato i vicentini a resistere al terribile assedio portato alla città dai Carraresi di Padova. Vedendo che in quell’occasione l’alleanza con i Visconti di Milano a poco era servita, era toccato sempre a De Proti consegnare la città ai domini della Serenissima, in cambio di una maggior tutela dai signorotti euganei. Morto senza eredi, in quel 1412 il cavaliere lascia alla città il palazzo di contra’ San Pietro dove tuttora si trova l’istituto per anziani che porta il suo nome. Vicenza ricambia tributandogli esequie per lo meno fastose, con cento cavalieri parati a lutto e diciotto destrieri bardati con gli stemmi dei Proti.

Quel che ancora internet non ci rivela è la connessione perpetua con il mondo, ormai sperimentabile in qualsiasi angolo di Vicenza. Anche spostandosi a bordo dell’autobus numero 1, che l’altro giorno ci ha portato dai Pomari fino in centro, letteralmente avvolti in un fragoroso coro di voci straniere: una ricomposta Babele di lingue slave, ispaniche e africane che parlavano contemporaneamente al telefono. Incomprensibili, chissà se impegnate a raccontare commedie o tragedie, ma in ogni caso connesse con noi. E con chissà quali luoghi, vicende, odori e retroscena di un’Umanità che ovunque rappresenta spettacoli senza prezzo. Per abbonarsi è sufficiente vivere.

 

nr. 31 anno XVII del 15 settembre 2012

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