NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Da Schio un libro sulle Ville di Palladio

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Da Schio un libro sulle Ville di Palladio

È vero che Palladio è meno apprezzato dai vicentini, e in generale dai veneti, di quanto non lo sia invece dagli stranieri?

«Forse qui in Veneto ci si rende meno conto della reale portata che ebbe il messaggio palladiano: alcuni danno probabilmente per scontato che architetti vissuti in uno stesso contesto spaziale possano prendere come riferimento un grande maestro vissuto qualche decennio o secolo prima. Ma osservare la diffusione dello stile palladiano in tutto il mondo restituisce a tutti la consapevolezza della grandezza del genio».

È un momento importante per la cultura in città: la grande mostra in Basilica, quella di Palazzo Chiericati, il Palladio Museum a Palazzo Da Porto... pensa che turisti e visitatori, oltre a portare denaro, faranno anche crescere la cifra culturale della città?

«Senza entrare nel merito delle esposizioni in questione, animate da finalità diverse, credo che la presenza di visitatori a Vicenza sia un dato di grande importanza: sia perché questo arrivo significa incontro e confronto, e già questo costituisce un'occasione di crescita culturale per la città e per chi vi soggiorna, sia perché la visita diretta dei monumenti del nostro territorio rappresenta un momento imprescindibile di quel processo di conoscenza delle opere palladiane che rappresenta un'occasione di crescita personale, perché costituisce un fondamentale veicolo di diffusione mondiale di esperienze culturali».

Da Schio un libro sulle Ville di Palladio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Vicenza è conosciuta per Andrea Palladio, ma in città c'è anche molto altro... secondo lei quali sono le realtà artistiche e architettoniche che dovremmo rilanciare e promuovere?

«Vicenza è diventata la città del Palladio, ma non lo è sempre stata. Questa consapevolezza mancava del tutto alla morte del grande architetto e andò consolidandosi solamente nel corso del Settecento con la riscoperta del maestro e il conseguente sviluppo in città del neopalladianesimo. A Vicenza resta molto da riscoprire e da rilanciare, a partire, se vogliamo, dal Seicento: un secolo ancora in parte sfuggente e meritevole di più accurati approfondimenti. Credo sia una bella sfida per la città proporsi per organizzare una mostra sul Seicento vicentino in grado di coinvolgere gli sviluppi della pittura dell'epoca, pensiamo al Carpioni e al Maffei, aspetti architettonici, di figure come lo Scamozzi e il Pizzocaro, ma anche le esperienze della scultura locale, dagli Albanese sino ai Marinali. Una sfida ambiziosa che fornirebbe l'occasione di studio e approfondimento critico su un secolo di storia di Vicenza tra i più delicati e forse per questo meno studiati».

È già allo studio un prossimo volume su palazzi, chiese e opere pubbliche. Ce ne può anticipare qualche dettaglio?

«Il volume appena uscito sulle ville costituisce, nelle intenzioni dell'editore, il primo di due libri che ripercorrono analiticamente le più importanti opere dell'architetto vicentino. Il secondo sarà dedicato, per l'appunto, ai palazzi privati progettati da Andrea, alle chiese, per lo più a Venezia, e alle opere pubbliche, di cui la più nota è per l'appunto la Basilica Palladiana, recentemente restituita alla comunità dopo un preziosissimo restauro. Sarà dunque possibile sorvegliare, in questa comoda edizione in doppio volume, ville e palazzi, la vastità e la ricchezza della produzione architettonica di Andrea Palladio, così da intenderne il valore per gli sviluppi dell'architettura sul piano locale e su quello internazionale».

Luca Trevisan, storico dell’arte, è ricercatore all’Università di Verona dove si è laureato e dove ha conseguito il dottorato. Relatore a diversi convegni, seminari e conferenze, ha fatto parte dell’équipe di ricerca scientifica della mostra Tiziano. L’ultimo atto, curata da Lionello Puppi, e ha partecipato ai lavori di ricerca scientifica per la mostra su Giorgione a Castelfranco Veneto. Ha inoltre curato la mostra San Nicola, Tiziano, il merletto. Nelle sue pubblicazioni si è occupato, soprattutto attraverso indagini d’archivio, dell’arte veneta tra Quattro e Novecento, con un particolare riguardo per l’architettura vicentina. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Palladio. Le Ville (2008), Vicenza, Arte, architettura e paesaggio (2009) e Tarsie Lignee del Rinascimento in Italia (2011).

Nata dall'esperienza fotografica ed editoriale di Luca Sassi, la casa editrice è orientata sin dall'inizio alla produzione di libri illustrati di alta qualità. Dopo aver esordito nel 2005, ha pubblicato una serie di volumi che si sono distinti per creatività e originalità, molti dei quali tradotti in diverse lingue straniere e distribuiti in tutto il mondo. La grande qualità fotografica che contraddistingue tutte le opere è accompagnata da testi storico-artistici di valore, che mirano spesso a scoprire opere inedite al grande pubblico e talvolta quasi ignote anche agli specialisti del settore. Dino Sassi, fotografo professionista specializzato in editoria turistica, ha realizzato decine di pubblicazioni in tutto il mondo, dal deserto del Sahara al circolo polare artico, dalle metropoli americane alle solitarie e assolate isole tropicali. Appassionato di montagna, ha realizzato anche un impegnativo volume monografico sul Monte Pasubio, e numerose altre pubblicazioni sul territorio dell’Alto Vicentino.

 

nr. 37 anno XVII del 27 ottobre 2012

Da Schio un libro sulle Ville di Palladio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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