NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Un Craxi evocato non imitato

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Hammameth

La moglie e le altre donne. Anche qui vediamo un’enorme differenza tra prima e dopo: all’epoca le attrici o le starlette, per quanto vicine ai politici venivano percepite in maniera meno denigratoria di oggi perché nessuna di loro metteva a repentaglio alcuna forma di istituzione reale o percepita come tale, che si trattasse della famiglia o dello Stato. Il potere sta anche nel saper gestire questo aspetto della popolarità?

«Oggi molte cose che succedono nascono proprio da amicizie politiche: chi entra in politica o fa l’attrice, perché la politica tiene in mano tutto, anche la cultura, anche se non in maniera positiva perché non l’aiuta. Una volta, in linea di massima, erano i meriti che aiutavano le persone ad esprimersi e a diventare qualcosa o qualcuno. Oggi sono quasi tutti o compromessi o il merito non viene quasi mai messo in evidenza: a molti viene precluso un casting o un film perché ci hanno già messo i loro. Negli anni ‘70 era diverso, c’era meno televisione, oggi è il mondo dell’apparire. Oggi sembra che basti avere un’amicizia, che sia per una parte o una assessorato. È tutto un giro che mi è così lontano: io quello che ho ottenuto, con un carattere non facile, e ne vado molto orgoglioso e molto fiero, l’ho sempre ottenuto tutto solo con il “talento” e lavorando seriamente e c’è tanta altra gente come me che lo fa, ma c’è tanta gente che occupa uno spazio che non dovrebbe occupare».

Hammameth (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Craxi era famoso per il suo modo di parlare con delle pause: che lavoro ha fatto sulla voce e sul suo modo di parlare?

«È stata una strana simbiosi, non ho cercato di imitarlo ma di evocarlo. Sì, forse con la postura, con gli occhiali, un minimo. Non ho guardato nessun video, non ho studiato le pause, è stata una cosa molto istintiva e animalesca, come faccio sempre, cercando di pensare alla sua condizione umana: è un riscatto umano, non politico. Ho pensato a quest’uomo che sta lì dentro, solo, abbandonato, con un’Italia che gli sta davanti ma che non la può toccare e no la può più raggiungere. Come quando ho fatto Bukowski, poeta maledetto, molto diverso da Craxi, che ha sempre vissuto in cliniche psichiatriche, bevendo e autodistruggendosi. Sembrava di vedere Bukowski. Non saprei dirti, non ho fatto ricerche, non sono un imitatore, sono cose strane, magiche. È come nell’amore: perché verso una persona senti qualcosa e verso un’altra no? Io non sono un attore tecnico, sono più animalesco».

Hammameth (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quali sono i punti di contatto tra la messa in scena politica e quella teatrale?

«Mah, questi sono personaggi che si espongono, fanno comizi e hanno o dovrebbero aver un carisma. Alcuni potrebbero fare gli attori, ma vediamo per esempio Monti che ha un linguaggio completamente nuovo e non assomiglia a nessuno di questi: ha una sua classe. Tutto diventa drammaturgia e spettacolo nel momento in cui sei lì sopra, questo X potrebbe essere benissimo un personaggio shakespeariano, tra 50 anni. La forza di questo testo è che, a mio avviso, non invecchierà nel tempo, secondo me è universale. Lui è stato uno dei pochi che ha pagato. Oggi si assomigliano un po’ tutti, sembrano fatti in serie, non c’è nessun prototipo che sembra uscire dal piattume e dal grigiore, non mi sembra. Non mi scuote nessuno, nessuno mi dà delle emozioni, nessuno mi fa dire: “Questo lo voglio votare!” perché parlano tutti lo stesso linguaggio».

Alla fine: esilio o latitanza?

«Io sono più dell’idea di un esilio che si è imposto, non voleva più cercare quel mondo lì. Non credo che avesse paura dell’arresto. È uscito fuori, certo di sbagli ne ha fatti, non c’è dubbio, se n’è andato e all’inizio poteva essere una latitanza, anche se si sapeva benissimo dov’era. Poi si è trasformato in un esilio di grande malinconia e grande dolore, non è che stava bene, questo dolore lo ha portato a morire prematuramente, era diabetico, stare lì in quelle condizioni…».

 

nr. 41 anno XVII del 24 novembre 2012

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