NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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In Basilica clamoroso successo: a sorpresa?

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In Basilica clamoroso successo: a sorpresa?

Sono interpretazioni di varia natura: torniamo a Marco Goldin per capire se è possibile trovare un filo utile ad elaborare una nuova analisi soprattutto rivolta al futuro della Basilica...

In Basilica clamoroso successo: a sorpresa? (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)MARCO GOLDIN- Alcune riflessioni emerse qui non sono del tutto accettabili. Debbo sottolineare che non colpa nostra se quando ce ne andiamo -e ce ne andiamo sempre perché siamo costretti- dopo anni di grandi risultati lasciamo il deserto: è una accusa ricorrente che non accetto. A Treviso avevamo altri anni di contratto già firmato con la Cassamarca eppure siamo stati obbligati a lasciare quel lavoro; a Brescia dopo cinque anni di strepitosi successo con addirittura due milioni e mezzo di visitatori è successo che cambiata l'amministrazione è finito tutto. Sono contento che Copiello fosse sicuro del risultato a Vicenza; a livello italiano non ci sono più grandi successi in questo campo. Se togliete qualche punta a Roma o Milano il quadro generale è piuttosto depresso o perlomeno non è più come dieci anni fa. Per tornare a Treviso e Brescia spiego cosa potrebbe succedere a Vicenza nel dopo mostra se si verificassero certe condizioni, ma debbo dire che a noi non è mai stato chiesto che cosa consiglieremmo di fare tra una mostra e l'altra o come gestiremmo queste importanti ricadute che vediamo e che dovrebbero essere ben sfruttate come un patrimonio acquisito anche nei mesi successivi. Di idee ne avrei anche e molto interessanti; sulla scia di questi risultati da molte persone mi vengono espresse speranze perché che ci sia un'altra grande mostra a breve, Il che non è possibile perché occorrono due anni di preparazione. Diventasse ordinario ciò che è straordinario si cambierebbe la percezione dell'evento straordinario. Ho imparato in vent'anni che la straordinarietà autentica è rappresentata dall'eccezionalità dell'avvenimento e che per questa ragione stessa le repliche non si possono fare perché non c'è più sorpresa, tanta gente non verrebbe più attratta. La Basilica dovrebbe essere utilizzata con un evento importante a cadenza ogni anno o al massimo un anno e mezzo e poi con altre manifestazioni intermedie che possono benissimo essere come diceva Riva del tipo di quelle su Carpioni o Montagna. La cosa importante è dare un senso armonico ad un calendario non improvvisato con un progetto ad ampio respiro, di cinque anni, che preveda per quanto si può esattamente il futuro. Il picco di Treviso poteva avere in questo modo una continuità che non ha avuto perché se uno decide di far lavorare tizio piuttosto che caio è ben difficile mantenere la stessa coerenza. Una politica culturale non si può circoscrivere ad un solo grande evento quale che sia. Quando ho avuto la possibilità di operare su progetti davvero ampi e nel senso che sto dicendo ho dimostrato che il lavoro si può fare e può riuscire al meglio.

LUCA ROMANO- Per me ha ragione il prof. Goldin naturalmente. Sembra sconvolgente quello che dice relativamente al fatto che non gli hanno fatto richieste ulteriori. Ma invece si capisce se ci mettiamo sulla lunghezza d'onda degli amministratori i quali si muovono con altri parametri di tempo e di qualità di scelte. Ora non esiste più la divisione tra effimero e duraturo ma all'interno della nuova logica bisogna fare esattamente come dice Goldin: la mostra è stata grande e di grande successo, ma ora con le competenze e le intuizioni di questo operatore riusciamo a pianificare i prossimi anni in modo che queste politiche culturali abbiamo fruttino ancora successi anche se di natura diversa? Anche un evento di grande qualità culturale che interessi una nicchia nel periodo che separa i grandi eventi mi va benissimo. Qui subentra appunto la politica con le sue logiche: un amministratore ha il problema del consenso da legare a una scadenza elettorale del tutto scisso rispetto alla capacità gestionale e di generazione della politica culturale. In Basilica vorrei proporre ai grandi imprenditori che in questa terra ci sono di organizzare mostre dedicate alle epoche significative della cultura industriale vicentina. Dentro un monumento di prestigio e che rappresenta l'antichità più classica porterei così le forme moderne della cultura industriale. Renzo Rosso a Venezia sta restaurando il ponte di Rialto ed io mi domando perché mai non ci siano altri che fanno altre cose di questo genere e di questo livello.

In Basilica clamoroso successo: a sorpresa? (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)GIGI COPIELLO- Il problema è che ci vogliono soldi; va ricordato che per questo intervento c'è una partecipazione pubblica e solo pubblica. Cariverona è l'unico strumento finanziario a disposizione dei Comuni. Per questo evento in particolare come sono stati gli apporti degli sponsor? Per il festival biblico che è arrivato alla nona edizione c'è stato intervento del Comune e di un'altra fondazione bancaria che non è Cariverona. Per costruire una politica turistica culturale non possiamo appoggiarci solo al pubblico perché il pubblico non ce le fa più. I tempi sono cambiati. Non ci sono più lire e si va sempre a finire in Cariverona. L'intervento privato è importante, quello vero; troppo spesso i privati si sono fatti belli con i soldi pubblici come per la Società aeroporti vicentini o per il Cis, oggi entrambi sulla via del tramonto definitivo. Questi modelli già visti e vissuti impongono perciò molta prudenza.

MARCO GOLDIN- Guardi Copiello che il Comune di Vicenza non ci ha messo un soldo per la mostra, ha pagato le sue bollette e basta. La ripartizione della spesa è stata di 45 per cento a carico di Cariverona e 55 per cento a carico del sottoscritto. Sono io che ci ho messo l'intervento direttamente da imprenditore.

VLADIMIRO RIVA- È credo l'unico caso in cui una persona si assume in questo settore il rischio di impresa direttamente e quindi deve essere apprezzato nel modo giusto.

GIGI COPIELLO- Ma il festival biblico è sostenuto da sponsor privati i quali si assumono anche i rischi relativi...

VLADIMIRO RIVA- Insisto sul fatto che qui siamo di fronte a uno che ci ha messo direttamente la faccia e si è assunto il rischio di impresa con l'ulteriore considerazione che in questo caso siamo di fronte ad una impresa di grande importanza e dimensione come certamente non si può dire di altre manifestazioni minori e sicuramente non confrontabili.

 

nr. 03 anno XVIII del 26 gennaio 2013 

 

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