NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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IL VIAGGIATORE. Il dono di essere nati a Sovizzo, nel 1994

Così da essere annoverati fra quanti, il prossimo 24 febbraio, andranno a votare per la prima volta. Circondati dal caos, ma pronti a fare la propria parte, con l’entusiasmo che solo i diciottenni riescono a comunicarci

di Stefano Ferrio

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IL VIAGGIATORE. Il dono di essere nati a Sovizzo,

L’imminente Giorno della Memoria non è solo un’iniziativa meritevole, che serve a tenere ogni anno desta una collettiva capacità di ricordare, tramite gli orrori della Shoa, ciò di cui noi uomini siamo capaci lungo le vie del Male.

Ha anche poteri traumatici, non appena ci rendiamo conto che ci sarebbe dell’altro da rammentare e da tenere sempre pronto, nel “cassetto giusto”, in modo da avere le idee chiare quando si tratta di compiere scelte importanti. Per esempio il voto politico che il prossimo 24 febbraio chiamerà alle urne migliaia di nuovi elettori italiani, di età compresa fra i 18 e i 22 anni. Il recente incontro avuto con un gruppo di questi ultimi, scout di Sovizzo smaniosi di afferrare qualcosa di utile, tipo una zattera, nel caotico mare che li circonda, è stato in tal senso illuminante.

Ragazze e ragazzi “bellissimi”, precisiamolo subito, per come mettevano in gioco la loro volontà di esserci, di partecipare a un evento così fatidico, a patto ovviamente di comprenderne meglio la portata, le radici, le problematiche, i nessi più decisivi. Ora, vivere in un Paese dove, solo per evitare qualche rogna burocratica, ci si affanna a dire agli studenti Erasmus che all’estero, laddove si trovano per studiare, non potranno votare, la dice già lunga su come in Italia si abbia a cuore i diritti e le aspirazioni dei cittadini più giovani. Infatti chi, vivendo qui, si accinge a mettere il suo primo segno nella scheda elettorale, in teoria non viene dotato di alcuno strumento per raccapezzarsi su quella determinata Storia del Paese che porta agli attuali schieramenti, contrapposizioni, retroterra ideali e ideologici.

Nato a Sovizzo nel 1994, significa essere stato concepito non appena defunta la Prima Repubblica. Ovvero mentre la televisione era accesa sulla trionfale “discesa in campo” del Cavaliere, sui primi contorsionismi del giudice Di Pietro, sulle canottiere leghiste di Umberto Bossi, sul dibattito interno a una strana creatura partitica chiamata Pds (do you remember?) faticosamente avviato lungo il percorso che sarebbe poi sfociato nella nascita dei Ds e del Pd.

Dopodiché, una volta nato a Sovizzo nel 1994, ma anche a Mussolente, a Quargnenta, a Posina, a Poiana Maggiore o in corso Fogazzaro, significa essere stato svezzato, cresciuto e acculturato in un Paese che da lì, da questo perenne Blob politico-mediatico, non si è più schiodato. Con il risultato che questi fantastici diciottenni – fantastici come lo sono stati i loro genitori, nonni e bisnonni a un’età di per sé meravigliosa – hanno solo da dannarsi in cerca di lumi, di relazioni, di chiavi di volta grazie a cui capire qualcosa.

Riusciamo noi cinquantenni progressisti dell’Anconetta, ottantenni mussoliniani di Recoaro, settantenni vetero-femministe di Vivaro, pensosi sessantenni post-moderni (e quindi, forse, “post-laici”) di Spagnago a metterci nei panni di questi concittadini la cui vita è rintronata dalle scampanellate di un perpetuo “Porta a porta”, dai fumi di una “Prova del cuoco” mescolati a quelli del conflitto d’interessi, dai camaleontismi degli ex comunisti pronti a vendere la loro madre per essere inseriti fra gli autori di X-Factor?

Domanda che ha echi talmente forti da stordirci, soprattutto perché, rispetto a questo Blob-Oggi, presuppongono uno Ieri tramite cui spiegarlo e farsene una ragione. Il che, se è impervio per i ragazzi degli anni ’90, non è detto sia automaticamente più facile per quanti sono nati ben prima di loro. Chiedilo tu, alla nonna appena uscita dal casco della Gianna, cos’era mai il Pentapartito? O a suo marito, che acquista viagra di nascosto al bar delle rumene, cosa fu mai il Compromesso Storico? La nebbia che rischia di alzarsi è la stessa dove non si sa se bierre è una marca di moto o una sigla terroristica, se la Prima Repubblica è esistita solo in Francia e mai in Italia, se per il Partito Socialista Italiano votavano davvero sia le tute blu di Sesto San Giovanni che i completi Armani della Milano da bere.

Se alle spalle il passato è così nebuloso, una ragione di più per credere in chi è nato a Sovizzo, diciotto anni fa.

 

nr. 03 anno XVIII del 26 gennaio 2013

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