NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“Pirandello è l’avanguardia”

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Sei personaggi in cerca d’autore

Pirandello sfrutta la duplice accezione delle parole, se non addirittura utilizza le parole anagrafe, quelle che a seconda dell’accento grave o acuto su una stessa lettera cambiano significato: il personaggio del figlio che dice che è uscito per non fare una scena oppure i personaggi che dicono che il dramma non è scritto perché è dentro di loro. Pirandello è un autore mondiale, come è possibile rendere in altre lingue questi giochi linguistici e che sono determinanti non solo nell’azione ma anche nel destrutturare e riassemblare i piani di lettura?

A.Salines (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Hai ragione. Non so se hai letto che hanno tradotto Leopardi, secondo me è la stessa cosa per Pirandello: per Pirandello è FONDAMENTALE, è talmente legato al contenuto…”.

È come Dante?

“Brava, l’ho detto in un’intervista: non c’è niente da fare, non credo che nessuno potrà mai tradurre. Anche Shakespeare è più facile, si può arrivare a tradurre. Ci saranno anche delle traduzioni che hanno fatto di Pirandello, però è difficile”.

I personaggi dettano disposizioni su come allestire la pièce e sono insoddisfatti perché il padre dice che sente le sue parole come una farsa, un altro suono, e viene anche detto che forse si capisce perché il loro autore non voleva vederli vivi sula scena. Facendo queste osservazioni molto pesanti, il padre è comunque molto ossequioso e rispettoso. Questi personaggi sembrano essere quasi degli “ecosistemi” indipendenti, che si autoalimentano: viene detto che la madre è la madre di tutti e il figlio sembra essere figlio della stessa madre dei figliastri. Come possono essere fisicamente delle persone reali? Nella stessa pièce viene detto che ci sono dei limiti che non possono essere oltrepassati, anche se si fa riferimento ad altro.

Gruppo_Attori (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Nella prima edizione lui ha fatto comparire tutti i personaggi con la maschera, dovevano essere mille, il padre di tutti, la madre di tutti. Oggi, col teatro moderno, siamo arrivati al punto di dare la maschera attraverso il teatro epico, quindi un attore proietta un personaggio e anche se non ha la maschera lo fa diventare tanti. Infatti lui dice: “Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi – veda – si crede “uno” ma non è vero: è “tanti”, signore, “tanti”, secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi: “uno” con questo, “uno” con quello – diversissimi!”. Pirandello è un mondo, un mondo. dicevamo l’altro giorno dopo le prove, dopo 3 anni che non lo facevamo, ci sono delle cose che un attore, pur avendolo fatto tante volte, riscopre!”

Pirandello ha appunto uno stile molto rigoroso, richiede una notevole attenzione da parte degli spettatori per poter essere seguito e in ogni caso, veramente, ogni volta ci si scopre qualcosa di nuovo. È vero che lui rappresenta l’alta borghesia, è considerato molto di prosa “classica”, come qualcosa di vecchio. Visto che tu hai una grande esperienza di teatro d’avanguardia, il problema è solo l’ambientazione? Perché nelle avanguardie non vengono considerati i testi di Pirandello?

“Ti dirò di più, quando l’avanguardia riesce a fare di Pirandello qualcosa di diverso ci rimette sempre, perché Pirandello è l’avanguardia: è inutile forzare l’avanguardia sull’avanguardia. Ti sei mai chiesta perché uno tipo Carmelo Bene non ha mai fatto Pirandello? Perché non poteva farlo: Pirandello va già oltre Carmelo Bene e oltre a tutto”.

Infatti volevo appunto chiederti: tu che eri amico di Carmelo Bene, che era uno che dava estrema importanza alla fisicità delle parole, che cosa ne pensava di Pirandello?

“Eh, appunto non lo faceva perché sapeva che non poteva superarlo: poteva fare Shakespeare, Marlowe, Dante, però mai, mai Pirandello, o lo fai così com’è e diventa sempre un testo d’avanguardia che anche i giovani rimangono ancora presi”.

Anche perché è impossibile da tagliare, dove tagli e cosa?

“Non si può tagliare perché tutto torna”.



nr. 40 anno XVIII del 16 novembre 2013

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