NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Il “Regolamento del Senato” e il Presidente

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Il “Regolamento del Senato” e il Presidente

Se qualcuno volesse partire da riferimenti precisi sull’arcinoto e arcidiscusso dibattito del “voto segreto/voto palese” sulla decadenza di Berlusconi da senatore, dovrebbe richiamarsi a questi tre articoli del “Regolamento del Senato della Repubblica”:

art. 8) Il Presidente rappresenta il Senato e regola l’attività di tutti i suoi organi, facendo osservare il Regolamento

art..18) Spetta alla Giunta il parere su questioni di interpretazioni del Regolamento

art. 113) comma 3) Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni comunque riguardanti persone e le elezioni mediante schede

Se il testo scaricato da internet è aggiornato, si può dedurre, vista la linearità degli articoli, che ben pochi spazi sembrano essere concessi a interpretazioni bizantine, per cui appaiono giustificate le pesanti perplessità e gli interrogativi su come si sta svolgendo la vicenda. Non è un caso che molti senatori si stanno trovando in evidente stato d’imbarazzo, alcuni perché temono per la stabilità del governo, altri per l’impressione che possa tramutarsi in un autogol.

La Giunta del Senato, votando per il “voto palese” con una stretta maggioranza (certamente politica) ha, secondo l’art.18), espresso un parere (e non una decisione) su una questione di interpretazione del Regolamento. Parere che, alla luce del successivo art.113, comma 3), contrasta in maniera clamorosa con il “voto palese”, tanto lapalissiano è quanto previsto dall’articolo. Un’interpretazione diversa è un insulto al buon senso.

Quello che trovavo difficile da capire era il silenzio del Presidente del Senato Grasso cui spetta, secondo l’art.8), il compito di far “osservare il Regolamento”. Eletto a quella carica per essere garante delle funzioni degli organi del Senato, doveva sentire il dovere, ispirandosi naturalmente al criterio di imparzialità come richiede il ruolo di “notaio” della Istituzione che presiede, di dichiarare se il voto della Giunta è compatibile con quanto prevede il Regolamento del Senato. Non poteva fare né il Ponzio Pilato, né la scimmietta, né dare la sensazione di un comportamento di parte. Venerdì 8 finalmente ha parlato: “Penso di aver applicato fino in fondo le regole del nostro Regolamento, cercando con equità ed equilibrio di portare avanti quello che è un impegno del Senato che certamente assolverà nel migliore dei modi. Alla fine ci sarà il voto del Senato in piena democrazia”. Non si tratta di essere contro la decadenza da senatore dell’imputato Berlusconi, ma quello che sta accadendo è anche la decadenza della politica e della democrazia. Quelle di Grasso sono frasi talmente bizantine e partigiane, tali da porre serie perplessità sulla credibilità della carica che riveste, seconda per importanza solo al Presidente della Repubblica, e sulla figura del magistrato e politico Pietro Grasso.

 

Franco Dori

 

nr. 42 anno XVIII del 30 novembre 2013



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