NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Rosetta Monteforte Racalbuto: Storie di donne. A più voci più mani

di Italo Francesco Baldo

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Rosetta Monteforte Racalbuto: Storie di donne. A p

Guariento di Arpo, Creazione di Adamo ed Eva

 

Se vi è un periodo dell’anno in cui la donna appare in tutta la sua importanza nella storia e nella prospettiva della fede cristiana, questo è l’Avvento. Esso segna l’inizio dell’anno liturgico, un periodo di penitenza di quattro settimane nell’attesa del S. Natale, che non è la festa di un vecchietto che distribuisce dei regali più o meno costosi, ma il ricordo della nascita da una donna del Salvatore. È questo un vero avvenimento, il culmine della storia per il cristianesimo, anche in un mondo, come quello odierno, dove sembra, almeno nella facciata, essere un po’ restio alla riflessione religiosa stessa.

 Durante l’avvento cade la festa dell’Immacolata concezione, l’8 dicembre, che una delle qualità di Maria, colei che sarà Madre di Gesù Cristo. In questa ricorrenza come per tutto il periodo, la figura della donna, Maria, emerge in tutta il suo valore. Ella è mea domina ossia è la Madonna che assume nella storia un ruolo fondamentale. Non certo a caso fin dai primi tempi del Cristianesimo la figura di Maria ha sempre avuto un particolare culto, iperdulia, e lo testimoniano i moltissimi luoghi mariani. Nel Vicentino basti ricordare i santuari di Monte Berico, di Scaldaferro, di Lonigo, d’Isola Vicentina, e in ogni chiesa o casa piccola o grande che sia, sempre vi è l’immagine di Maria.

 Valorizzare la figura di Maria ha sempre voluto dire esaltare la figura della donna e mai come in questo periodo vi è la necessità, direi l’urgenza di riflettere ed agire sull’importanza delle donne nella nostra epoca, dove spesso, quasi a dispetto delle richieste e delle legislazioni a favore della donna, ella non è veramente rispettata e nemmeno, mi sia permesso, le indicazioni di certo femminismo aiutano a considerare che la donna, non dispiaccia l’attributo, è “l’altra metà del cielo”.

 Con un testo a più mani Rosetta Monteforte Racalbuto ha voluto testimoniare questa importanza Diversi i racconti della curatrice stessa, di altri esponenti della ricerca culturale in Vicenza. Il testo esce per le Edizioni Scaletta 62, di Vicenza nella Collana Arte per Vivere ed è un prezioso dono nella quale, come scrive Luciana Peretti: ” Rosetta Monteforte Racalbuto ha esordito con una scelta di episodi relativi a diverse donne, più o meno giovani, ambientante in località del Nord America - dove ha vissuto- e dell’Italia, il cui contenuto rispecchia la sua grande umanità, la compassione per le altrui angosce, la solidarietà profonda con il genere femminile. A questa rassegna di racconti, che spesso hanno il loro culmine in un momento poetico, hanno collaborato una ventina di scrittrici” e “ un esiguo numero di scrittori maschi”. Sono storie autentiche che mirano a far riflettere, dove l’ideazione e il reale si mescolano in una vera affermazione del valore della donna, anche quando vicende difficili o addirittura dolorose, come l’abbandono, sono presentate. Le autrici sono, oltre alla curatrice, tutte attive nell’ambito culturale vicentino, come pure l’altro esiguo numero.

 Vi è un filo conduttore che lega tutti questi racconti e queste poesie, è il “parlare di donne” e delle loro vite, che hanno la loro origine in Eva, la donna che insieme a Adamo diede origine al genere umano, non ad una parte, ma tutto il genere umano, per questo ogni volta che si parla di donne o di maschi si deve avere sempre presente che la realtà è a tutto tondo. Dividere, considerare solo una parte se può avere una sua necessità di riflessione, di elaborazione ecc. non deve però far dimenticare che il cielo, pur diviso a metà, è unico e che tutto l’insieme vive e ha significato insieme, perché l’amore che portiamo all’uomo è sì spartito, ma, alla fine è sempre e solo uno. È quel valore di società umana che precede qualsiasi altra costruzione umana, Stato compreso, alla quale ciascuno di noi deve essere legato e per il quale deve collaborare.

 Tutti i racconti invitano a questo ed è il pregio della pubblicazione, di cui riproduciamo alcuni racconti ed infine un’espressiva poesia di Elena Mancuso.

 L’Avvento ci aiuta a riflettere ancora sulla donna e la sua importanza, facciamo sì che vi sia anche l’aurora di una nuova messe di giusti rapporti tra tutto il cielo stellato sopra di noi e quella legge morale che ci invita al Bene che è dentro di noi.

Rosetta Monteforte Racalbuto: Storie di donne. A p (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) 

 

Cornelis van Haarlem, La prima famiglia

 

 

Rosetta MonteforteRacalbuto: Eva

 Non posso e non voglio perdere la speranza che il mio bimbo stia bene. Devo combattere il suo male, trovare la forza e il denaro per farlo curare. Certo, nelle mie condizioni di ragazza madre, del profondo sud italiano non sarà tanto facile, ma non ci sarà barriera che mi fermerà. Dovevo trovare i mezzi che avrebbero dato la guarigione al mio bambino. Ieri mi è stato dato l’ultimo referto e non ci sono dubbi, deve subire un trapianto di midollo osseo. I medici purtroppo hanno dovuto dirmi che non è facile trovare qualcuno con il quale sia compatibile. Fui una pazza ad accettare l’amore di Mario, il mio ragazzone conosciuto quella calda sera a Mondello, la famosa spiaggia vicino a Palermo. Studentessa, per potermi pagare gli studi, passavo l’estate lavorando, come cameriera, in un grande albergo di Mondello.

 Mondello in estate è piena di turisti stranieri, bei ragazzi pieni di soldi che ti fanno la corte e che ti illudono con le loro ciance. Mi ero appena diplomata e volevo frequentare l’università, così avevo accettato quel posto di cameriera.

 Cresciuta in un piccolo paese dell’entroterra siciliano, Canicattì, non ero molto furba, e così ero cascata in pieno nella rete dell’amore con quel ragazzo della Palermo bene, anche lui diciottenne e da poco diplomato. Volendo essere indipendente si era impiegato anche lui nel mio albergo anche se i suoi genitori non avevano apprezzato quel gesto.

 Mario era un bel ragazzo alto biondo bene educato e così quando ci siamo incontrati nell’albergo, abbiamo subito fatto amicizia e da lì era stato facile passare all’amore.

 Incoscienti entrambi non avevamo pensato alle conseguenze del nostro amore: giovani e innamorati come eravamo avremmo potuto concepire un figlio.

 Passò l’estate ed entrambi perdemmo il lavoro e la realtà della nostra situazione di giovani studenti venne a galla e con quella venne a galla anche la mia gravidanza. Dovetti dirlo a Mario e come dopo un uragano vennero a galla tutte le sue recriminazioni per non aver preso le dovute precauzioni.

 Cosa ne sapevo io? Lui era l’uomo, avrebbe dovuto pensarci e prendere i dovuti accorgimenti per evitare una gravidanza.

 Mi lasciò. Ora disperata, con mio figlio, Emanuele, che necessitava di quel trapianto, decisi di contattarlo e spiegare la situazione dicendo che solo lui poteva salvare nostro figlio.

 Mario si rese conto della situazione e chiese aiuto ai suoi genitori. Purtroppo i miei non erano nella posizione finanziaria di farlo. Mario rinunziò all’università e trovò lavoro in una ditta che edificava costruzione all’estero. Fu assegnato ad un progetto in Germania. La ditta avrebbe costruito dei palazzi a Berlino, una città rivolta al futuro, dove luci ed ombre della stoia rivivono in essa come attrazione per i turisti. Sapevamo entrambi che il suo lavoro sarebbe stato duro e faticoso. Lavorava 10 ore al giorno e viveva in una casermetta costruita solo per gli operai.

 Intanto ci eravamo sposati, avviate le pratiche per il trapianto che, ringraziando Dio, era andato bene. I miei suoceri venuti a conoscenza della situazione di Mario gli mandarono i soldi per il viaggio di ritorno.

 EW come in tutte le favole: vivemmo felici e contenti.

 

Figlio

 

Dall’amore

Di due giovani amanti

Sei nato,

in un giorno di sole

e sebbene tribolato,

il tuo nascere

mi ha reso felice.

 

Rosetta Monteforte Racalbuto: Storie di donne. A p (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) 

Antonello da Messina, Annunciata

 

Una giovane donna

Fu, come era costume, promessa ad un uomo per il matrimonio. Era per lei un momento importante, i suoi genitori provvedevano al suo futuro con un uomo dabbene e serio, che godeva di stima in paese e sebbene non giovanissimo, era ancora nel vigore delle sue forze. I genitori con facilità si accordarono, secondo il costume, sulla dote e su ogni altro dettaglio. Chiesero alla figlia se quanto avevano pensato di fare, sarebbe stato di suo gradimento, ed ella, obbediente, acconsentì di buon grado. L’educazione che aveva ricevuta era attenta non solo al suo benessere fisico, ma anche spirituale, la fede sincera e attenta a quanto Dio chiedeva. Era stata educata anche al valore della famiglia come nucleo fondamentale nel quale si sviluppa l’amore e costruisce da un “io” e un “tu”, un “noi”, che è il segreto, ora palesato, della riuscita di ogni matrimonio ieri come oggi e lo sarà anche domani, perché il vivere insieme non è un attimo di piacere, ma qualcosa che costruisce una vita. La famiglia era al centro della vita e per tutti necessaria. Il senso stesso della società si realizzava in essa, essa stessa piccola società.

 Venne il tempo dei preparativi per le nozze, tutto era pronto e già il cuore della giovane fanciulla batteva di ansia per quel suo grande momento, ma altro momento si preparava per la sua vita. Attendeva il giorno pensando al suo futuro e chiedeva, ossia pregava umanissimamente, per sé e per la propria futura famiglia un avvenire. Ed ecco che la Parola si fece carne e abitò in lei; lei l’accolse e la fece propria e la condivise con lui che accettò la paternità umana della Parola. Divennero famiglia, sacra famiglia e invitano anche oggi tutti ad essere nella famiglia sacra, non persone perdute in se stesse, ma comunicante e congaudenti, pur nella difficoltà che possono accadere. Ben lo conobbe la fanciulla, divenuta madre anni dopo.

 

In Geburt Christi.

 

Alla radice della luce

piega il tuo capo

guarda attonito,

e come Lei

incontra

senz’ansia

il re dell’Universo

che sta per giungere

vicino a te

per l’eternità

 

(8 dicembre 2012)

 

 

Elena Mancuso: Se nasci donna

 

Non ti sarà dolce la vita

E il dolore come lastra di ghiaccio

Graverà sul tuo cuore

Se nasci donna.

Pellegrina di marti e di sederti

Avrai giorni di sole

Ed armonie di vento, se saprai

Dipingere di rosa il tuo cielo,

e non ti schianteranno le tempeste,

se le tue ali forti voleranno in alto.

Tu che nutri nel grembo il seme

Sarai arata, seminata

 E i tuoi frutti avranno

La fragranza dell’estate

Se nelle stagioni fredde

Saprai fugare i notturni geli

E in primavera gli assalti

Dei passeri affamati.

Se nasci donna,

vedrai salpare vele,

una sequenza di amare migrazioni,

sarai la fonte che disseta e irriga,

ma invano urlerai la tua sete

se il tempo ha reso muta

la tua voce.

 

nr. 44 anno XVIII del 14 dicembre 2013

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