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Il bicchiere di vino – J. Vermeer
Il vino è una delle più importanti bevande del nostro occidental mondo, ma ora la sua degustazione si diffonde anche nell’estremo oriente: molti lo hanno apprezzato, molti lo hanno apprezzato e molti lo apprezzano e molti ancora lo apprezzeranno e ciò fin dall’antichità. Infatti, quando i Greci e i Fenici fondavano una nuova colonia nel Mediterraneo, nell’antichità, si piantava l’ulivo, la vite e il grano, la base della vita, oggi chiamata “dieta mediterranea”. Similmente i romani che piantarono la vite perfino a Londinium, l’antica Londra. Tracciare una storia completa della vita e del vino è un’impresa di difficile riuscita; ci ha provato qualche anno fa A. Antonaros, La grande storia del vino (Bologna, Pendragon, 2000), ma non è certo completa.
Il numero dei vitigni è impressionante, una scienza lo studia, l’ampelografia, in cui eccelse il vicentino Norberto Marzotto (1853-1939) che fu anche Sindaco di Vicenza dal 1902 al 1906.
IN QUESTA SUA CASA AVITA
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La lapide è in via… chi la trova si faccia un goccio di vino.
Non mancano a Vicenza altri interessati alla vigna e al suo nettare e ha avuto cultori di gran passione non solo nella degustazione, ma anche nella conoscenza più ampia di questo prodotto. A Vicenza esiste la Biblioteca Internazionale “La Vigna”, nata dal volere di Demetrio Zaccaria, e dispone di più di 50.000 volumi che hanno come argomento proprio la vigna e il vino ed è sede di numerose iniziative culturali.
Nella letteratura e nell’arte il vino è stato sempre ben illustrato. Omero lo ricorda nei suoi poemi, nel canto IX dell’Odissea: “Dissi così, ed egli prese la coppa e bevve: e molto godeva bevendo il dolce vino e me ne chiese anche un’altra”. Il poeta Alveo lo ricorda come “lo specchio dell’uomo”. Ma poi Catullo, Orazio e G. Boccaccio e Lorenzo il Magnifico, e W. Shakespeare Enrico IV:”il buon vino è un bravo spiritello se è bene usato”. Via via fino ai nostri giorni con Mario Soldati che lo definisce “la poesia della terra”.
Nemmeno lo Storia sacra lo ignora, fin dai tempi di Noè da ella sua famosa “sbronza” e non dimentichiamo che il vino è, dice Dante. :”nella chiesa co’santi e in taverna co’ghiottoni”.
Nella celebrazione eucaristica il vino è ciò che diventerà, mediante la benedizione, operata dal sacerdote “il sangue di Cristo”, secondo la verità della transustanziazione.
Non vi è campo dove non si ricordi il vino, amato, consacrato ma anche rifiutato come bevanda che fa “uscir di senno”. L’Islam ricorda ciò nel Sacro Corano e chiaramente ne vita l’assunzione da parte dei fedeli: “Ti chiedono del vino e del gioco d’azzardo. Dì: ” In entrambi c’è un grande peccato e qualche vantaggio per gli uomini, ma in entrambi il peccato è maggiore dei benefici” (Corano, 2,219). Afferma inoltre: “O voi che credete, in verità, il vino, il gioco d’azzardo, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie sono immonde opere di Satana. Evitatele affinché possiate prosperare. In verità, Satana vuole diffondere tra voi, mediante il vino ed il gioco d’azzardo, inimicizia e odio, per allontanarvi dal Richiamo di Dio e dagli uffici divini. E allora, voi vi asterrete?” (Corano, 5:90-91). Sulla terra è vietato, ma non nel Paradiso, secondo l’Islam, ma allora sarà un vino che non nuocerà al fedele: “[Ecco] la descrizione del Giardino che è stata promessa ai timorati [di Allah]: ci saranno ruscelli di un’acqua che mai sarà malsana e ruscelli di latte dal gusto inalterabile e ruscelli di un vino delizioso a bersi, e ruscelli di miele purificato. E ci saranno, per loro, ogni sorta di frutta e il perdono del loro Signore”. (Corano, 47:15).
Vigneti a Breganze, Gambellara e Nanto
La coltivazione della vite e la preparazione del vino qualificano un’agricoltura, che sempre più si raffina nella produzione, speriamo non, come è accaduto talora, nella sofistificazione. Molti terreni agricoli sono stati trasformati in zona di produzione vitivinicola con ampio territorio dedicato alla coltivazione di varietà di vite. Breganze, Gambellara, ma anche la zona di Lonigo, del Basso Vicentino sono territori vocati alla vita e molte cantine, quasi il vicentino sia una zona dalle molte cantine e Tavernelle lo ricorda anche nella toponomastica. Tutto il Veneto e da secoli, anche se Carlo Goldoni, quasi a far torto, fa dire a Mirandolina de La Locandiera: “MIRANDOLINA: Bravissimo. Il vino di Borgogna è prezioso. Secondo me, per pasteggiare è il miglior vino che si possa bere”. Poi però frequentava Villa Widmann a Bagnoli di Sopra (PD), fondata nel X secolo d.C. dai Benedettini, dove si bevevo un ottimo “friulano”.
Villa Widmann a Bagnoli di Sopra (PD)
Il vino accompagna le mense più e meno importanti, vi sono vino per ogni occasione, dal mattino alla sera e anche per la notte, vino per accompagnare i cibi, per brindare e addirittura per meditare, tanto che l’espressione “in vino veritas” è ben apprezzata dai filosofi e oggi da coloro che credono sempre di avere “delle idee”. Un tempo il vino non era una bevanda femminile, l’assunzione di vino era quasi sconveniente, ma oggi in tempi di par condicio le donne bevono e talora assai.
La mensa di Cleopatra del Gb. Tiepolo
Proprio sugli effetti del vino ci si è spesso soffermati, qualificandolo come negativo, tanto che oggi i cultori di ”fumi” canapeschi o mariani che in Campo… Marzo e non solo si trovano, difendono, sostenendo che sono men peggiori dei calici di vino. È la solita storia, tanto di moda oggi, dove la libertà è solo il fare quello che si vuole. Infatti, quello che fai tu è male, ma quello che faccio io, non è forse bene, ma è male minore rispetto a quello che fai tu!
Così tra sostenitori e detrattori il vino ha una grande storia e per esso bisogna ricordare che il suo conveniente fa sì che stiamo bene. Ciò all’insegna del gran motto: La vita è troppo breve per bere male. Quindi beviamo del vino, ma che sia eccellente come diceva don Giovanni nell’opera di Mozart e non se ne beva mai troppo, si rischia non tanto il ritiro della patente, ma la propria vita ossia la possibilità di gustare un altro buon bicchiere. Ecco che ricordiamo questo liquore con una poesia ottocentesca che si avvale per affermare la bontà del vino addirittura di alcuni “seri” studiosi. Un po’ per celia e un po’ per ricordare che anche i “grandi” devono, come faceva il filosofo di Koenigsberg, Immanuel Kant, al cui desco, dove solevano essere o tre o nove commensali, non mancava mai il vino.
Caravaggio, Bacco
La felicità di un bevitore
Quando giri in largo e in tondo
Di grandezza il nostro Mondo
Veglia Eulero a misurar. 1
Quanto è folle! Io non misuro
Che il mio Tino, e sol mi curo
Quanto vin vi possa star.
Wolfio ognor pondera, e invano 2
Va scrutando dell’umano
Spirto incognito il vigor.
Quanto è stolto! Io son contento
Se la forza esperimento
Del possente mio liquor.
Sovra i codici e gli scritti
Mayer pensa, e sugli editti 3
Giorno e notte imbianca il crin.
Fra i bicchieri io sempre veglio,
Mangio bene, dormo meglio,
E dormendo sogno il vin.
Haller poi che delle piante 4
Per sanar qualunque male
Le virtù cercando va,
Pazzo è anch’egli, ché non sa
Che il rimedio universale
Del bicchier nel fondo sta.
Con aromi e essenze rare
Fansi i regi imbalsamare
Quando morte li colpì.
Oh! Son pazzi! Io dal mio tino
Mentre vivo spillo il vino
E m’imbalsamo ogni dì.
Note
1. Eulero, (Basilea, 15 aprile 1707 – San Pietroburgo, 18 settembre 1783, uno dei maggiori studiosi di matematica e di fisica del Settecento, famosa anche la sua opera di divulgazione della matematica alle donne.
2 Christian Wolff, (Breslavia, 24 gennaio 1679 – Halle sul Saale, 9 aprile 1754 filosofo tedesco, uno dei massimi esponenti della filosofia che ha il suo capostipite in G. Leibniz.
3 Di difficile identificazione, potrebbe essere il letterato e giurista tedesco, attivo all’epoca di Goethe, ma anche il fondatore degli asili per bambini a Livorno non come semplici luoghi di assistenza, ma di educazione.
4 A. von Haller, (Berna, 16 ottobre 1708 – Berna, 12 dicembre 1777 studioso di anatomia, chirurgia e botanica, si occupò anche dello sviluppo degli embrioni.
nr. 44 anno XIX del 13 dicembre 2014