Condivide nella sua vita privata l'amore per la natura della protagonista, che da bambina "cercava i nidi sugli alberi"?
"Sì, amo la natura. Da piccola mi piaceva correre sui prati, arrampicarmi sugli alberi. I nidi mi hanno sempre affascinata: sono strutture perfette per custodire la vita che cresce. Per il resto cercare i nidi sugli alberi la considero una metafora di chi non si accontenta delle apparenze, di chi cerca i valori veri, di chi si impegna a dare un significato autentico alla propria esistenza".
Il romanzo mette in primo piano personaggi femminili e gli uomini - superficiali, egoisti, abbarbicati al potere e al denaro - non ci fanno una gran figura. Non le sembra di esagerare?
"Ovvio che non sono tutti così, per fortuna! Nel romanzo ci sono diverse figure maschili che si stagliano per statura e maturità. Credo che a tutti noi sia capitato di incontrare personaggi di straordinaria caratura che ci impressionano per sempre e altri che ci disgustano per la loro pochezza. Il problema è che molto spesso sono gli uomini peggiori a condizionarci e a condizionare l’andamento di tutta la società. È per questo che ritengo giusto descriverli: se li conosci, magari li eviti".
De Masi in prefazione ci va giù pesante con il nordest, e lei stessa nel romanzo scrive di un Veneto bigotto e perbenista, di arrampicatori sociali... è uno stereotipo o è davvero così?
"De Masi ha letto il libro con l’occhio del sociologo fermandosi alle apparenze che effettivamente possono dare l’idea del quadro da lui tracciato. In realtà il malessere della protagonista è molto più profondo e personale e sarebbe ingiusto etichettare il romanzo e il Veneto facendo emergere unicamente gli aspetti negativi, che pur ci sono, dal contesto descritto. Per questo il romanzo diventa un inno per chi ha voglia di cambiare, consapevole che i modelli a cui si era ispirato erano sbagliati".
A proposito di India, lei scrive anche di Karma e di legge causa-effetto: come applica questo concetto nella sua vita? Ci crede fino in fondo?
"L’india, terra del tutto e del contrario di tutto per eccellenza, nel mio romanzo fa da sfondo a una riflessione intima sui grandi temi dell’esistenza dove la legge del Karma gioca un ruolo importante. Per me valgono altre regole di vita; semplici pratiche di buonsenso, senza l’ossessione della rincorsa ai beni materiali pur non disdegnando le cose belle e i piaceri che uno riesce a guadagnare con la propria capacità di intraprendere. Resta evidente che questo non deve escludere una pratica di solidarietà senza la quale nessuna comunità di individui può definirsi tale".
Da donna, come vede oggi la relazione uomo donna: è davvero cambiata rispetto a prima?
"In effetti è un po’ più complicata. La prima azione di leadership che noi donne dobbiamo fare è quella di conoscerci per poterci poi definire. Il nostro guaio è che ancor oggi troppo spesso vediamo noi stesse attraverso gli occhi degli uomini e non sappiamo chi siamo se non passando attraverso il loro riconoscimento. Grave errore. Noi dovremmo essere maggiormente consapevoli del nostro valore per poter creare una nuova alleanza con gli uomini, non un continuo scontro. Perché affermare la nostra differenza significa andare oltre gli atteggiamenti di opposizione e di omologazione con l’universo maschile ed esaltare la nostra unicità".
E le donne imprenditrici: come conciliano i tempi lavoro-famiglia in quest'epoca così veloce?
"Anche in questo caso non è certo facile. In effetti ci abituiamo a fare tre o quattro lavori contemporaneamente: moglie, madre, casalinga, imprenditore, tassista, aiuto per i genitori anziani… Le donne sono polivalenti, in grado di recitare molti ruoli e nella maggioranza dei casi senza farsi troppo vedere. Sono dotate di intelligenza intuitiva che le aiuta a prendere decisioni veloci e anche di intelligenza emotiva che le sostiene nel creare il gruppo di lavoro e lo mantiene unito. Dove ci sono le donne, non a caso le aziende funzionano meglio".
Lei presiede l’Istituto internazionale di ricerca per gli studi su Canova e il neoclassicismo da oltre cinque anni. Può trarne un bilancio e dirci lo spirito che l’ha animata?
"Dal 2009 con l’insediamento del nuovo Cda c’è stato un bel giro di vite: ho proceduto a una profonda revisione dell’attività, che, mantenendo la scientificità di studio e di ricerca, si aprisse agli interessi della società, in particolare ai giovani. La situazione è conosciuta: un istituto prestigioso il nostro, ma afflitto dagli stessi problemi che preoccupano quasi tutti i settori della società: pochi fondi. Tuttavia siamo riusciti nell’impresa di farci sostenere da alcuni sponsor ai quali va la nostra gratitudine. Adesso abbiamo in cantiere un progetto molto ambizioso: restaurare il gesso del monumento equestre di Ferdinando IV di Borbone, la grande opera che realizzata da Antonio Canova giunse in eredità al nostro Museo civico nel 1851 e, purtroppo, alla fine degli anni Sessanta venne sezionata in 19 pezzi. Una bella sfida! Certo all’inizio abbiamo dovuto individuare i percorsi fattibili, ma in questo siamo stati accompagnati dalla competenza della direttrice Giuliana Ericani e da quella del professor Fernando Rigon. In particolare la dottoressa Gabriella Criscuolo Finco mi ha affiancata e sostenuta".
Romagnola di nascita, Morelli vive a Bassano del Grappa dal 1988. Imprenditrice, ha fondato un’azienda di piastrelle e un’agenzia di comunicazione e marketing. Nel 2002 in Brasile fa parte della delegazione ristretta dell’ambasciatore Vincenzo Petrone che sostiene il progetto Fogo - salviamo l’Amazzonia per sensibilizzare il mondo occidentale alla salvaguardia di un polmone indispensabile per tutto il pianeta. Nel 2007 pubblica con Marsilio il primo libro Parole Incrociate, rinunciando a tutti i diritti d’autore a favore dell’associazione onlus Un Cuore, un Mondo. Nel 2009 viene nominata presidente del prestigioso Istituto di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo di Bassano del Grappa, carica che ancora riveste. Sempre con i tipi di Marsilio pubblica nel 2010 Raggi di luce rosa, raccolta di interviste a donne italiane e straniere impegnate nelle professioni più varie. Il ricavato del libro è destinato al Club Soroptimist dell’Aquila per i terremotati d’Abruzzo. Nel 2014 pubblica Cercava i nidi sugli Alberi per Palombi, storica casa editrice romana che fa partire con Maria Pia Morelli una collana di narrativa.
Nelle foto partendo dall'alto: Morelli con Zavoli e Cavalli e famiglia; Maria Pia Morelli; Morelli e Slepoj a Londra. Qui sotto: Morelli con i figli
nr. 02 anno XX del 17 gennaio 2015