(C.R.) È un momento felice per il Vicenza Calcio. La squadra allenata da Giovanni Lopez, ripescata in serie B qualche giorno prima dell'inizio di campionato e subito in difficoltà anche a causa di numerosi infortuni (tra cui quello di bomber Ragusa), è stata affidata dopo 11 giornate di campionato (10 i punti totalizzati) a mister Paquale Marino, chiamato al "capezzale" biancorosso a fine ottobre. Da allora la squadra, presa in mano quando occupava le ultime posizioni, si è resa protagonista di una rimonta prepotente che l'ha proiettato sino all'attuale terzo posto, a 1 punto dalla seconda piazza che vale la promozione diretta. Il bilancio di mister Marino, in 18 partite, è di 37 punti, frutto di 11 vittorie (di cui 5 in trasferta, le ultime 3 consecutive), 4 pareggi e 3 sconfitte, per una media di oltre 2 punti a gara. Un'escalation che ha riportato grande entusiasmo tra la tifoseria biancorossa: quasi 2 mila presenti allo stadio Dall'Ara di Bologna (l'anticipo di venerdì sera 27 febbraio) e oltre 9 mila allo stadio Menti, tra abbonati e paganti, nel turno infrasettimanale di martedì scorso contro il Lanciano. Della rimonta e del momento ne abbiamo parlato con tecnici, ex biancorossi e addetti ai lavori.
Edy Reja, il tecnico dell'ultima promozione dalla B alla A: «Quel Vicenza era una grande squadra, ora la serie cadetta è più modesta»
L'ultimo tecnico che alla guida del Vicenza Calcio ha ottenuto una promozione dalla serie B alla A è stato Edy Reja, al termine dell'ormai lontano campionato 1999-2000, che vide i biancorossi chiudere al primo posto.
«Ho un grande ricordo di quella stagione - esordisce Reja, chiamato mercoledì mattina (l'intervista risale al giorno precedente, ndr.) sulla panchina dell'Atalanta in serie A - fu davvero trionfale, visto che alla fine vincemmo il campionato con 67 punti e con un record casalingo quasi imbattibile, ossia tutte vittorie, un pareggio e una sconfitta. Nel gennaio 1999 io ero arrivato alla guida del Vicenza (al posto di Franco Colomba, ndr) in serie A e nonostante un buon cammino nel girone di ritorno mancammo la salvezza solo all'ultima giornata. Ma la società, in maniera intelligente, preferì cambiare poco, confermando parte del gruppo che per la serie B era un lusso, vista la presenza di giocatori del calibro di Luiso, Comandini e Bucchi come attaccanti, centrocampisti che rispondevano ai nomi di Zauli, Schernardi, Bernardini, difensori come Massimo Beghetto, Comotto, Dicara e un portiere come Brivio. Peraltro una parte di loro avevano già giocato in A con Guidolin».
«Con tutta franchezza - tiene a precisare Reja - non vedo analogie tra quella stagione e quello attuale. Anzi mi sembra una situazione completamente opposta visto che questo Vicenza era stato costruito per disputare la Lega Pro, poi invece è arrivato il ripescaggio in B. Devo anche dire, con tutta onestà, che la serie cadetta di quest'anno non è nemmeno paragonabile a quella della mia esperienza. Non lo dico solo per il nome delle squadre, visto che le nostre avversarie erano Napoli, Sampdoria, Genoa, Atalanta e Brescia, ma soprattutto per valori tecnici che indubbiamente in questi 15 anni sono calati notevolmente».
«Quello che posso dire anche per esperienza personale, sia con il Vicenza che con altre squadre - conclude l'ex mister biancorosso - è che il campionato di serie B è il più lungo in assoluto, che inevitabilmente si deciderà nel periodo primaverile e dove sarà fondamentale anche arrivare in buone condizioni fisiche».
L'ex centrocampista Lamberto Zauli: «Ho visto Bologna-Vicenza, la squadra biancorossa rappresenta la grande sorpresa del torneo cadetto»
Uno dei trascinatori del Vicenza dell'ultima storica promozione era, come si diceva in precedenza, Lamberto Zauli, già grande protagonista due anni prima della storica avventura in Coppa delle Coppe (suo il gol dell'1-0 nella semifinale di andata contro il Chelsea allo stadio Menti) e dei successivi anni in serie A con Francesco Guidolin in panchina.
Il "Principe", come era soprannominato il trequartista, conferma quando detto dal suo ex tecnico Edy Reja: «In effetti - spiega Zauli, tornato a lavorare in città la scorsa stagione sull'altra sponda, quella del Real Vicenza, squadra che da mister ha guidato alla promozione nella Lega Pro unificata - i paragoni tra quella squadra e quella attuale sono impossibili. Quel gruppo fu lasciato quasi intatto dopo la retrocessione dalla serie A, per non dire che fu addirittura rinforzato. Furono bravi i dirigenti a non fare rivoluzioni e a un puntare ancora su un gruppo solido e forte, allestito per vincere il campionato, come poi avvenne: basti pensare che il terzo attaccante, dopo Luiso e Comandini, era Bucchi, che in campionato segnò 10 gol. La particolarità di quest'anno sta nel fatto che originariamente questa rosa era stata allestita per la Lega Pro, poi è arrivato il ripescaggio: in questo periodo gli avversari avrebbero dovuti essere Feralpi Salò e Lumezzane, invece la squadra si trova in lotta per la serie A. La quasi totalità degli elementi della rosa, compresi quelli acquistati per la serie C, stanno sfruttando l'occasione, peraltro unica e irripetibile».
Zauli ha assistito al match Bologna-Vicenza, nell'anticipo di venerdì 27 febbraio, ed è rimasto favorevolmente sorpreso. «La squadra di Marino - le parole di Zauli - mi ha davvero stupito per il gioco espresso, la personalità e la sicurezza nella gestione della partita. Il campionato di serie B propone tante insidie, basti vedere le difficoltà emerse contro Crotone e Lanciano, ma senza ombra di dubbio possiamo dire che in questo momento il Vicenza rappresenta la sorpresa del campionato di serie B: è stata infatti protagonista di una fantastica rimonta che dopo il cambio di panchina l'ha vista risalire dal fondo della classifica, sino all'attuale terzo posto. Giusto crederci a questo punto, senza dimenticare che il Vicenza ha alle spalle storia, cultura, tradizione e pubblico da serie A».