NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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In mezzo all'arte spuntano le orme della guerra

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In mezzo all'arte spuntano le orme della guerra

FOTO E DOCUMENTI D'EPOCA- Per tornare all'origine del ragionamento che riguarda poi l'ispirazione di questa mostra, si può andare a ritroso e ritrovare proprio a proposito di Malo un altro documento molto importante oltre che interessante. Si tratta di "Malo nella grande guerra" (Associazione Pro Malo) di don Tarcisio Raumer, pubblicato a Vicenza nel 1921; si tratta di una raccolta di foto e documenti d'epoca, un’appendice sui reparti militari italiani ed alleati, comandi militari a Malo nella Grande Guerra; una Guida alla lettura del "Diario" di Raumer, redatta dal prof. Andrea Kozlovic. Nel presentare quest’edizione, l’Associazione Pro Malo ha voluto sottolineare il significato storico e morale di un’iniziativa culturale così rispondente ai propri scopi statutari. Soprattutto era doveroso promuovere una diffusione maggiore del “Diario”, di cui rimanevano in circolazione pochissime copie, e la cui lettura può ora avvalersi di una documentazione fotografica di tutto rispetto, accanto agli apparati interpretativi, didattici e d’inquadramento storico del prof. Kozlovic.

In mezzo all'arte spuntano le orme della guerra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PERCHÈ PARTECIPARE- Il tutto messo assieme, senza peraltro farne un unico calderone, visto che le funzioni e i progetti sono differenziati, nell’ambito delle commemorazioni ha deciso il museo a dare il proprio contributo mettendo a disposizione il suo peso specifico culturale che permette di mettere in evidenza il ruolo svolto dalla casa Morandi in quel frangente della guerra. L’entità storica dell'avvenimento si è potuta ritrovare puntualmente nella pubblicazione del 1998 edita a cura della Pro-Malo del Diario di Guerra di Don Tarcisio Raumer, diario che lo studioso ha scritto e ricostruito fra il 1914 e il 1920. Si trovano in quelle pagine alcuni riferimenti all’attuale Casabianca dove (allora) aveva sede il seguente schema per la fase giudiziaria dei fatti relativi a reati commessi da militari al fronte. Ad esempio: "...la 205a Sezione dei Carabinieri addetta al Tribunale Militare si accantonerà nella Canonica vecchia, mentre il Carcere Militare, con una capienza per un centinaio di detenuti avrà sede nel rustico di casa Morandi, la sala delle udienze, a Palazzo Corielli, mentre il Comando va nella sede di Casa Marchioro, in piazza”. Il documento così continua e conclude: “Il rurale di casa Morandi ha assunto l’aspetto nuovo e repulsivo di vera e propria prigione coi soliti ripari alle finestre e sentinelle tutto all’intorno”. La rinnovata creazione del “clima d’epoca” attraverso la riapertura delle vedute passanti sulle porte delle stanze adibite a carcere militare si attiva oggi alla Casabianca di Malo non solo mettendo in evidenza storica alcuni reperti, ma anche documentando l’intero evento con un servizio fotografico che ricorda il passato pur sempre guardando al futuro.

LA PIANTA DEL CARCERE- Per passare ai particolari ci sono le varie stanze oggi occupate dal museo di arte grafica internazionale, ma allora adibite ad una destinazione specifica, in particolare a celle per i detenuti e locali per il personale di guardia. L'attuale accesso dallo scalone alla stanza sette vede una riattivazione che prevede la seguente disposizione di spazi: nell'androne del palazzo a piano terra si evidenziano i due spioncini ora chiusi e perfettamente integrati e mimetizzati nel contesto delle due porte originali esistenti; ai pianerottoli dello scalone ai mezzanini sono visibili sulle due porte gli spioncini provvisti di una piccola grata tuttora utilizzabili nella loro originalità d’epoca; al piano nobile del salone è prevista la riattivazione di quattro fori originali su altrettante porte ai fini di ricreare il clima d’epoca e le vedute cosiddette "passanti" com'erano all'origine che si incrociano nell’attuale Salone e che per i reclusi di allora rappresentavano lo spazio comune interlocutorio con le guardie. Infine negli ex granai che sono situati al secondo piano verrà esposta la documentazione degli interventi effettuati sulle porte e sugli spioncini per la realizzazione della mostra, il tutto accompagnato da altre copie della rivista d’epoca “L’Illustrazione Italiana”, numeri della rivista che vanno ad integrare la sua ricca collezione e che sono state sistemate nella vetrina dell’androne della sede del Museo Casabianca.

In mezzo all'arte spuntano le orme della guerra (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MALO: GRUPPO DI 740 ALPINI- Uno degli aspetti più curiosi di questa scontata esplosione delle celebrazioni per il centenario è dato sicuramente dal fatto che in questo stesso territorio che funzionò da retroguardia del fronte esteso tra le Prealpi vicentine ed il Grappa ancora oggi le testimonianza dirette sono ben visibili: nei luoghi di combattimento come l'Altopiano, il Pasubio o il Grappa, con le trincee in parte ricoperte, ma in altra parte recuperate e rese più evidenti, ma anche con la tradizione alpina, gelosamente conservata e rinverdita appena è possibile. I cinque concentramenti dell'Associazione Nazionale che compreso il capoluogo formano la realtà attuale delle penne nere, si moltiplicano in gruppi e coprono praticamente tutta la provincia. A Malo non è un caso se il gruppo alpini è talmente forte con i suoi 740 iscritti da risultare addirittura il più numeroso in Italia. Il presidente Giovanni Stevan e il suo vice Luigi Girardi, danno naturalmente un contributo diretto a quanto si sta facendo nel loro paese per arrivare alle celebrazioni del centenario nel modo migliore possibile. Fanno parte del comitato che si è stretto operativamente attorno alla Pro e hanno fornito parecchio materiale per le celebrazioni. Il comitato che si occupa del coordinamento delle celebrazioni è presieduto da Adriano Marchesini. Il lavoro di tutte queste persone funziona ovviamente anche in direzione di quanto il Casabianca sta preparando per la settimana del 24 maggio, quella mostra che di tutta la realtà della guerra ha deciso di mettere in luce gli aspetti meno conosciuti a cominciare dal fatto che la sua stessa sede, come abbiamo già visto, era sede del carcere militare a cui facevano riferimento tutte le retrovie di pianura. Un lavoro di assieme che contribuisce nel modo migliore a ricordare quegli anni difficili e tutti quegli uomini che finirono col morire in combattimento.

DAL MUSEO RISORGIMENTO A VENEZIA- Nella massa imponente di celebrazioni, ricordi, riferimenti storici che si affollano attorno all'anniversario della guerra del 15/18, spiccano molte iniziative che oltrepassano i confini anche provinciali di Vicenza per andare ad interessare altre sedi, come Venezia, sicuramente la più importante. Proprio a Venezia, nel Palazzo Ducale, è imminente la mostra dei ricordi di guerra che riguardano la Guardia di Finanza, in particolare la parte forse più interessante è quella che offre ai visitatori i modelli plastici delle Fiamme Gialle datati appunto alla prima guerra mondiale e poi la documentazione fotografica relativo e il catalogo tutto puntato sugli anni di conflitto. Questo materiale arriva dal Museo del Risorgimento di Vicenza che tra le sue splendide collezioni ha anche questa dei plastici ed ha accolto i curatori della mostra di Palazzo Ducale mettendo a loro disposizione il proprio prezioso materiale. Mauro Passarin, direttore del Museo del Risorgimento ed autore di almeno una decina di libri che riflettono appunto i vari periodi storici per i quali il Museo ha raccolto e custodisce pezzi unici, dice a proposito di Malo e del Casabianca all'epoca utilizzato come carcere militare, che non ne è stupito affatto: "L'avvicinarsi della scadenza del centenario ha favorito una vera proliferazione di manifestazioni e anche di approfondimenti che non possono che contribuire alla maggiore conoscenza degli avvenimenti e della storia di quegli anni. Credo che tutto sia abbastanza naturale, salvo la passione con cui ci si impegna in queste vere e proprie indagini e che fruttano nuova conoscenza. Su Malo in particolare avevo letto qualche anno fa il libro di mons. Raumer ripreso dallo storico Kozlovic e quanto comunicava quel diario non fa che confermare il valore di quel che si sta preparando adesso mentre è in arrivo la scadenza del centenario. Anche la richiesta che ci ha fatto Venezia per avere i nostri plastici fa parte di tutto questo lavoro".

 

nr. 18 anno XX del 9 maggio 2015



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