NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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A Malo tris di donne punta alla carica di sindaco

Paola Lain, Eva Biotto ed Elisa Gonzo concorrono tutte con una lista civica. Il quarto candidato, Andrea Refosco, rappresenta il Movimento Cinque Stelle. Elezione diretta anche se il comune ha già superato i 15 mila residenti

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(C.R.) A Malo, per numero di abitanti il secondo centro del Vicentino (dopo Lonigo) impegnato nelle elezioni amministrative 2015 del 31 maggio, si voterà a turno unico anche se lo scorso anno la popolazione residente nel comune della Valle del Leogra ha abbattuto la soglia dei 15 mila residente che porterebbe all'eventuale secondo turno: ma ciò non vale perché, come prevedono le normative in vigore, la popolazione tenuta e riferimento delle elezioni è quella registrata nell'ultimo censimento, quello del 2011. Quattro i candidati, di cui tre donne, in corsa per la carica di sindaco che prenderà il posto del primo cittadino uscente Antonio Antoniazzi, non più ricandidabile per scadenza di mandati. Si tratta, in ordine di sorteggio elettorale, di Paola Lain, Eva Biotto ed Elisa Gonzo, tutte in corsa a capo di una lista civica, mentre il quarto candidato è Andrea Refosco, rappresentante del Movimento Cinque Stelle. A tutti loro abbiamo rivolto le stesse tre domande, riguardanti i temi principali che riguardano il presente e il futuro di Malo: ecco che cosa ci hanno risposto.

Quali sono le tre priorità del suo eventuale mandato?

LAIN: «1. Ottimizzazione spesa: il periodo che stiamo vivendo ci impone di avere la massima attenzione e competenza nella gestione delle spese dell'Amministrazione Comunale. Uno dei nostri principali obbiettivi è proprio impegnarci nella ottimizzazione dei costi senza deludere l'efficienza dei servizi ai cittadini, ma anzi migliorandola, con la possibilità una volta quantificato il risparmio di spesa, di ridurre tasse e imposte. 2. Incentivare le assunzioni dei disoccupati residenti nel territorio comunale con un punto di incontro domanda e offerta lavoro e agevolazioni alle imprese che procedono alla loro assunzione. 3. Sicurezza: l’esigenza di sicurezza è oggi più che mai sentita da tutti noi. Sarà un dovere prioritario aumentare i controlli per rispondere alla domanda di sicurezza da parte della comunità e per contrastare la microcriminalità con installazione anche di nuove Telecamere da posizionare nel territorio comunale e specialmente negli "accessi al paese"; creazione di un "sito web" collegato direttamente con la Polizia locale dove i cittadini possono segnalare comportamenti e situazioni sospette; inoltre impegno e attivazione per far si che Malo diventi sede di una caserma dei Carabinieri intercomunale.»

 

BIOTTO: «Priorità della nostra amministrazione sarà il sociale, con interventi per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, per i disabili e con progetti per far fronte alla disoccupazione, tanto dei giovani che degli over quaranta, cercando sinergie con le realtà del territorio potenziamento dei tirocini lavorativi, promozione di circuiti virtuosi che permettano il ricorso al lavoro dei disoccupati). Sosterremo le categorie economiche, commercio, artigianato, industria, agricoltura, nel loro ruolo attivo per la comunità, migliorando i tempi di risposta degli uffici. Una seconda grande priorità riguarda l'edilizia scolastica, in primis per l'adeguamento antisismico della scuola elementare Rigotti, senza dimenticare le necessarie manutenzioni dell'Istituto Ciscato e degli altri edifici nei quali crescono i nostri figli. Ovviamente l'attenzione alla scuola si concretizzerà nella collaborazione per progetti con l'Istituto Comprensivo, secondo un nuovo modo che abbiamo già introdotto in questi mesi di ascolto attivo e di confronto. Consideriamo poi prioritario stimolare e promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte. E' fondamentale collaborare e sostenere l'associazionismo di cui Malo è ricca, rivitalizzare il centro storico e il paese tutto, rafforzando il senso di comunità. Questo è importante anche per aumentare la sicurezza, come azione di prevenzione e di attenzione comune verso il nostro paese».


GONZO: «Primo caposaldo del mio mandato sarà organizzare l'azione amministrativa in termini di progettualità tramite un monitoraggio costante su efficienza ed efficacia dei provvedimenti. Progettiamo Malo non può tollerare che le già scarse risorse del comune vengano impegnate senza un controllo serio sul raggiungimento degli obiettivi, né che la vecchia politica proponga tagli alla spesa indiscriminati, proposti solo per fini elettorali. E' infatti essenziale che il risparmio giunga da un migliore utilizzo delle risorse, a parità di obiettivi raggiunti. Senza efficacia non ha senso perseguire l'efficienza. Secondo punto fondante della nostra proposta è la rimodulazione della tassazione, per premiare i cittadini più virtuosi verso la comunità. Pensiamo ad esempio alle famiglie che riescono a tenere i propri famigliari anziani in un appartamento di proprietà: da un lato fanno risparmiare alla comunità i costi legati al mantenimento in strutture apposite, che sono sempre più elevati, dall'altro però vengono bastonati dall'Imu sulle seconde case in comodato d'uso, vero e proprio salasso nel nostro comune. A Malo ci sono almeno 350 casi del genere, tra appartamenti in uso ai genitori anziani oppure ai figli. Accanto a ciò, vogliamo premiare tramite misure fiscali mirate le persone che intendono investire nella ristrutturazione dei fabbricati in disuso, vera piaga dei centri storici di oggi. Terzo punto importante è la risposta seria al crescente bisogno di sicurezza. Tale bisogno va declinato sia come difesa della proprietà privata e della persona, sia come tutela dell'ambiente e territorio. A tal fine è nostra volontà concreta disincentivare la presenza di nomadi sul territorio e porre rimedio laddove vi siano zone del paese lasciate senza un presidio, non illuminate e prive di controllo. Parimenti è fondamentale tutelare il mondo del commercio tramite il contrasto a venditori abusivi e accattoni di professione. Non servono inoltre costose telecamere ovunque o nuove caserme per presidiare con più efficacia il territorio, prima di tutto è essenziale lavorare sull'organizzazione del controllo in sinergia con le autorità preposte»


REFOSCO: «La prima è la trasparenza nella spesa del Comune e delle società controllate. La seconda è quella riguardante la razionalizzazione delle risorse dell'amministrazione: il comune di Malo ha un tasso di crescita inferiore alla media dei comuni della provincia di Vicenza, le risorse dedicate allo sviluppo verranno incrementate e  destinate in modo più efficace. La terza è quella di semplificare l’accesso ai servizi del cittadino».

 

Il traforo di Malo, lungo 6.3 chilometri, rappresenta uno degli interventi più costosi di tutta la Pedemontana Veneta. Che cosa pensa dell'infrastruttura nel suo complesso e di quest'opera in particolare? E secondo lei che sviluppi futuri potrà avere il vostro Comune una volta che sarà completata l'arteria?


LAIN: «Siamo favorevoli a questo asse di collegamento est-ovest. È una super strada a pagamento che potrà dare più opportunità alle aziende del nostro territorio che si vedono poco competitive fuori dai loro cancelli locali. Il nuovo ponte sul torrente Giara, ormai pronto alla realizzazione, al di là di avere la funzione di bretella di soccorso, alleggerirà dal traffico pesante il centro storico di Santomio. Il casello di Malo è una scelta importante per sgravare dal traffico il centro di Malo verso Priabona e per alleggerire la provinciale della Molina verso l'attuale casello di Thiene. Resta però fondamentale per alleggerire il traffico caotico dell'attuale Sp46 che attraversa il centro di Isola Vicentina, Santomio e Malo, l'inizio dell'iter per completare la nuova statale 46 del Pasubio da Vicenza ai Pini. Impensabile comunque aprire il casello di Malo, senza aver realizzato la nuova statale 46 del Pasubio, perchè metterebbe al collasso le arterie esistenti infatti un casello è utile però attrae più traffico».

 

BIOTTO: «Secondo noi la Pedemontana avrebbe dovuto e potuto essere al servizio del territorio con un semplice ampliamento dell'attuale "Nuova Gasparona" tra Thiene e Bassano e prolungamento verso Treviso, invece è diventato uno dei tanti casi di grande opera all'italiana, con costi lievitati dai 600 miliardi di lire iniziali agli attuali 2.250 milioni di euro preventivati. Ci risulta che la Corte dei Conti abbia sollevato dubbi sulla convenzione, rilevando una sovrastima delle previsioni di traffico e paventando il rischio che non venga raggiunta la soglia dei 25 mila veicoli al giorno, al di sotto della quale ulteriori costi per circa 400 milioni ricadrebbero sulla collettività, portando il totale dell’esborso pubblico sopra il miliardo di euro ed eliminando di fatto il rischio d’impresa per il soggetto privato. Sappiamo che diverse persone che si sono occupate di SPV ai massimi livelli sono state anche recentemente indagate o addirittura arrestate per altre grandi opere. I cittadini, che abbiamo sentito in questi mesi, sono preoccupati. Il tratto di Malo, con il casello, il viadotto sul torrente Timonchio, il tratto in trincea, la galleria che prevede l'uso di esplosivi, avrà senz'altro un impatto molto forte sull'ambiente rurale interessato. L'unico lato positivo percepito è la costruzione della bretella che collegherà la SP46 alla galleria di servizio che, pur devastando Vallugana, procurerà un agognato ponte sul fiume Giara, che consentirà di deviare il traffico pesante che oggi transita nel mezzo della frazione di S. Tomio. Non è però un'opera di compensazione e non sono state previste opere di compensazione per Malo. Per quanto riguarda il tratto Malo-Montecchio, oltre a far levitare i costi (da solo vale circa il 40%  del totale) non porta benefici apprezzabili: l'attuale Valdastico nella quale Spv converge è più che sufficiente. Consideriamo poi il fatto che le colline di Malo sono ricche di fenomeni carsici. Grotte e doline sono presenti numerose, così come corsi d'acqua e sorgenti: il tunnel a doppia canna delle dimensioni previste intercetterà le vene d'acqua e apporterà cambiamenti irreversibili per l'assetto idrogeologico».

 

GONZO: «Le opere più grandiose e durature degli antichi romani giunte sino a noi sono senza dubbio le vie di comunicazione che costruirono per unire l'Impero. Parimenti, al giorno d'oggi, si è tornati alla consapevolezza dell'importanza di investire in opere fondamentali per il moderno sistema viario quali la Superstrada Pedemontana Veneta. Ritengo che nel valutare tale opera e il traforo che ci riguarda da vicino, si debbano mettere sulla bilancia sia i costi economici e di utilizzo del territorio, sia i benefici in termini di spostamento del traffico e di maggiore accessibilità per il paese. Un'amministrazione consapevole deve saper girare a vantaggio dei cittadini quella che al primo impatto è vista come una disgrazia, dando garanzia di lungimiranza e progettualità. Sono innegabili infatti le problematiche relative all’impatto ambientale e alle modalità di costruzione del traforo di recente ipotizzate, tramite cioè esplosioni controllate, e il senso di abbandono provato dalla popolazione interessata dal passaggio. Non intendo in questa sede fare polemica con la precedente amministrazione, piuttosto enunciare la nostra proposta di fornire una seria assistenza tecnica ai cittadini interessati dal passaggio dell’opera e un monitoraggio costante dell'attività di cantiere. I vantaggi invece di cui Malo potrà beneficiare sono innanzitutto una riduzione del traffico di mezzi pesanti nella direttrice Priabona-Molina, in secondo luogo la possibilità per i nostri cittadini e imprese di raggiungere in poco tempo molte più destinazioni una volta ritenute troppo lontane. Ciò può contribuire a far crescere ulteriormente Malo, a partire dalla zona direzionale prevista accanto all'uscita del casello. Una crescita che però va monitorata e gestita affinché  non si creino situazioni di svantaggio nei confronti delle attività commerciali del centro storico».


REFOSCO: «La Pedemontana Veneta come tutte le grandi opere come il Mose, l’Expo e il Treno ad Alta Velocità si sono dimostrate uno spreco di soldi pubblici dovuti soprattutto alla corruzione come le inchieste in corso stanno dimostrando. Il Movimento 5 Stelle è contrario ad ogni opera che non sia concepita con criteri di sostenibilità e di comprovata utilità sociale. Per quanto riguarda gli sviluppi futuri potrà avere il vostro comune una volta che sarà completata l'arteria tutto dipenderà dalle opere accessorie come la bretella che dovrebbe permettere lo smaltimento del traffico che si concentrerà nell’uscita del casello».

 

Secondo lei il grande scrittore Luigi Meneghello come descriverebbe la Malo di oggi e quale sarebbe la Malo che vorrebbe per il futuro?


LAIN: «Quello attuale è un periodo di grandi incertezze, di crisi e di necessità di rinnovamento che non risparmiano neanche la nostra cittadina. Bene, io credo che Luigi Meneghello ne avrebbe scorto e impiegato al meglio le potenzialità, perchè ogni momento di crisi porta in sé l'energia necessaria per avviare un nuovo trend positivo. Va da sé che così il futuro non deve e non può spaventare. Di fatto il futuro non esiste, perchè è già diventato presente, un presente da vivere, da assecondare, da contrastare, a seconda delle contingenze, con lo spirito pratico di un Castagna, un partigiano di Canove di cui si parla ne "I Piccoli Maestri", sempre pronto a prendere il monte, qualora il suo paese fosse di nuovo in pericolo; un eterno presente che Meneghello ha fissato magistralmente nelle sue opere».

 

BIOTTO: «Scrive Meneghello in Libera Nos a Malo: “Le cose scendono dall'alto, le fabbriche piombano dal cielo di una economia più vasta, creano strutture nuove che per un verso ci inciviliscono, ma per un altro ci disumanizzano. Le nuove strade arrivano come dall'aria, le fanno imprese forestiere, macchine; le mode del vestire e del vivere arrivano anche loro dall'aria, attraverso i tubi e i canali della televisione. Allora le cose non piombavano dal cielo, le facevamo qui”. Quello che ha intuito Meneghello è che la nostra economia, quella che abbiamo adottata sino a qui, non è stata pensata per il territorio e con il territorio e i suoi abitanti ma sul territorio, sopra le nostre teste e a prescindere dal territorio (i capannoni sono uguali ovunque mentre la casa colonica vicentina è differente dalla ferrarese). Va rafforzata invece l'economia sostenibile, quella in simbiosi col territorio. Commentando il passo di Meneghello, Enio Sartori scrive: "La piazza tradizionale e il centro storico, un tempo luoghi in cui i corpi si riunivano per scambiarsi informazioni, comunicazioni, socialità, merci, rischiano di essere definitivamente sostituiti in queste funzioni dalla televisione, dall’ipercentro delle telecomunicazioni, dalle piazze virtuali delle reti informatiche, dove i corpi più che essere riuniti sono interconnessi con l’aiuto di protesi, dai centri commerciali e dagli iper-supermercati.” Pensiamo che Meneghello vorrebbe ritrovare a Malo quella dimensione di comunità e di profonda umanità che ha saputo descrivere e far vivere nelle sue opere». 


GONZO: «Meneghello possedeva un’ironia acuta e intelligente. Uno sguardo scaltro e antiretorico attraverso il quale ha saputo raccontare il fascismo, la guerra partigiana, il dopoguerra e l’Italia, a partire dalla sua Malo, nell’Alto-Vicentino. Sapeva prendere in giro, prendersi gioco della retorica di un’Italia da ricostruire. Sapeva ridere di sé e degli altri, in un continuo balletto tra ironia e autoironia dai confini labili. Aveva quello sguardo distaccato e lontano che gli permetteva di cogliere le sfumature: i suoi libri non sono solo racconti, leggende, narrazioni, ma scorci di un Veneto contadino di cui resta solo la memoria, frammenti di una cultura linguistica e sociale da tramandare. Aveva compreso che sono le storie individuali, gli aneddoti, i singoli a fare la Storia, la chiave di volta per comprendere l’evoluzione di una società. A mio modesto parere, Meneghello descriverebbe una Malo assopita nei riti del quotidiano, che si risveglia all'improvviso di fronte a qualcosa di straordinario, come la recente questione del forno crematorio, salvo poi tornare a sonnecchiare ignorando fatti e retroscena, tranquilla nel suo quieto vivere. Ho colto amarezza in molti suoi racconti, ma anche un costante spiraglio di speranza. La speranza che la sua Malo, rispettando le proprie radici, sarebbe stata in grado, un giorno, di sbocciare come un fiore, liberando finalmente tutte le proprie potenzialità».

 

REFOSCO: «La grandezza di Meneghello è stata quella di esprimere grandi principi con parole chiare e semplici. In questa chiave di lettura il grande Luigi Meneghello sicuramente avrebbe un occhio di riguardo per il nostro modo di concepire la politica semplice e trasparente. E in questo mondo sempre più connesso, dove le regole della comunicazione sono in continua evoluzione, sicuramente il grande Meneghello saprebbe coglierne le grandi opportunità dando a Malo un impulso allo sviluppo culturale ancora maggiore».


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