NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Laura Trevisan: Vita memoriae

di Italo Francesco Baldo

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Laura Trevisan: Vita memoriae

Presentare un libro è sempre un ben momento, perché in quest’epoca tanto frettolosa un libro richiede pazienza, una delle più grandi virtù, e ci invita a riflettere su quello che leggiamo e con il quale instauriamo un dialogo, che ci mette in relazione non solo con l’Autrice, in questo caso, ma anche con noi stessi.

 Il valore del libro di Laura Trevisan Le 5 Muse», pubblicato dall’Editrice Veneta nel 2015, che verrà presentato e discusso a Bassano del Grappa sabato 26 settembre alle ore 18 al Caffè dei Libri, Vicolo Gamba, insieme all’altro «La ragazza che rincorreva i sogni» stesso editore 2014, ha l’indubbio pregio di quanto abbiamo sopra affermato e ci conduce a quel momento, tanto significativo, nel quale ripensiamo la nostra vita e la apriamo ad orizzonti infiniti, che nel mare hanno il simbolo più noto, ma che si rinnovella ogni volta che attenti o assorti ne ammiriamo la vastità.

 

Dall'Introduzione

 “Gli uomini, per lo più, si compiacciono di riassumere la propria esistenza in una formula – talvolta un’ostentazione, talvolta una lamentela, quasi sempre una recriminazione; la memoria compiacente compone loro un’esistenza chiara, spiegabile” Così all’inizio delle Memorie di Adriano Marguerite Yourcenar ci fa riflettere su come gli uomini considerano il proprio passato. Incapaci di comprenderne l’importanza e soprattutto che adagiarsi su di essa è quel lusso, che si può provare solo e soltanto quando si rilegge un’opera d’arte, la propria vita. Proprio la rilettura della propria vita costituisce il senso più bello di quest’opera di Laura Trevisan. La vita, la sua vita ci è narrata attraverso il filo della memoria, quando di fronte all’azzurro del Golfo di Trieste s’affollano i suoi ricordi, non tutti, non una descrizione dettagliata del passato, una sua ricostruzione come amano o dovrebbero amare gli storici che non sono al servizio di nessuno, ma un lasciarsi cullare da quelle onde, che vide per la prima volta da adolescente. Stupita di fronte al mare la ragazza, la donna e l’anziana Signora, come si definisce, lo sciabordio delle onde intona la sua canzone esistenziale, vissuta in ogni istante, come se fosse sempre incommensurabile. Infatti, il tempo della memoria è realtà, non è quello scandito dall’orologio atomico, che, alla fin fine, è sempre un po’ in ritardo. Il tempo della memoria è quel tempo reale di partecipazione, ben analizzato dal filosofo Henry Bergson. In esso Laura Trevisan s’immerge e lo lascia scorrere, lasciandosi vivere oggi come faceva quando visse la sua storia d’amore, che finì due volte, una come amore e una come presenza fisica del marito, e di coloro che circondarono per qualche tempo la loro vita.

Laura Trevisan: Vita memoriae (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ecco il filo della memoria, si ripropone colui che non c’è più a cavallo della spider rossa, rigorosamente a due posti, ma il secondo non fu mai veramente di una persona sola. A cavallo del moderno Bucefalo, le sue scorrerie nella vita, greve di quel giovanilismo che i maschi spesso non sanno abbandonare per diventare, comprendendo le rughe, veramente adulti, ossia capaci di libertà autentica e non del “mia piace vivere così”.

I capitoli della vita finiscono, ma mai il romanzo della propria esistenza. Terminano nella vita amori, affetti, relazioni perfino legami di legge, soprattutto termina la vita e chi resta non può che raccoglierle quanto rimane e fatto fardello, proseguire. Le incombenze, le responsabilità avanzano e nella solitudine affettiva spesso non si rintracciano quegli elementi che ci danno il senso della vita.

Chi pensa, però, prima o poi li rincontra. Ecco che l’azzurro del mare, quello che indica l’infinità della vita e dei suoi orizzonti, si affaccia e per Laura Trevisan indica nuovamente, seppur dopo anni, quell’inalienabile anelito alla libertà interiore, che è il senso stesso della vita umana. Che cosa mai sarebbe l’uomo senza libertà? Nulla! Per questo la desideriamo, per questo siamo disposti a tanti sacrifici, addirittura a perdere la vita, ma solo se essa è vera. È vera se non è contenuta entro leggi stabilite da altrui, ma frutto del proprio arbitrio al cui potere siamo consegnati.

 In un intessersi d’avvenimenti nel tempo nello spazio scorre l’esistenza, ma la vita non li lascia solo scorrere, li rivive e avverte quel sentimento di sintonia con l’universo che solo le anime nobile sanno provare, dice il filosofo Kant.

 Nella nostra esistenza, noi animae vagulae blandulae, avvertiamo solo confini, talora non li varchiamo, ma quanto è bello se li varchiamo. Allora il mondo non è più un limite, subentrano quegli orizzonti che Laurea Trevisan ha colto come possibilità d’infinito; un infinito che non sazia perché è un interminabile istante di libertà dove la sua voce si confonde con quella di tutti gli uomini in quell’inno alla libertà che è la gioia e lo stupore dell’alba, ma anche del tramonto, come ci fa comprendere Friederich Schiller. Così ogni uomo narrerà la sua vita sul filo dei ricordi e ogni voce farà parte del coro dell’umanità:

 

“Abbracciatevi, moltitudini!

 Questo bacio vada al mondo intero!

 Fratelli, sopra il cielo stellato

 deve abitare un padre affettuoso.”

 

Quando ci si lascia avvincere da simili pensieri si manifesta appieno l’umanità che è in noi e ci dono vitalità e concretezza ad un tempo, anche se dura lo spazio di una breve, intensa vacanza al bordo di quel mare dal quale proveniamo e al quale come infinito siamo destinati.

 

Presentazione/ Dibattito: sabato 26 settembre alle ore 18 al Caffè dei Libri, Vicolo Gamba, Bassano del Grappa (VI):

L. Trevisan, Le 5 Muse, eVicenza, Editrice Veneta, 2015.

 

nr. 34 anno XX del 26 settembre 2015

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