NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Hodoeporica veneziana

di Italo Francesco Baldo

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Hodoeporica veneziana

Troppo infelice sarebbe l’umanità

se fosse costretta, per timore,

imprigionarsi tra angusti termini

d’un horizonte.

 

(Angelo Legrenzi, Il pellegrino nell’Asia)


 

L’uomo viaggia, ha sempre viaggiato e ne ha tratto conoscenza, insegnamento e diletto, ma anche vantaggio economico. Ben lo attestano le moltissime relazioni che ci sono pervenute nel corso dei secoli da quello del popolo ebraico da Ur di Caldea a quello di Ulisse, durato ben dieci anni, da quello di Erodoto, a quelli di Anna Brassey, ricordando quello di Marco Polo e del vicentino Antonio Pigafetta e dei moltissimi viaggiatori veneziani che destano ancor oggi interesse e studio, come ben dimostra il volume, curato da G. Pedrini, Hodoeporica veneziana, uscito per i tipi dell’Editrice Veneta e presentato a Villa Valmarana-Bressan Comune di Monticello Conte Otto il 28 novembre scorso. I diversi saggi presenti mettono in luce, con un prezioso lavoro d’indagine, le fonti per comprendere i complessi rapporti tra Venezia e il mondo orientale, che è troppo spesso “liquidato” come “oriente”, mentre, giustamente, si dovrebbe parlare di “orienti”. Ciò non solo per la vastità dei territori ad oriente, ma per la molteplicità di popolazioni, culture, religioni ecc. che è possibile ancor oggi ritrovare in quel mondo.

In ogni epoca vi è stato un crocevia dei viaggi, fu la Fenicia, fu Atena, Roma, Alessandria, Costantinopoli e nel mondo medioevale le Repubbliche marinare, ma una in particolare Venezia, che fu importante anche dopo la scoperta del nuovo mondo ed in Oriente, ancor oggi, è forse la città più conosciuta d’Europa. Infamare i molteplici rapporti tra la città lagunare e gli Orienti, è il compito che da circa 10 anni un gruppo di studiosi, coordinati da G. Pedrini e Nico Veladiano, si sono assunti al fine di porre in luce proprio come gli itinerari dei viaggi, appunto gli hodoeporica, siano stati veicoli di civiltà, di cultura in moltissimi settori, perché questi non si restringevano, lo attesta già il Milione di Marco Polo, alla sola mercatura, ma informavano su usi e costumi, da quelli religiosi, culturali, letterari, musicali, non dimenticando, ad esempio, il modo di far matrimoni e perfino i bagni.

Il volume, quarto, dopo Ad Orientes, Viaggiatori veneti lungo le vie d’Oriente, Itinera Orientalia, Studia Orientis, ci aiutano a comprendere quanto il mondo di un tempo abbia contribuito al nostro. Ben indica ciò R. Ciambetti nella Presentazione di Hodoeporica veneziana quando afferma: “che la letteratura hodoeporica è uno strumento straordinario e d’eccezionale utilità nell’aiutarci a superare la dogana dei confini culturali e mentali”. In questa prospettiva la Regione Veneto, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, i Comuni di Monticello Conte Otto, di Montecchio Precalcino,, la Biblioteca Internazionale “La Vigna”, la Fondazioni Masi, il Consorzio Pro Loco Astico Brenta e la Banca San Giorgio, Quinto, valle Agno, hanno dato il loro contributo perché mai si chiudano le porte del dialogo tra passato e presente, tra occidente ad oriente. Infatti, lo scopo dei viaggiatori veneziani è stato quasi sempre quello di descrivere, conoscere e poco sentenziare, perché solo dalla curiosità che muove alla conoscenza, come diceva il grande filosofo Aristotele, possiamo far scienza e se facciamo scienza contribuiamo al benessere dell’uomo in tutte le sue svariate manifestazioni. Infatti, è la chiusura e la contrapposizione, spesso solo ideologica, a provocare il conflitto. Venezia, che pure si scontrò con l’Oriente più vicino, non cessò mai di avere relazioni di conoscenza con quel mondo. Ecco che questo volume ci aiuta in questa direzione.

Il curatore G. Pedrini ha voluto dedicare questo volume alla memoria di due valenti studiosi dell’Università Ca’Foscari prematuramente scomparsi, “Giorgo Vercellin e Adriano Alpago-Novello, maestri generosi nel trasmettere le loro formidabili conoscenze e nel dispensare valori profondi nei rapporti umani”.

Questo volume presenta le ricerche di insigni studiosi di Università Italiane (Venezia, Pavia, Bologna, Pisa e tutte pongono in evidenza come le relazioni di viaggio esaminate siano state strumento di diffusione di nozioni e conoscenze che contribuiscono alla formazione di quel patrimonio dell’umanità che è il luogo dell’intelligenza, capace di riflettere perché sa ritrovare ciò che è sempre fondamentale nella vita. Sono così esaminate La civiltà cavalleresca contesa tra l’Egitto e la Persia, di contro agli Ottomani, da parte di G. Bellingeri dove apprendiamo del tenzone amoroso, come di quello bellico. Nel testo di M. Milanesi possiamo leggere i Punti di vista. Qualche veneziano (e due Fiorentini) alle Indie Orientali nel Cinquecento, per proseguire con L’Oriente (s)velato di Ambrosio Bembo di G. Pedrini; una relazioni di viaggio che inizia il 13 ottobre 1671 insieme con il medico Angelo Legrenzi cui descrive Aleppo nella sua complessità levantina e, di attualità, come in quella città islamica fossero trattati ebrei e cristiani, liberi nella loro professione di fede, ma esclusi dal potere, soggetti a tassazioni speciali, la dhimma prevista dal Corono, e addirittura con speciali restrizioni nell’abbigliamento, perfino nei bagni pubblici. Non mancano le descrizioni di come vivano i mussulmani anche negli aspetti religiosi, il Ramadan, e nelle differenze che intercorrono tra uomini e donne, tra le diverse parti sociali e non mancano anche gli aspetti quotidiani come la descrizioni dei luoghi pubblici per gli incontri; nelle kahvehane, ossi i caffè. Nel territorio veneziano ancor oggi “cavana” indica un luogo di ristorazione, cfr. il ristorante la Vecia cavana in Rio Terà SS. Apostoli, 4624-Venezia.

 

Hodoeporica veneziana (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il volume procede con i saggi di E. Ianiro Il viaggiatore e il testo di viaggio: sintesi di n’evoluzione materiale e culturale, dove bene si evidenzia come i viaggiatori non partirono sprovveduti di informazioni, anzi facevano tesori di quelle precedenti e di quelle contemporanee come attesta il Giro del mondo intrapreso da Giovanni Francesco Gemelli Careri (1648-1724), pubblicato a Venezia nel 1719 in ben nove volumi. In questo saggio viene ricordato che i viaggi si preparavano e da essi si riportavano e si diffondevano nuove informazioni. Sarà il settecento con le numerosissime Relations de Voyage in ambiente francese e inglese che delineeranno la visione antropologica contemporanea, basti pensare anche al romanzo Robinson Crusoe di D. Defoe o all’opera kantiana Antropologia dal punto di vista pragmatico o agli studi della Scuola di Gottinga sulla differenze tra le varie razze umane, ma i contributi veneziani, soprattutto per il Vicino Oriente sono fondamentali ancor oggi e meritevoli di studio, come avviene con questa raccolta di saggi.

Di notevole interesse il saggio di C. Zenier Da Occidente a Oriente lungo la via della seta: da Odorico da Pordenone alle operazioni dell’Istituto Bacologico di Padova, che bene illustra come la produzione della seta, tanto diffusa nelle zone venete abbia avuto chiari e precisi rapporti con quella attiva in Cina e come l’Istituto Patavino abbia nelle sue raccolte migliaia di bozzoli provenienti da diverse parti della Cina e che gli studiosi di quella Repubblica studiano con metodi all’avanguardia, gli isotopi d’ossigeno, per sapere quali fossero le zone di produzione. Proprio l’Italia con la sua industria serica nell’Ottocento ebbe frequenti rapporti con il mondo orientali (Cina e Giappone) e ciò fino agli anni Trenta del secolo scorso, quando la Società delle nazioni invierà Benito Mari per la modernizzazione dell’industria serica cinese. Una relazione che oggi andrebbe rafforzata, proprio alla luce dei rapporti trascorsi e della grande validità dell’Istituto patavino, che sembra destinato, dopo qualche difficoltà, a svolgere le sue ricerche nell’ambito dell’Università di Padova.  

Hodoeporica veneziana (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) 

Presso la Biblioteca Civica di Schio

 

Segue il saggio di G. Bellingeri Note sul mappamondo turco-veneziano in forma di cuore, cosiddetto di “Caggi-Ascmet” o “ Hajji Ahmed”, Venezia Biblioteca Nazionale Marciana, Biblioteca del Museo Civico Correr e Biblioteca Civica di Schio, dove si ricorda che nel 1795 l’Eccelso Consiglio dei Dieci diede ordine al tipografo Pinelli di stampare 24 esemplari del Mappamondo posseduto. Una visione originale del mondo con i nomi dei luoghi in lingua originale, che ci attesta come la cartografia era tenuta in grande considerazione e fondamentale per i viaggi. La bellezza del mappamondo sarà presto visibile in un’edizione apposita che si sta predisponendo.

Chiude il volume il ricordo di G. Uluhogian del professor Adriano Alpago-Novello, di famiglia bellunese, profondo conoscitore delle civiltà situate tra l’odierna Turchia e la Cina, ed in particolare l’Armenia. Facendo riferimento al loro viaggio, compiuto nel 1976 nell’Azerbaijan iraniano, la studiosa ci delinea il profondo animo di Adriano, che aveva fiducia nel bene e nel bello, perché accompagnai dalla ricerca del vero, ideali che “rendono degna la vita degli uomini”.

In questi saggi è racchiuso un sapere che ci aiuta nel nostro mondo, perché gli Orienti sono sempre stati per l’Europa un grande punto di riferimento, la luce sorge da Oriente e non a caso le chiese, quando si costruivano con la fede e non con la preoccupazione archiettonico-urbanistica solamente, erano appunto orientate ad est.

Ci auguriamo che simili ricerche continuino con quell’importante sinergia tra istituzioni culturali e locali che ci aiutano a conoscere il passato per meglio vivere, si spera il presente.



 

nr. 44 anno XX del 5 dicembre 2015



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