NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Monte Berico, altro miracolo: Cicero è il mediatore

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Monte Berico, altro miracolo: Cicero è il mediator

PONTE ALTO/S. AGOSTINO/GOGNA- La chiave è la seguente: “Da Ponte Alto prevediamo una galleria sotto la strada che porti a S. Agostino e viale Fusinato dove ci sarà un grande parcheggio tra la ferrovia e il Retrone; è quella anche la posizione della stazione di partenza della cabinovia che con quattro cabine, poco più di due minuti di percorrenza e una potenzialità di 470 persone all’ora scaricherà i passeggeri sotto il Piazzale della Vittoria. Nessun impatto, o impatto minimo, fastidi all’ambiente ridotti a zero, risparmi dal punto di vista energetico tanto rilevanti quanto dimostrano le code infinite lungo la salita e gli ingorghi al Cristo, ed infine la rapidità del viaggio e la comodità. I pellegrini che vanno a Monte Berico tutto l’anno non avranno più bisogno di arrivarci in pullman, parcheggiato alla partenza, e credo che in questo modo si semplificherà tutto. Francamente non capisco la vera e propria rabbia polemica che ha accolto il progetto a parte solo qualche eccezione come quella del sindaco, tanto per citarne una importante. Probabilmente si vuole che Vicenza rimanga quella che è da anni, intorpidita, contraria a qualsiasi novità, mezza morta. Io dico che le obiezioni sono le benvenute se servono a migliorare il progetto, ma servono soltanto a bloccare e basta nel caso che vengano espresse per pregiudizio. Questa è la realtà. E non mi vengano a parlare di ferite al territorio dal momento che la cabinovia non ne produrrà, certo non quelle che ha prodotto il cosiddetto cambio urbanistico nella ascia sotto il piazzale. I tutori dell’ambiente dov’erano?”.

Monte Berico, altro miracolo: Cicero è il mediator (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LA SPESA? TUTTA NELLA TAV- L’altro aspetto da considerare è quello della spesa e dei finanziamenti da reperire per una operazione com’era quella delle due stazioni. Claudio Cicero dice che tutto andrà compreso nella spesa per il treno veloce: “Mi sono occupato anche della TAV a suo tempo e per questo come assessore ho partecipato agli incontri col governo a Roma per studiarne il migliore percorso e le migliori soluzioni. Io so che questi tre milioni di euro necessari per la cabinovia e il parcheggio alla partenza saranno poco più di una cacatina di mosca all’interno del progetto delle ferrovie per cui dò per scontato che il problema non esiste almeno dal punto di vista finanziario. Il che mi riporta sul discorso complessivo della cabinovia. Il progetto passerà attraverso quattro fasi: la prima è quella della presentazione del progetto di fattibilità che stiamo portando avanti con uno studio specializzato in grado di dare soluzioni tecniche di prima grandezza; la seconda fase sarà quella del progetto preliminare sulla base della fattibilità approvata; alla terza fase appartiene la presentazione del progetto definitivo che tiene conto dei precedenti, ed infine c’è la quarta fase rappresentata dal progetto esecutivo, cioè dai lavori che cominciano dopo essere stati finanziati. Sembra una lunga strada da percorrere, ma in realtà non lo è, è rapida ed essenziale. Gli unici veri ostacoli in vista non appartengono a questo meccanismo di realizzazione, ma alle opposizioni che già si vedono e che confermano il desiderio preciso di ostacolare comunque e tutto, Non si perdona a chi lavora questa mania operativa, si preferisce rimanere nell’anonimato di quelli che non fanno niente e si propongono ancora meno. È una città intorpidita, come ho detto, ed è necessario che si svegli altrimenti perderemo altri treni esattamente come quelli che abbiamo già perduto in passato. Vi ricordate i mondiali del 90 in Italia? Verona e Padova si sono rifatte la viabilità, Vicenza non ha avuto niente perché niente ha tentato e se finalmente siamo arrivati alla Valdastico sud è stato due anni fa dopo decenni di vergognose indecisioni”.

UN PECCATO MORTALE: IL DAL MOLIN- Dalle ombre del passato non riesplode soltanto il ricordo delle strade non realizzate e del ritardo cronico di questa città rispetto alle altre provincie del Veneto: c’è anche l’aeroporto Dal Molin: “È un nervo scoperto che la città ha fatto finta di non vedere e non sentire. Domando: quale altra città nel mondo ha pianificato la cancellazione del proprio aeroporto? La risposta è: nessuna, bisogna non ragionare per rassegnarsi ad una scelta di questo genere. A suo tempo avevo chiesto che la base americana si sviluppasse sul prolungamento dell’altra già operativa. Nessuna reazione. Eppure si poteva e si doveva fare quella scelta e non decidere di cancellare una struttura essenziale come il Dal Molin. Debbo dire che anche su questo versante sono tutt’altro che rassegnato: dopo la delusione di essere stato preso in giro dall’allora commissario Costa, sono rimasto dell’idea che ci sia ancora uno spazio disponibile da utilizzare utilmente per il volo, al posto del cosiddetto parco della pace che Vicenza non realizzerà mai. È lì che si potrà tornare a discutere di una pista affiancata da un centro per la manutenzione dei velivoli, degli elicotteri ed un nuovo rilancio di questa parte della città che oggi come oggi risulta cancellata e niente di più. Gli esempi in Italia ci sono: basta andare a Bresso, vicino a Milano, per accorgersi che una piccola pista può convivere tranquillamente anche con la realtà di una città che le si muove a fianco e attorno. Per tornare al progetto della cabinovia debbo sottolineare che anche in questo caso basta guardare le altre realtà, in Italia e all’estero: da Taormina all’Etna, dal Vesuvio a Genova, da Budapest a Lisbona. Dappertutto il mezzo aereo su filo è stato ed è utilizzato in modo vincente contribuendo a risolvere davvero i problemi del traffico e dell’affollamento delle strade. Non vedo perché noi dobbiamo essere sempre gli ultimi”.

MA NE VALE LA PENA? FORSE, CHISSÀ- Il progetto della cabinovia ha un evidente incidenza non soltanto sul traffico cittadino da e per Monte Berico, ma anche sull’utilizzazione che se ne potrebbe fare per il turismo in città. La domanda va quindi rivolta a chi di turismo e promozione turistica si occupa. Vladimiro Riva, di Vicenzaè, dice di avere qualche perplessità: “Capisco il progetto, ma debbo dire che si tratta di un’idea oggi difficile da realizzare; i tempi sono quello che sono, qualche decennio fa sarebbe stato possibile e sicuramente una scelta di successo perché certe cose si potevano fare. Oggi non so quale sarebbe la reazione in generale e in particolare come si muoverebbero la Sovrintendenza o le associazioni di tutela del territorio. Dal punto di vista dell’attrazione turistica non credo che si tratti di qualcosa che può produrre risultati certi . Bisogna prendere atto del fatto che gli ingorghi a Monte Berico sono davvero un problema soltanto il pomeriggio del sabato e la domenica. Gli altri giorni sono assolutamente normali per il traffico per cui mi chiedo quanti sarebbero i viaggiatori della cabinovia da lunedì a venerdì. Negli anni 90 ci fu anche un esperimento di AIM che creò una linea di bus dalla stazione ferroviaria a Piazzale della Vittoria. Sabato e domenica aveva un senso, gli altri giorni girava con poche persone a bordo e per questo la linea fu soppressa. Ho letto le parole molto prudenti del sindaco Variati. Credo che a parte tutte le altre considerazioni e non volendo dare giudizi pregiudiziali la posizione più corretta sia proprio la sua. Si tratta in tutti i modi di una iniziativa che verrà portata avanti con un progetto ed è su quella base che bisognerà discuterne tutti gli aspetti, a partire dai finanziamenti e da chi verrà chiamato a crearli”.

 

nr. 46 anno XX del 19 dicembre 2015



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