NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Addio all'inverno della siccità e delle nebbie

Abbiamo stilato il bilancio della stagione fredda con tutte le temperature (minime e massime) e i commenti degli esperti. Ecco come si presentano i terreni agricoli del Vicentino ad inizio primavera

di C.R.

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Addio all'inverno della siccità e delle nebbie

Quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un altro inverno abbastanza mite (anche se mediamente un po' più freddo rispetto ai due precedenti) ma caratterizzato da un lungo periodo di siccità e da nebbie persistenti. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema, sia dal punto statistico (vedere tabella qui a fianco) sia coinvolgendo gli esperti del settore, a partire dal meteorologo Marco Rabito. Ma anche intervistando i presidenti provinciali di Coldiretti e Confagricoltura per capire come si presentano i terreni agricoli del Vicentino ad inizio primavera.

 

L'inverno 2015-2016 giorno per giorno con minime e massime dal 1° dicembre al 17 marzo rilevate dall'Arpav. Due notti la minima a -6°C, in totale 36 giorni sotto lo zero

DICEMBRE 2015

 martedì 1  -1  11
 mercoledì 2  1  11
 giovedì 3  1  12
 venerdì 4  2  10
 sabato 5  4  12
 domenica 6  3  7
 lunedì 7  3  10
 martedì 8  0  9
 mercoledì 9  -2  9
 giovedì 10  0  15
 venerdì 11  -3  4
 sabato 12   -4  7
 domenica 13  -3  6
 lunedì 14  -1  11
 martedì 15  -1  10
 mercoledì 16  1  11
 giovedì 17  2  13
 venerdì 18  -1  10
 sabato 19   -1  12
 domenica 20  -1  11
 lunedì 21   0  9
 martedì 22  -1  8
 mercoledì 23  1  6
 giovedì 24  1  10
 venerdì 25   -1 9 
 sabato 26   0  5
 domenica 27  1  3
 lunedì 28  -1  2
 martedì 29  -2  3
 mercoledì 30  -2  11
 giovedì 31    0  6
GENNAIO 2016 
 venerdì 1  -3  7
 sabato 2  -3  3
 domenica 3  0  9
 lunedì 4  0   10
 martedì 5  0  5
 mercoledì 6  -1  9
 giovedì 7  -3 6
 venerdì 8  -2  10
 sabato 9  5  6
 domenica 10  4  7
 lunedì 11  7  10
 martedì 12  2  11
 mercoledì 13  1  13
 giovedì 14  -1  6
 venerdì 15  -1  8
 sabato 16  -2  9
 domenica 17  -4  10
 lunedì 18  -4  7
 martedì 19   -6  5
 mercoledì 20  -5  5
 giovedì 21  -6  7
 venerdì 22   -2  7
 sabato 23  -2  6
 domenica 24  -5  6
 lunedì 25  -3  7
 martedì 26  -2  9
 mercoledì 27  -2  11
  giovedì 28  2  10
 venerdì 29  1  11
 sabato 30  6  8
 domenica 31  6  9
   FEBBRAIO 2016
 lunedì 1  3 11
 martedì 2  3  9
 mercoledì 3  6 9
 giovedì 4  1  15
 venerdì 5  4  8
 sabato 6  -1  12
 domenica 7  0  12
 lunedì 8  2  9
 martedì 9  7 12
 mercoledì 10  3  14
 giovedì 11  -1  12
 venerdì 12  2  9
 sabato 13  1  7
 domenica 14  1  8
 lunedì 15  4 13
 martedì 16  7  11
 mercoledì 17  6  7
 giovedì 18  3 15
 venerdì 19  2  15
 sabato 20  2 13
 domenica 21  1  13
 lunedì 22  7 12
 martedì 23  8  14
 mercoledì 24  4  13
 giovedì 25  3  10
 venerdì 26  2  8
 sabato 27  5  7
 domenica 28  6  11
 lunedì 29  8  11
   MARZO 2016
 martedì 1  6  14
 mercoledì 2  6  14
 giovedì 3  4  8
 venerdì 4  0  13
 sabato 5 6  8
 domenica 6  4  12
 lunedì 7  3  9
 martedì 8  4  8
 mercoledì 9  5  11
 giovedì 10   5  16
 venerdì 11  6  14
 sabato 12  8 16
 domenica 13  6  15
 lunedì 14  5  15
 martedì 15   0  11
 mercoledì 16  4  12
 giovedì 17  6  15
Fonte: dati Arpav Veneto

Oltre tre mesi e mezzo ai raggi ics - dal 1° dicembre a mercoledì scorso 16 marzo - con le temperature minime e massime rilevate dall'Arpav e pubblicate ogni giorno sul sito www.arpa.veneto.it. Il dato in questione è quello attribuito a Vicenza, anche se la strumentazione si trova a Quinto Vicentino, in un'area agricola. Si è trattato complessivamente di un inverno non rigido, in linea di quelli precedenti, anche se mediamente meno miti a causa di molti giorni caratterizzati da nebbie e foschie dense, che hanno influito soprattutto sui valori delle massime. Complessivamente sono stati 36 i giorni in cui la temperatura è scesa sotto lo zero (15 volte a dicembre, 19 a gennaio e 2 volte a febbraio), mentre nell'inverno 2014-2015 erano stati 32. Il periodo più freddo in assoluto si è registrato attorno a metà gennaio, con la colonnina scesa per due giorni a -6°C, minima di questa stagione fredda, per due giorni, precisamente martedì 19 e giovedì 21.



Marco Rabito, meteorologo: «Inverno meno mite degli anni scorsi, ma solo per colpa della nebbia. Periodo di prolungata siccità, poi forti piogge a fine periodo»

Addio all'inverno della siccità e delle nebbie (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Per stilare un bilancio dell'inverno 2015-2016 abbiamo chiesto contattato il meteorologo Marco Rabito, uno dei fondatori e responsabile di Serenissima Meteo, volto noto e apprezzato anche per i telespettatori di Tva Vicenza. Ecco una disamina generale, partendo dal presupposto che Rabito, come già avvenuto in passato, parla di "inverno meteorologico", che comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, quindi sfalsato rispetto all'inverno astronomico (quello riportato anche nei calendari), che si chiuderà lunedì 21 marzo, in concomitanza con l'inizio della primavera.

«Ci siamo lasciati alle spalle - precisa Rabito - un altro inverno con temperature medie più alte rispetto alla media di circa 1 grado. È vero, a consultivo, quello appena finito è un inverno più freddo degli ultimi due, ma non dimentichiamoci che la stagione 2013-2014 era stata davvero anomala, con valori superiori di 3,5 gradi sopra la media. Tuttavia i valori complessivi non sono stati influenzati dalle temperature minime, molto simili a quelle dell'anno precedente, quanto piuttosto all'alto numero di giorni di nebbia e di foschia, che hanno tenuto bassi soprattutto i valori massimi, dando poi anche una percezione di maggiore freddo, visto che di giorno ci si muove di più all'esterno. E la scarsa circolazione d'aria ha finito con influire negativamente sui valori delle Pm10, saliti alle stelle in città».

«Ovviamente in questo bilancio - tiene a precisare il meteorologo berico - mi riferisco ai valori che riguardano Vicenza e il suo hinterland, quindi registrati in pianura. In realtà se consideriamo i valori registrati in questo inverno meteorologico in montagna dobbiamo registrare un vero e proprio sconvolgimento, proprio a causa dell'inversione termica, tipico fenomeno che si presenta nei giorni di nebbia persistente: ebbene nei mesi scorsi si sono registrate massime in montagna, non solo in Altopiano ma anche in altre località, sino a 15-16 gradi, ma soprattutto per alcuni giorni lo zero termico è salito a 4000 metri, valori davvero straordinari, tipici dei mesi di giugno e luglio. E così, soprattutto in montagna, quasi tutto l'inverno è stato caratterizzato da un "freddo finto" per usare un termine tecnico».

«Un'altra particolarità di quest'inverno - conclude Marco Rabito - ha riguardato la siccità, davvero anomala e di fatto iniziata già nel mese di novembre, dove (il dato è sempre riferito a Vicenza, ndr.) sono caduti appena 12 millimetri, a fronte di una media di circa 150. La mancanza di precipitazioni è poi proseguita in maniera implacabile a dicembre e gennaio, che peraltro sono mesi dove comunque la piovosità media è bassa, con danni evidenti soprattutto in montagna dove non è mai nevicato. Un vero e proprio problema per le falde se non fosse che il febbraio 2016 è stato nella storia quello con più piogge, visto che sono caduti oltre 200 millimetri, rispetto a una media di 70 mm». 

 

Martino Cerantola, presidente Coldiretti Vicenza: «Le gemme hanno già iniziato a muoversi, se arrivano gelate a fine marzo si rischiano danni per vigneti e frutticoltura»

Addio all'inverno della siccità e delle nebbie (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Per tastare il polso della situazione, lasciata in eredità dall'inverno 2015-2016, abbiamo sentito il parere di Martino Cerantola, presidente provinciale della Coldiretti Vicenza.

«Ci siamo lasciati alle spalle - la sua analisi - un altro inverno anomalo, con poco freddo, destinato probabilmente a creare problemi in primavera alle nostre campagne: in particolare le scarse gelate rischiano di provocare un aumento di microrganismi dannosi e probabilmente anche di insetti: è vero che gli addetti ai lavori sono pronti ad intervenire con i rimedi necessari, ma questi trattamenti necessitano di un doppio costo, quello dei prodotti e ovviamente quello del lavoro aggiuntivo. Mi rendo conto che è un discorso utopistico ma ci vorrebbero le stagioni di una volta, con inverni rigidi, che consentivano alla natura di fare il suo corso».

«Invece già da un po' di tempo - fa notare Cerantola - le stagioni, oltre a presentare eventi climatici che una volta non si vedevano, si sovrappongono tra loro, con problematiche per coltivazioni e raccolti. Proprio la mancanza di freddo durante questo inverno ha anticipato la stagione ad esempio nel settore dell'orticoltura e frutticoltura: una parte dei cavoli sono "andati a fiore" e non hanno prodotto, mentre ad esempio una parte degli albicocchi hanno le gemme che hanno iniziato giù a muoversi: se arrivano gelate a fine marzo si rischiano danni per vigneti e frutticoltura in fiore: se dovessero arrivano gelate in questa seconda metà di marzo si rischiano danni, oltre che gli alberi da frutto, anche per i vigneti».

Un altro tema che preoccupa il presidente provinciale della Coldiretti è legato alla disponibilità di acqua. «Quello dell'approvvigionamento idrico - conclude Cerantola - è un problema importante, che la nostra categoria segue sempre con grande attenzione. Quest'inverno è stato molto siccitoso, per fortuna le abbondanti piogge di febbraio hanno rimpinguato le falde e i bacini idrici, al punto che l'allarme è rientrato. Ma ora il rischio, dopo 3-4 mesi con pochissime precipitazioni, è che la primavera registri piogge continue, con ulteriori rischi per le coltivazioni».

 

Michele Negretto, presidente Confagricoltura Vicenza: «Le nuove tecnologie in aiuto all'approvvigionamento idrico. Importanti gli interventi dei consorzi di bonifica»

Addio all'inverno della siccità e delle nebbie (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Anche dall'osservatorio privilegiato della sede provinciale di Confagricoltura Vicenza il tema dell'approvvigionamento idrico è particolarmente sentito, soprattutto dopo un inverno record (almeno sino a fine gennaio) in fatto di scarse precipitazioni.

«Per mesi - attacca il presidente Michele Negretto - si è parlato di "allarme rosso" per la mancanza di pioggia, dimenticandoci che da sempre gli agricoltori sono abituati a convivere con la natura, anche se fenomeni come le "bombe d'acqua" visti negli ultimi anni una volta erano davvero molto rari. Per tornare alla siccità di quest'inverno in realtà sono bastati 20 giorni, a cavallo tra febbraio e marzo, per registrare la caduta di 300 millimetri d'acqua in 20 giorni. Dopo mesi in cui i terreni erano secchissimi, adesso abbiamo il problema inverso, nel senso che una parte sono, se non allagati, così bagnati che non si può entrare con i mezzi agricoli, nè al momento si potrebbe procedere con le eventuali semine. Se ora le piogge continueranno, rischio abbastanza concreto dopo mesi di siccità, e magari l'arrivo delle temperature miti tarderanno ad arrivare, il rischio è che la stagione slitti in avanti, come peraltro avvenuto negli anni scorsi. Altri rischi di questo periodo? Ad esempio quello delle gelate fuori stagione, come già avvenuto nelle notti scorsi (martedì 15 marzo la temperatura minima di Vicenza resa nota dall'Arpav è stata di 0 gradi come dimostra la tabella, ndr.) quando c'è stata una brinata inattesa».

Tuttavia il problema risorse idriche, soprattutto in vista dell’estate, deve rappresentare, secondo Negretto, un obiettivo prioritario. «Serve incentivare i consorzi di bonifica che, pur con limiti di bilancio, stanno facendo un buon lavoro, soprattutto per quanto riguarda la pulizia di fiumi e torrenti. In realtà è necessario che per la disponibilità d'acqua durante l'estate esista un piano strutturato e ben definito. Una scelta oculata potrebbe essere quella dell'irrigazione a manichetta o a goccia: nella mia azienda, ad esempio, l'ho avviata per la coltivazione del mais e posso dire che ho risparmiato tantissima acqua, ma anche minor costi di energia e gasolio. Ma se è vero che lo Stato Italiano ha stanziato 21 milioni per le biotecnologie, sarebbe doveroso che a beneficiarne sia anche l'agricoltura, università come quelle di Padova, Piacenza e Pavia stanno lavorando molto bene».



nr. 10 anno XXI del 19 marzo 2016

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