NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L’assessore alla cultura prof. Franco Volpato

di Mario Giulianati

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L’assessore alla cultura prof. Franco Volpato

L’assessore alla cultura prof. Franco Volpato (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Pochi giorni fa, un diecina, il dott. Giorgio Sala, già sindaco di Vicenza a cavallo degli anni '70 del secolo scorso, ricordava, con una cerimonia pubblica ma non istituzionale, la figura di un Consigliere Comunale e Assessore che, al tempo della sua presenza a Palazzo Trissino svolgeva proprio il compito di Assessore alla Cultura, il prof. Franco Volpato. Mi è spiaciuto non potere essere presente, ma ringrazio Giorgio Sala per questa lodevolissima inziativa.

Di professione Franco faceva l’insegnante e l’ho avuto collega per diversi anni, all’Istituto Tecnico per Geometri “A.Canova”. Lo conoscevo da tempo per via dei racconti che sentivo dai miei genitori e dai miei fratelli maggiori, perché le due famiglie si frequentavano. Veniva da Marostica, figlio di una maestra che aveva, prima dell’ultima guerra, siamo ancor prima degli anni “30, quindi molto prima, insegnato in una scuola della quale mio padre era il direttore didattico. Oggi si chiamano dirigenti scolastici e la parola “didattica” è sparita Non solo la parola. Nel 1970, e per un quinquennio, lo ebbi avversario - non mai nemico - in Consiglio Comunale. Io all’opposizione, lui assessore alla cultura in una Giunta Sala come accennavo sopra. Uno dei migliori assessore alla cultura che abbia conosciuto anche fuori Vicenza. Inventò, letteralmente, il primo programma organico di attività culturali e ricreative del Comune di Vicenza e lo chiamò “Primavera a Vicenza”, realizzato con pochi quattrini e molta buona volontà e intelligenza.

L’assessore alla cultura prof. Franco Volpato (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Da lui sono partite tutte le stagioni culturali che ancor oggi si svolgono con maggior disponibilità economica ma con minore capacità organizzativa e fantasia. Semplice, diretto, capace, intelligente e di una onestà intellettuale inossidabile, sempre coerente con i suoi principi e le sue scelte ideali, da non tenere affatto conto dei i suoi interessi privati. Democristiano e cattolico praticante sapeva anche ironizzare su questo. L’ironia serena era una componente del suo linguaggio. Si confrontava, politicamente, con chiunque senza alcuna arroganza ma difendeva anche, con semplicità e dignità, e altrettanta fermezza, i suoi valori. Non ho memoria di averlo visto trascendere per una qualsiasi questione politica, amministrativa o professionale. In Sala Bernarda era sempre attento alle parole dei consiglieri di Maggioranza e, forse anche di più, a quelle della Opposizione.

L’assessore alla cultura prof. Franco Volpato (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Rispondeva con pacatezza e approfondendo l’argomento anche alle interrogazioni Lo vidi invece disorientato, come colpito fisicamente e personalmente, offeso interiormente, quando mi diede la notizia, eravamo nell’atrio della nostra scuola, del rapimento di Aldo Moro. Oserei dire che era sconvolto e, in verità, fui sconvolto e frastornato pure io. Come insegnante era rispettato dai colleghi e amato dai suoi studenti che lo consideravano un “maestro”, non l’amico insegnante con cui giocorellare e fingere di studiare come sembra, a volte, essere di moda. Ma era rispettato anche come amministratore. La sua attività politica e amministrativa fu vissuta all’insegna del servizio, sincero e intelligente, della res publica. Non ne fece mai una questione di interesse personale o di parte politica e affrontò ogni problema con la miglior intenzione e alla ricerca della miglior soluzione. Comunque sempre alla luce del sole. Amava essere in compagnia di amici, stava allo scherzo, era una buona forchetta. Fisicamente era di media statura, vestiva prevalentemente di grigio chiaro, comunque mai in modo chiassoso, ma non aveva l’aria del borghesuccio ma nemmeno quella dell’intellettuale. Oggi i giovani, di allora,democristiani approdati in questi anni nei vari partiti non ne hanno memoria ma questo è un male per loro che non hanno imparato gran ché da uomini come Franco Volpato e si è ben notato.

 

nr. 18 anno XXI del 14 maggio 2016

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