Quali sono le tre priorità del suo eventuale mandato?
BERTASI: «La prima riguarda la sicurezza, un tema molto sentito dai nostri cittadini. La seconda è il degrado urbano: più precisamente il nostro obiettivo è portare a compimento quelle opere pubbliche che per motivi diversi risultano ancora da risolvere, in particolare il dissesto idrogeologico che proprio in questi giorni si è drammaticamente riproposto. La terza priorità è rappresentata dai referendum comunali consultivi per la realizzazione di nuove opere straordinarie».
SANTUCCI: «Abbiamo individuato alcune tematiche che richiedono una particolare attenzione. La prima è la sicurezza: un tema complesso e articolato, che riguarda fenomeni diversi, tutti ugualmente importanti, dalla dilagante microcriminalità, agli atti di vandalismo, alla sicurezza stradale alla tutela del territorio. Riteniamo, quindi, che siano necessari più e diversi livelli di intervento a cominciare dal potenziamento del piano di video sorveglianza, la revisione dello stato in essere dell'illuminazione pubblica, lo studio di fattibilità per la realizzazione di un raccordo p donale in sicurezza che colleghi la parte alta del paese con la zona bassa. La seconda è l'aggregazione: una comunità forte, unita e condivisa può esistere solo se si creano relazioni. Puntiamo a creare occasioni e luoghi di incontro con l'ottimizzazione di spazi già esistenti e il sostegno a iniziative e proposte avviate da realtà che già operano in questo ambito nel territorio. Abbiamo identificato un ruolo centrale nella nuova biblioteca, che troverà sede all'ex municipio, una volta realizzato il previsto progetto di riqualificazione. L'obbiettivo è che diventi luogo di aggregazione e punto di riferimento e coordinamento per la progettualità di iniziative culturali. La terza priorità è la comunicazione: riteniamo fondamentale lo scambio di informazioni e di idee per creare un circolo virtuoso capace di generare fiducia reciproca e creare relazioni: tra l'amministrazione e i cittadini, le associazioni, ma anche con i comuni limitrofi per interagire in modo efficace e concreto».
A livello nazionale e regionale arrivano sempre maggiori pressioni ai comuni sotto i 3 mila abitanti di aggregarsi: qual è il suo parere a proposito e se lei diventerà sindaco come intende procedere su questo tema? Quale potrebbe essere il "partner" (o i "partner") ideale per Monteviale?
BERTASI: «Il Progetto delle Unioni imposto dal Governo più di tre anni fa è svanito nel nulla, a mio parere avrebbe generato solo nuovi costi. In questi ultimi tempi anche la Regione sta optando per la fusione. L'argomento sembra monopolizzare la stampa, anche se i problemi del comune di Monteviale sono ben altri. Questa visione del “piccolo” è brutto, non mi piace molto. Sull'unione dei servizi tra Comuni mi trova molto d’accordo, e già per esempio con la polizia locale c’è un’ottima collaborazione con i comuni limitrofi. Sulla Fusione invece, credo che il processo non possa esimersi da una consultazione popolare puntando sui vantaggi e svantaggi di non avere più una rappresentatività democratica dei propri consiglieri. Il problema è che lo stato centrale vuole trattenere a se le risorse e vendendolo per razionalizzazione della spesa, costringe la cancellazione della rappresentanza democratica delle comunità locali. A me piacerebbe che le risorse fiscali che il mio comune versa fossero a disposizione dei contribuenti stessi che le pagano e vivono il territorio. Sui partner ideali questo è presto da dire: di sicuro i “matrimoni” si fanno in due quindi bisognerà vedere anche le disponibilità degli altri. Se costretti, lavoreremo in questo senso cercando i partner più affini alla gestione del territorio di Monteviale che ricordo è molto fragile vista la sua natura collinare da preservare».
SANTUCCI: «Guardiamo alla gestione integrata dei servizi e al tema dell'aggregazione tra i Comuni non come un obbligo, ma come un'opportunità per dare risposte concrete al nostro territorio e ai nostri cittadini, grazie ad azioni sinergiche che hanno come obiettivo primario il miglioramento della qualità dei servizi e della vita dei cittadini. In quest'ottica, apriremo un dialogo con tutti i comuni contermini o comunque "omogenei" dal punto di vista territoriale, per valutare le possibilità e le soluzioni che meglio rispondono ai bisogni di Monteviale».
In attesa di possibili fusioni future come intende allacciare i rapporti con Vicenza e quali saranno gli eventuali accordi in coabitazione (magari nel settore trasporti o per la fornitura di elettricità, gas e acqua) con il capoluogo?
BERTASI: «Vicenza è il nostro capoluogo di provincia e la città a pochi metri da noi. Moltissimi abitanti di Monteviale in realtà frequentano la città durante il giorno per lavoro e per fare acquisti. Noi vorremmo che parte di questi due asset tornassero a Monteviale. Vorremmo agevolare la nascita di nuove realtà commerciali, piccole, magari artigianali per creare reddito e spesa. C’è la sensazione che il paese sia diventato un dormitorio, tra l’altro insicuro e con zero servizi quando invece il territorio è meraviglioso e dal punto di vista naturalistico assolutamente non sfruttato. Per i trasporti verso la città la situazione è preoccupante. L’alto costo che il comune deve pagare per la linea 16 per vedere gli autobus vuoti passare è demoralizzante. Stiamo pensando di attuare un servizio di carpooling per aumentare le opportunità per gli abitanti di Monteviale. Un servizio collegato con l’app del comune di recente realizzazione che possa segnalare la disponibilità di utenti automobilisti che percorrendo un tragitto accolgano in auto degli “ospiti” che vanno nella stessa direzione. Privati non remunerati che si mettono al servizio della comunità. Un progetto molto sfidante. Con riferimento alle forniture di energia, gas e acqua, servizi gestiti rispettivamente da Enel, Ascogas e Aim, ritengo soddisfacente il rapporto con le stesse».
SANTUCCI: «Si tratta, in questa fase, di una considerazione fatta in libertà, seppur meditata, relativa ad un'ipotesi che meriterebbe i necessari approfondimenti sul complesso tema delle Unioni di Comuni con il capoluogo, che, ad oggi, in Veneto contano solo due casi (Verona/S.Giovanni Lupatoto e Padova/ Cadoneghe/Vigodarzere). Il da farsi appare, fin da subito, impegnativo: Monteviale dovrà, innanzitutto, procedere ad aggregazioni "primarie" con comuni vicini, così da costituire una istituzione/unione in grado di rappresentarsi, per popolazione, superficie, servizi e risorse economiche, a Vicenza, arricchendone la “dotazione” di capoluogo e contribuire ad ottimizzare la classifica del capoluogo rispetto alle prerogative richieste per competere nel miglioramento della vita dei cittadini. I settori specifici a cui si fa riferimento nella domanda, sono correlati e conseguenti: le società erogatrici, in regime di libera concorrenza, consentono spettri di visione a breve e lungo termine per trattare e comprare le tariffe. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, una revisione della rete odierna, in virtù di un'aggressione territoriale allargata è finalizzata a migliorare la viabilità dei residenti, costituisce, secondo noi, un obiettivo perseguibile».
nr. 21 anno XXI del 4 giugno 2016