NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Teresa d’Avila, la Santa
che indica la strada dell'amore

di Italo Francesco Baldo

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Un nuovo volume su Santa Teresa d’Avila

Il centenario della nascita di santa Teresa d’Avila (1515- 1582) lo scorso anno ha suscitato molto interesse e diverse occasioni per riflettere sulla sua figura ed opera. A Vicenza la Santa è stata venerata fin dalla sua canonizzazione in particolare nelle Chiese di san Marco, che fu sede dei carmelitani Scalzi e nella Chiesa di San Rocco, sede delle “Teresine” che si richiamavano alla spiritualità riformata di Santa Teresa. Napoleone soppresse tutti e due i monasteri e solo nel 1949 giungono a Vicenza le Carmelitane Scalze e fondano il loro monastero nella zona di Monte Berico (Via d’Azeglio), proponendo alla città una spiritualità di preghiera e di amore del prossimo.

 A Vicenza il culto della Santa fu costantemente seguito nelle due chiese, che conservano ancora opere pittoriche e scultoree riferite alla Santa e ad altri santi carmelitani, tra cui non si può non nominare San Giovanni della Croce.

 Proprio la spiritualità carmelitana fu riferimento per il poeta vicentino Giacomo Zanella in un suo periodo difficile. Proprio nella seconda edizione dell’Astichello del 1884 troviamo la traduzione della Salita dell’anima al Carmelo di san Giovanni della Croce e presso la Biblioteca della Dame Inglesi sono conservati i manoscritti relativi alla traduzione di un sonetto che nell’Ottocento era attribuito a Santa Teresa e una serie di ’quadri’ in cui si descrive e si considera la vita della Santa ed il suo insegnamento. Probabilmente questi ‘quadri’ erano destinati alle allieve del Collegio presso il quale Zanella era Sovraintendente e si occupava dell’educazione religiosa.

 Ora questi manoscritti sono pubblicati insieme ad un esame delle opere e della spiritualità della Santa, frutto di un incontro tenuto presso il Monastero delle Carmelitane in occasione del centenario.

Un nuovo volume su Santa Teresa d’Avila (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

  

G. Zanella davanti alla sua Villetta a Cavazzale

 

 Ho desiderato personalmente presentare, con l’aiuto dell’Amministrazione comunale, l’opera nella Villa che Giacomo Zanella si era costruita sulle rive dell’Astichello a Cavazzale (Ponticello Conte Otto), dove morì, ma soprattutto dove compose quei sonetti che aprono la porta alla poesia del Novecento, quella anche di G. Pascoli e delle piccole cose, Zanella e ben traspare nei sonetti che non si fermano alla considerazione delle piccole cose, ma esse sono sempre in un concerto universale, quello che Dio stesso ha dato alla natura e che gli uomini fruiscono, ma bene fruiscono se sanno comprenderli nella loro piccola, ma totale universalità.

 

Come sillaba a sillaba nel verso

Va succedendo in tuono or alto or grave,

Il concento così dell’universo

Sotto la man di Lui, che n’ha la chiave

 

 

 Questa nuova prospettiva del poeta si collega proprio a quella spiritualità carmelitana che è comprendere l’universo e l’amore di Dio fattosi uomo che chiede all’uomo stesso amore.

 

Sonetto XL

Molto ciel, poca terra e d’aria e sole

Un torrente vorrei nella mia stanza;

Dell’aquila le penne e la fragranza

Vorrei de’ fiori nelle mie parole:

Fiori non colti in queste basse aiuole;

Ma forme alate, d’immortal sostanza,

Chiuse in un vel, del velo a somiglianza

Che le venuste avvolge attiche fole.

Esser vorrei l’allodola, che ascende

Ilare i cieli, e si travolve e gira

Sotto le nubi, che cantando fende;

Che se del nido amor quaggiù la tira,

Dopo breve dimora il vol riprende

Ed a’ suoi cieli ripentita aspira.

 

 Teresa d’Avila è, Santa e dottore della chiesa, dottore perché indica la via ed insegna quale sia, questa molto semplicemente è la via dell’Amore che chiama amore, È un orizzonte che consociamo anche dal punto di vista terreno, a con un solo termine indichiamo amori diversi, familiare, filiale, matrimoniale, ecc, ma l’amore è prima di tutto quello che Dio dà all’uomo, che lo perde, tradendo, ma lo riacquista con Cristo nelle vie di cui è capace, orazione verbale, orazione mentale che è delineata dalla Santa è sempre unione con Dio. Il Cristianesimo è amore orizzontale, umano potremo dire, l’incarnazione che si eleva verticalmente con la preghiera, quest’atto umanissimo che apre tutto noi stessi, le nostre conoscenze, i nostri atti a ciò che è fondamentale. Non preghiera per ottenere, ma autentica teologica, ossia dialogo con Dio nel quale noi convergiamo in Dio. È contemplazione e ascesa il più alto grado della conoscenza già lo dicevano i filosofi antici (Platone/ Aristotele), m a differenza del pensiero razionale, la contemplazione cristiana è avvincente tutto l’essere dell’uomo corpo e anima sensibile e intellettuale e cuore.

La preghiera è vera relazione di conoscenza per gli umili come per i grandi per i giovani e “Ave Maria la vecchierella intuona;/ e nelle scarne tremolanti mani/ va noverando un dopo l’altro i grani,/ a cui mistica Rosa il nome dona”, ci ricorda Zanella nel sonetto XLI, non quella dei libri, ma quella che tutto un uomo avvince. Non è, dice Santa Teresa “una devozione alla balorda”, bisogna cavar da noi stessi e con fatica l’acqua della nostra vita, poi conformandosi ai modi che sono indicati, la terza quella della contemplazione dello spirito. Infine quella di unione quando l’anima è in sintonia con Dio, ultimo grado, faticoso? Sì, perché tutto ci avvolge e ci distrae, ma il vero obiettivo è l’amare Dio: se si ama Dio si ama il prossimo, non viceversa.

 Ecco la Vita di santa Teresa che lei stessa scrive più per ordine che per desiderio, ma poi vi è l’altra ed importante Il Castello: ogni uomo cerca di entrare là dove sa che è il Bene, ma non può entrarvi così con facilità, come oggi pensiamo, ma con attenzione, sgombrando dagli affanni terreni, intellettuali dai passatempo, dalla distrazioni, mirando al fulcro totale dell’anima nella quale desideriamo dimori Dio stesso. La trasverberazione di Santa Teresa è proprio questo farsi penetrare da Dio, il nade te turbe, nulla di turbi, non aver paura la porta è apribile a te compete il farlo e sempre con quel servizio divino interiore che è la preghiera e per Teresa particolarmente il Pater Noster.

Un nuovo volume su Santa Teresa d’Avila (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) L’aver presentato il volume nella casa del buen ritiro di Zanella, invitato a questo da tutta l’Amministrazione del Comune di Monticello Conte Otto attesta come la valorizzazione del poeta dell’Astichello apra a quegli orizzonti di cultura e riflessione non solo della provincia di Vicenza, ma del più vasto mondo; cosa che il Poeta ebbe sempre a cuore, traducendo negli anni della sua presenza a Cavazzale anche poeti spagnolo e americani e non per liberarsi delle sue origini, come qualche altro scrittore, ma per far sintonia tra poesia e fede che sono quanto di più universale ha a sua disposizione l’uomo.

 Il volume si può richiede all’editore. Il Sileno via Giolitti, 6 36100 Vicenza; Euro 12.

 

nr. 36 anno XXI del 15 ottobre 2016

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