NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Domenico Stella

Professore di filosofia, latinista emerito, presidente Istituto Musicale Canneti

di Mario Giulianati

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Stella Domenico

Il padre del più noto Gian Antonio Stella, era fisicamente tale e quale il figlio che, in qualche rara occasione, quando era bambinetto e frequentavo la casa paterna, ho avuto occasione di incontrare. Sempre molto ordinato nell’abito e nel comportamento, accattivante nel proporsi, Domenico era un “professore” di filosofia, pigafettiano, ventiquattro ore al giorno. Non so se russasse ma se lo faceva certamente era in latino. Insegnare al Liceo Pigafetta in passato era un riconoscimento non di poco conto, lo potevi stampare sul biglietto da visita, era una medaglia da portare al petto. Eloquio elegante e colto, citava di tutto e di più, si esibiva volentieri in monologhi trasversali alle varie discipline non esitando a sfornare frasi latine e, all’occasione, in greco antico ma, al contrario di quanto accada con altri professori, non annoiava per niente.

Lo stavi ad ascoltare sempre molto volentieri. Di carattere bonario ed espansivo, salvo rare occasioni- capita a tutti di perdere, a volte, la pazienza- non usava mai un linguaggio men che rispettoso nei confronti altrui ma non per questo si faceva superare da altri nel manifestare a favore delle sue tesi. A volte risultava anche enfatico tanto da metterti in imbarazzo, ma non lo faceva per posa e nemmeno per umiliare gli ignoranti, ma proprio perché così era la sua natura di studioso, di amante del bel dire e del far sentire il suono, raffinato, delle sue parole. Odorava di cultura umanistica e non si faticava ad immaginarlo con la toga a tener comizi nei Fori Traianei. Un democristiano doc, cattolico fin sulla punta dei capelli che erano assai radi, difendeva, all’interno del consiglio direttivo del’Istituto Musicale Canneti, di proprietà comunale, di cui era un vivace presidente, la linea culturale della DC, sostenuto più o meno tiepidamente dall’intero consiglio salvo un componente di matrice socialista, che poi ero io che non sempre condivideva le sue impostazioni.

Nonostante le sue doti di uomo colto e incline al dialogo, pur avendo più che dignitosamente rappresentato il suo partito nell’ ente che presiedeva, per quanto ne so io non fu premiato con riconoscimento alcuno dalla DC del tempo ne ricordato poi da quanti vennero alla guida e della Democrazia Cristiana e delle sue filiazioni. Con la sua presidenza si costruì il ponte che condusse l’Istituto Musicale comunale a divenire un Conservatorio di Stato, passando per una fase intermedia di succursale del prestigioso Benedetto Marcello di Venezia. La cosa non fu facile ma piano piano si riuscì a mettere ogni, o quasi, tassello al suo posto e così avemmo il Conservatorio Pedrollo a Vicenza, ma da allora non ho mai sentito, in alcuna occasione, ricordare il prof. Domenico Stella come colui che ebbe il merito di guidare l’operazione e di raggiungere, nonostante molti ostacoli, l’obbiettivo. Dopo anni di quasi sempre tranquilla convivenza e di buone relazioni, di efficiente gestione, giunse il momento della rottura, e fu netta, tanto che presi carta e penna e mi dimisi anche perché impegnato a fare opposizione, alla DC, in Consiglio Comunale. Ma non me ne volle e fu generoso di elogi detti e scritti al mio indirizzo della qual cosa mantenni memoria e confrontai il suo atteggiamento con quello, più avanti nel tempo, di alcuni compagni di partito, un confronto che andò tutto a scapito di questi ultimi. Ma tant’è, la classe, diceva qualcuno, non è acqua.

 

nr. 39 anno XXI del 5 novembre 2016

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