Scopriamo gli incredibili colori di una delle più belle regioni della Francia, la Provenza, attraverso gli occhi e le pagine di una scrittrice vicentina. Il nuovo romanzo di Manuela Tamburin - Quel nostro amore al profumo di lavanda (Editrice Artistica Bassano) - parla anche stavolta d'amore e si apre con un'interessante riflessione: Che cos’è il vero amore? Amare è condividere con la persona amata ogni giorno, ogni istante della propria vita, nella gioia e nel dolore. Ma a volte il destino riesce a sconvolgere, a distruggere anche i sentimenti più forti e l’esistenza prende una piega che non avremmo mai pensato. La felicità appare remota, irraggiungibile come un viaggio spaziale. Allora arriva il momento di leggere in fondo alla nostra anima ricordando i momenti felici della nostra esistenza. Purtroppo le cose cambiano, le persone cambiano. Il cambiamento è una delle leggi della natura. Si commettono errori, si creano rimpianti, ci si attacca ai ricordi. Nella vita è difficile capirlo perché non ci sono inizi o momenti precisi. Tuttavia esistono attimi in cui il destino incrocia la nostra esistenza quotidiana mettendo in moto una serie di eventi inattesi e imprevedibili.
Un romanzo che continua il precedente I silenzi delle nostre parole, riproponendo il tema dell'amore deluso e poi ripreso: "Si era innamorata di un vagabondo, di un bohémien, che le aveva fatto perdere la testa. Con lui era stata felice e non c’era nessuna ricchezza al mondo che potesse paragonarsi a quello che lei aveva provato con Petri. Quel saltimbanco imprevedibile le aveva dato l’estasi delle parole fatte di silenzi, lo stupore dei sogni, la meraviglia inventata con un bacio o un sorriso". Se nel romanzo precedente l'autrice descriveva le strade magiche di Praga e quelle luminose della Provenza, teatro di una storia d'amore tra la giovanissima Nicole e il problematico e sfuggente Petri, nel nuovo libro la scena si allarga anche ad altri personaggi di contorno ma pur sempre importanti per il dipanarsi della trama. C'è ancora Nicole, che ha seguito a Praga l’uomo che ama e da lui ha avuto un figlio, e che è tornata in Provenza a vivere con la nonna. E c'è Petri, che attanagliato nelle spirali micidiali della droga, sparisce per quattro anni abbandonando la donna che ama al suo destino di solitudine e di disperazione. Ma c'è anche Karl, che ama Nicole e le è vicino nei momenti dell’angoscia e dell’abbandono. E mentre Nicole, dopo la fine della storia con Petri, è oppressa dal senso di fallimento e solitudine, nell'intreccio della narrazione l'autrice inserisce stavolta anche le figure di tre donne: la madre di Nicole, Chantal; la nonna Chloe e la giovane Petra che, dopo aver perso la madre, all’età di tredici anni viene stuprata dal padre ubriaco, si innamora di Petri che la mette incinta e poi la abbandona. La quotidianità è descritta attraverso una narrazione semplice ed evocativa. Un romanzo ricco di atmosfere e personaggi concreti, risplende dell'intensità e della fragilità dei veri sentimenti. Una storia densa di speranze e di poesia, una testimonianza profonda e bella su quanto contino le scelte del passato e sulle grandiose possibilità di riscegliere in ogni istante cosa vogliamo essere. Il libro sarà presentato venerdì 3 febbraio alle 18.30 negli eleganti locali dell’Hotel Palladio in contrà Oratorio Dei Servi a Vicenza, nell’ambito di un personale d’arte della vicentina Gabriela Spiller, curata da Maria Lucia Ferraguti.
Protagonista della storia è però anche la natura variopinta della Provenza, dove la località di Sault è legata ai campi di lavanda che circondano il borgo con il loro profumo che si fonde con quelli del timo e del basilico. La Provenza è il mondo dei colori e lì la lavanda e il grano diventano protagonisti, mentre i colori dell’oro e del blu ametista si fondono in scenari incantevoli. L’autrice - scrive nella prefazione il critico letterario Gianni Giolo - ci presenta anche la natura molto diversa del Friuli. Il paese dell’infanzia di Nicole - Vivaro - dove va a vivere sua madre Chantal, è grigio e opaco, la popolazione è prevalentemente composta di anziani, i giovani sono quasi tutti emigrati all’estero. Chantal ha nel cuore la terra della Provenza, dove la bellezza è formata da piccoli dettagli, da giochi di ombre e luce, agli angoli di piccole stradine, dalla poesia dei campi di lavanda e dalle innumerevoli sfumature della terra provenzale: il verde luminoso quasi argenteo degli ulivi, l’ocra e la terra rossastra e poi le declinazioni del giallo, arancio, grigio delle abitazioni. Il Friuli invece è brullo e melanconico, con il susseguirsi delle case spoglie e desolate, ma quando arrivano l’autunno e la gran festa della vendemmia anche Chantal si sente felice in una natura la cui intensità è esaltata dai toni fiammeggianti degli alberi e degli arbusti. Nicole si rifugia dunque nella bella e colorata Provenza con il figlio Jan, per dimenticare il suo amore per Petri, sparito dalla sua vita, e trovare conforto nelle braccia amorevoli della nonna. Ma il fantasma di Petri la perseguita, i ricordi del tempo passato con lui la fanno piangere e vivere di rimpianti, portandola a respingere le attenzioni pur amorevoli e appassionate di Karl, che vorrebbe iniziare una vita insieme con lei. Alla fine Nicole decide di non tornare più a Praga e a rimanere in Provenza, ristrutturando la vecchia casa del nonno. Ma qui l'autrice riserva un finale inatteso e sorprendente.
A Manuela Tamburin abbiamo rivolto alcune domande.