NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Liberi Pensatori
Un aiuto alla Cultura

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Liberi Pensatori

Com'è nata e perché la vostra associazione?

Liberi Pensatori (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Fin da subito noi, sei giovani amici, non avevamo in mente quello che sarebbe diventato il nostro obiettivo primario; la nostra visione del mondo che ci circonda. Una consapevolezza, però, non abbiamo mai abbandonato, anzi l’abbiamo elevata a nostro carattere distintivo: la voglia di valorizzare Vicenza attraverso la conoscenza e comprensione dei suoi tratti maggiormente evocativi. Non solo attraverso le sue architetture e bellezze artistiche ma anche e soprattutto attraverso i suoi cittadini. Un lavoro costante, che parte dalla cittadinanza e non da oggetti inanimati, paga doppiamente: da una parte sensibilizza le persone alle problematiche della città, dall’altra crea una comunità responsabile, in grado di plasmare delle nuove architetture, stavolta inanimate, che non sono altro che reti di conoscenza e autocritica. Queste reti sono il canale, il mezzo mediante il quale le persone si realizzano e trovano compimento del proprio essere".

Che riscontro avete avuto finora con la mappa?

"Sono finite tutte, dico solo questo! La città ha recepito in maniera esemplare quello che per noi è stato un esperimento. Di mappe, turistiche e non, riguardanti la città di Vicenza, ce ne sono a bizzeffe. Quello che però non c’era, nel momento in cui abbiamo ideato i sette percorsi nella bellezza, era un sistema organico di itinerari che ponesse al centro l’esperienza della città, piuttosto che la semplice lista di siti interessanti o rilevanti. Abbiamo messo al centro la persona e le sue passioni, fondendo il patrimonio artistico culturale e le attività commerciali: siamo felici di aver contribuito alla creazione di una simbiosi vantaggiosa per entrambe le realtà. Questa novità è stata compresa e accolta dalle attività come qualcosa di unico, da integrare, migliorare, aggiornare. Il vero feedback è stato proprio il veder cadere davanti a noi il velo dell’indifferenza e dell’apatia civica, attraverso la costruzione di una mappa che nella fase di distribuzione si è rivelata qualcosa di più di semplice pezzo di carta: è diventata il catalizzatore di un network formato da persone volenterose e capaci, che ha in serbo moltissime idee per il futuro".

Liberi Pensatori (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dal vostro punto di vista di giovani impegnati nel fare qualcosa per la città, cosa fareste se aveste potere decisionale?

"Credo che un ottimo punto di partenza sia la creazione una cittadinanza responsabile attraverso la condivisione dei beni pubblici. Con condivisione non intendo la loro occupazione o il loro utilizzo estemporaneo o ghettizzato: intendo piuttosto l’introduzione nella comunità del concetto di iniziativa pubblica. Deve essere l’istituzione territoriale, meglio ancora quella nazionale, a prendersi carico dell’iniziativa volta al miglioramento della collettività. Porto un esempio così ci capiamo: la stragrande maggioranza dei vicentini ritiene che Vicenza sia una città morta, e ha ragione, dal momento che molti negozi chiudono troppo presto e quasi tutti non sono illuminati dopo la chiusura. È anche vero, però, che sono proprio le istituzioni comunali a dare il cattivo esempio con orari indecenti: 10.00-17.30 i musei, addirittura il Comune è aperto solo la mattina durante la settimana. Se vogliamo rendere Vicenza una città viva anche le istituzioni devo collaborare, con tutte le energie a disposizione: siamo tutti dalla stessa parte, non dimentichiamolo mai".

Qual è secondo voi la priorità di Vicenza in ambito culturale?

Liberi Pensatori (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Acquisire un peso sul piano nazionale e internazionale, a livello di consapevolezza e interesse. Non possiamo pensare che una città senza università, senza un grande polo attrattivo riconosciuto a livello mondiale, senza una capacità ricettiva adeguata, possa proiettarsi verso il mondo e vincere la sfida del turismo globalizzato. Quello che bisogna fare a livello culturale, quindi, è legato in modo imprescindibile ad uno sforzo totale: far sì che i cittadini e i turisti possano trovare a Vicenza quello che altrove non possono avere. Se vengo a Vicenza e voglio salire sulla Basilica palladiana, devo poterlo fare tutto l’anno. Se vengo a Vicenza e voglio vedere il teatro coperto più antico del mondo, devo poterlo fare anche dopo le sei di sera. Se vengo a Vicenza non posso impiegare 40 minuti a girare in cerca di parcheggio in centro storico. Devo poter fare una passeggiata in compagnia in completa sicurezza".

Dunque qual è per voi la sfida per la città del futuro?

"È il contesto che conta, è l’ambientazione entro cui si deve muovere la cultura civica a dover cambiare. La vera sfida è il rinnovamento delle strutture, della logistica, della comprensione del fenomeno umano della vita in città. Quello che serve non è l’ennesima toppa in qualche contrà o il miliardesimo evento estemporaneo, bensì un programma a lungo termine, unito ad una bella dose di coraggio".

 

nr. 08 anno XXIII del 3 marzo 2018

Liberi Pensatori (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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