NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Gli angeli non danno appuntamenti

Il nuovo romanzo di Davide Sacco

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Gli angeli non danno appuntamenti

È un piacere e un'emozione leggere Gli angeli non danno appuntamenti, il nuovo romanzo del vicentino Davide Sacco pubblicato da Berica editrice e presentato a fine marzo alla libreria Galla in una serata di grande successo. Ci si appassiona, si partecipa e a tratti persino ci si commuove nel seguire la storia umana e credibile di Gloria e Alfonso, ambientata in una Vicenza di qualche decennio fa, una città che fa da sfondo ad una storia come ce ne sono tante, ma al tempo stesso così diversa da tutte le altre. Il racconto partecipato e veritiero di due vite che si accostano e si allontanano più volte, tra avvicinamenti inevitabili e fughe laceranti.

Gli angeli non danno appuntamenti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Due anime che si erano scelte fin da bambine - o forse anche prima? - e che trascorrono la vita intera unite idealmente da una sorta di fil rouge che, nonostante le apparenti distanze e i casi della vita, non si spezza mai se non quando la vita stessa bussa alla porta per riscuotere la propria ineluttabile parte. Quello di Sacco è un romanzo ambientato tra la provincia e la metropoli di un’Italia che sullo sfondo si trasforma assieme ai protagonisti, mescolando riferimenti storici e sociali precisi con vicende umane e personalissime. Con una scrittura curata e sapiente, la storia tiene incollato il lettore alle pagine che scorrono veloci, quasi si trattasse di un giallo, per scoprire come e perchè i due protagonisti si rincorrano, si trovino e si perdano, per poi ritrovarsi e perdersi ancora in un turbinio di emozioni, appuntamenti mancati, attese lunghissime e speranze deluse. Fino a giungere al finale sorprendente che il lettore non si aspetta e che proprio per questo rende il tutto così veritiero. Leggere il romanzo di Sacco riconcilia con l'universo dei libri e della letteratura, fa scoprire - o riscoprire - il puro e semplice piacere della lettura. E per i vicentini è anche l'occasione di rivisitare luoghi e personaggi cittadini realmente esistiti: il celebre giornalista Nevio Furegon, protagonista di alcuni episodi del romanzo; il noto pittore impressionista Gueri da Santomio - al secolo Bortolo Grendene - che compare in diverse scene del libro come una sorta di "consigliere" del protagonista Alfonso; un altro giornalista, Antonio Pretto, più volte citato nel racconto; il quartiere vicentino di Campedello e la Riviera Berica dove si svolgono alcune scene, come quella in cui la statua del Cristo redentore viene addobbata con bandiera e sciarpa tricolori per festeggiare una vittoriosa partita della nazionale azzurra ai mondiali di calcio di Italia ‘90.

Gli angeli non danno appuntamenti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dopo i fasti meritatamente conquistati con l’opera prima Fuori classe - scrive Pellizzaro nella prefazione - Davide Sacco si ripropone con un romanzo il cui tema è il sentimento dell’amore. Davide, giullare di Eros, si cimenta così con i vari Ovidio, Saffo, Virgilio e Catullo appena ricordato: a dimostrazione che tutta la sapientia classica, proficuamente e gioiosamente accumulata al vicentino liceo Pigafetta e con generosità dispensata a piene mani nel suo precedente lavoro, non era usurpata. Ma se col titolo Fuori classe ha voluto in fondo divertirsi giocando sui trascorsi pigafettiani a distanza di tanti anni, fuori e lontano dalla sua compagnia scolastica, qualcuno, di certo non chi scrive questa prefazione, maliziosamente potrebbe pensare che Fuoriclasse staccato sia solo un lapsus, perché in realtà andrebbe tutto unito, a designare un vero campione della scrittura e del racconto. Sì, è lui il fuoriclasse, e ce lo dimostra col secondo libro che esce ad appena diciotto mesi dalla genesi del primo. La sua è una narrazione bella, avvincente, che appassiona, delineata con gusto e con proprietà di linguaggio. Alfonso e Gloria sono i due giovani eroi che ci fanno trepidare e sognare. Potenza dell’amore, direbbe Catullo... Nulla di sfrenato né di furioso ne Gli angeli non danno appuntamenti: tutto molto pudico e delicato, senza sfumature colorate di grigio, rosso o nero. Il finale sa catturarci e Davide in modo magistrale ci lascia a bocca aperta.

Gli angeli non danno appuntamenti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Così l'autore racconta l'incontro tra i due protagonisti ancora bambini sui banchi di scuola, il candore delle emozioni infantili che rimane scolpito nella memoria e nel cuore, la successiva consapevolezza di come quell'incontro abbia segnato per sempre le loro vite. Arriva puntuale, purtroppo o per fortuna, anche il momento in cui ti accorgi che è diventato tardi per premere sul mangianastri dei ricordi il tasto che ti dovrebbe riportare indietro fino al giorno in cui non ti eri reso conto che stavi mancando gli appuntamenti con il fato, nonostante la sua premura nell’organizzarti tutto... Forse anche la mia capacità di amare è stata solo una vertiginosa ma presto sbiadita illusione se tanti momenti mi sono passati accanto senza che nulla sia stato in grado di diventare concretamente alla fine un po’ parte di me... Gloria è stata la mia alba. Mi venne incontro luminosa la prima volta quel mattino in cui iniziai la quinta elementare. Proveniva da un’altra scuola della città. I suoi si erano trasferiti in paese durante l’estate. Nel 1977 Campedello si avviava ad essere una dignitosa zona residenziale dopo che le Belle Arti avevano sbloccato alcuni progetti di riqualificazione edilizia in quel territorio, dove anche abbozzare un modesto muretto divisorio tra due giardini diventava una complicazione a causa della prossimità di villa La Rotonda, capolavoro architettonico palladiano, patrimonio dell’Unesco, meta di turismo culturale, adorata dai foresti ma destinataria di qualche delicato vituperio di troppo da parte di locali increduli all’idea di non poter costruire quattro stanze per i figli che si dovevano sposare ed erano perciò costretti a cercar casa altrove. L’anno scolastico ai tempi iniziava con il mese di ottobre, quando già il caldo dell’estate era ormai dimenticato e l’aria la mattina pizzicava un po’ ma sapeva di fresco e di pulito... Gloria mi si fece più vicina e mi sussurrò: “A che cosa stai pensando?” Fui salvato dalla campana, che in quell’istante lacerò il silenzio del minuto di raccoglimento che era seguito al discorso che il preside aveva appena terminato. Non avrei certo potuto rivelarle che se avevo trattenuto a fatica le lacrime durante l’esecuzione registrata dell’inno di Mameli era solo perché mi vergognavo all’idea di scoppiare a piangere davanti a lei, che quando mi era accanto fantasticavo di prendere sotto il braccio e magari azzardarmi pure a tenere per mano, sicuramente nell’invidia generale dei mei amichetti, che immaginavo dovessero per forza vederla pure loro bellissima, dolce ed inarrivabile come appariva agli occhi miei. Così tacqui. Ma non mi rendevo conto di star perdendo l’occasione di trovare finalmente l’audacia di esprimerle quel disordinato guazzabuglio di emozioni che da qualche tempo andavo provando. E non sarebbe stato quello il mio unico passaggio a vuoto nei suoi confronti. Che si può sapere a quell’età dei sentimenti?

Abbiamo incontrato Davide Sacco e dialogato con lui.

 



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